Martedì 3 settembre – Mauro Leonardi
Commento al Vangelo (Lc 4,31-37) del 3 settembre 2019, Martedì della XXII settimana del Tempo Ordinario
In quel tempo, Gesù scese a Cafàrnao, città della Galilea, e in giorno di sabato insegnava alla gente. Erano stupiti del suo insegnamento perché la sua parola aveva autorità. Nella sinagoga c’era un uomo che era posseduto da un demonio impuro; cominciò a gridare forte: «Basta! Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E il demonio lo gettò a terra in mezzo alla gente e uscì da lui, senza fargli alcun male. Tutti furono presi da timore e si dicevano l’un l’altro: «Che parola è mai questa, che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?». E la sua fama si diffondeva in ogni luogo della regione circostante.
Gesù non vuole un riconoscimento istituzionale e nemmeno quello fondato su fenomeni straordinari. Vuole essere riconosciuto per l’amore, come Figlio. Frutto dello Spirito Santo e Via, Verità e Vita venuto in mezzo a noi.