Blog / Valentina Grimaldi | 18 Settembre 2019

Le Lettere della Dott.ssa Grimaldi – Tuteliamo i “cuccioli di uomo”

Nella nostra società si parla molto di bambini e di infanzia, cercando di capire cosa è meglio fare per loro, per proteggerli dalle malattie, per difenderli dalle violenze, per renderli probabilmente adulti migliori di noi.
Troppo spesso però dimentichiamo, nella quotidianità, che i bambini non sono adulti in miniatura, ma individui con peculiarità proprie; se vogliamo allevare bambini sani, la prima cosa che dobbiamo fare è rispettarne le tappe evolutive, dalla nascita all’età adulta, assecondandole nei tempi e nelle competenze, non dimenticando mai che la sensibilità e vulnerabilità psichica dei bambini è grandissima.
Quando vogliamo “adultizzarli”, pretendendo che assecondino i nostri interessi o condividano le nostre passioni, senza interrogarci se li stiamo coinvolgendo in una situazione adatta ed opportuna per loro, li esponiamo inevitabilmente a contesti ambientali o emotivi potenzialmente dannosi al loro sviluppo psicofisico ancora in essere.
Quando adultizziamo un bambino? Quando lo portiamo in posti o situazioni non adatte (locali, ritrovi per adulti) e pretendiamo non solo che si diverta in un contesto inadeguato, ma che non dia fastidio ai grandi, perché noi al contrario stiamo molto bene in quel posto. Adultizziamo un bambino quando in quegli assurdi concorsi di bellezza acconciamo come piccole donne sensuali e ammiccanti, bambine della scuola materna , costringendole a sedute di trucco e parrucco assolutamente snervanti e innaturali per soddisfare il narcisismo genitoriale non certo per il bene del bambino che, potendo scegliere, andrebbe a giocare. Adultizziamo un bambino quando gli compriamo un vestito nuovo di marca, magari di un brand costosissimo che fa abiti principalmente per adulti e lo rimproveriamo ferocemente se magari si butta a terra a giocare e lo sporca tutto! Adultizziamo un bambino quando lo riempiamo di cose, ma non lo facciamo divertire e giocare liberamente in parchi e spazi aperti, costringendolo magari in caotici centri commerciali.
Strumentalizzare l’infanzia per aumentare i profitti delle aziende ed alimentare il narcisismo genitoriale è un altro modo di rendere precocemente adulto un bambino, coinvolgendole in logiche produttive e di mercato che non dovrebbero appartenere al mondo infantile.
Tutte queste situazioni elencate sono oggetto di dibattito e riflessione da chi si occupa di tutela dell’infanzia, nonché di norme giuridiche fortunatamente sempre più attente. Pertanto quando si pubblicano immagini di bambini coinvolti a vario titolo in situazioni di interesse pubblico, quando servono per veicolare messaggi o sensibilizzare la gente anche su temi riguardanti l’infanzia stessa e la sua tutela, dobbiamo fermarci e interrogarci se stiamo facendo veramente il bene di quel bambino o lo stiamo manipolando per altri scopi.
Come società civile ed evoluta non dovremmo mai dimenticarci che il primo obiettivo che abbiamo è tutelare e salvaguardare i “nostri cuccioli di uomo”, seguendo il più arcaico degli istinti ed il principio sociale fondamentale di tutela dei più fragili.

 

Valentina Grimaldi è nata nel 1964, laureata in medicina e chirurgia nel 1989 all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma e specializzata nello stesso Ateneo in Pediatria nel 1993. Autrice di diverse pubblicazioni scientifiche e relatrice in convegni nazionali ed internazionali; ha conseguito un master di II livello in Allergologia pediatrica. Dopo l’esperienza ospedaliera e di ricerca presso il Policlinico Gemelli di Roma, esercita a Roma la professione di pediatra di famiglia dal 1996. Da sempre attenta alle problematiche psicoeducazionali e della genitorialità si è specializzata in Psicoterapia Infantile per meglio soddisfare i bisogni di salute dei bambini e delle loro famiglie. Fa parte della redazione del “Pediatria on Line” (sito informazione della Federazione Italiana Medici Pediatri) ed è inoltre membro della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale.