Blog / Valentina Grimaldi | 16 Agosto 2019

Le Lettere della Dott.ssa Grimaldi – Sicurezza in acqua

Continuano le vacanze ed i consigli utili per le famiglie con bambini che vanno al mare. Di seguito un articolo apparso di recente sul pediatra on line, sito ufficiale della FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) di Roma e provincia che può interessare a molti. Buone vacanze a tutti

In clima di vacanze estive e voglia di divertimento è molto importante per i genitori non dimenticare le regole della sicurezza in acqua per i propri figli.
Nel nostro Paese, quasi la metà dei bambini non sa nuotare o galleggia appena, mentre un bambino su due ha paura dell’acqua alta.
La scarsa dimestichezza con il nuoto è causa ancora oggi di oltre cento incidenti mortali l’anno per annegamento, soprattutto fra i più piccoli.

L’acquaticità è molto importante ed il sentirsi a proprio agio nell’acqua aiuta il bambino e l’adulto a rilassarsi e divertirsi, ma questo muoversi con disinvoltura in acqua non significa saper nuotare ed è importante capire la differenza.

L’acquaticità il bambino la impara con l’abitudine a stare in acqua, con la sensazione di benessere e divertimento che ne ricava condividendo l’esperienza con i familiari, tutte emozioni positive che pian piano lo faranno sentire a proprio agio in quell’ambiente. Spontaneamente un bambino può imparare a galleggiare, ma anche galleggiare non significa saper nuotare.

Per poter nuotare l’acquaticità e la capacità di galleggiare sono un grande aiuto, ma non bastano, è infatti necessario essere in grado di mettere in atto delle precise tecniche di movimento oltre che di respirazione dentro e fuori e dall’acqua.

Per questo motivo, per non farsi trovare impreparati quando arriva l’estate, nei mesi che precedono quelli estivi si consigliano dei corsi di acquaticità per i bambini più piccoli, da fare insieme con la mamma o con il papà, corsi in vasca con l’istruttore per imparare a galleggiare già dalla prima infanzia e nuotare per i più grandicelli.

L’unico modo per migliorare la sicurezza dei bambini ed adolescenti nelle acque di mare, laghi e piscine, è insegnare loro a nuotare il prima possibile.

Alcuni bambini hanno molta paura dell’acqua in questi casi non bisogna avere fretta, è bene avvicinare il piccolo all’acqua gradualmente, immergendosi insieme, rassicurandolo, facendolo sentire protetto e soprattutto rendendo l’esperienza un momento di gioco e piacere.

Inoltre non bisogna mai dimenticare che i bambini percepiscono le sensazioni e paure dei genitori anche se non dichiarate apertamente, pertanto se papà ha poca dimestichezza con l’acqua è meglio che sia mamma a guidare il piccolo in mare o in piscina, il bambino si sentirà più facilmente a suo agio se ha vicino a sè la mamma tranquilla e rilassata, piuttosto che un genitore teso e preoccupato.

Si può insegnare l’acquaticità ai propri figli già dai primi bagnetti a casa e poi alla scoperta del mare.
Tuttavia, anche se i bambini hanno seguito corsi di nuoto e vi sembra che se la sappiano cavare, è bene che genitori non perdano mai di vista i figli quando giocano nelle piscine, nei parchi acquatici e nei tratti di mare, anche se sorvegliati da bagnini, la loro voglia di divertirsi e la naturale spensieratezza li può portare ad essere imprudenti.

Ecco 10 consigli utili da mettere in valigia
1. Tenere sempre sotto controllo i bambini anche quando hanno braccioli od altri ausili per il galleggiamento
2. In acqua con i bambini, giocarsi e divertirsi è molto importante, ma è bene che l’adulto, prima di spingersi troppo oltre, abbia consapevolezza delle proprie abilità di nuotatore e di quelle del bambino
3. Rispettare e far rispettare ai propri figli i divieti di balneazione, la maggior parte dei laghi e dei fiumi non è balneabile, ma anche nelle spiagge attrezzate quando le condizioni meteo marine sono sfavorevoli ed il mare è molto agitato seguire le indicazioni del bagnino o della struttura che di norma riportano quelle della capitaneria di porto.
4. Ricordarsi che l’apnea può essere pericolosa anche in pochi metri d’acqua se fatta senza conoscenze.
5. Far ammirare i fondali ai bambini è un’esperienza bellissima, ma bisogna insegnare loro subito che al primo bisogno di respirare devono riemergere in fretta.
6. Nell’apnea adottare sempre il sistema di coppia: uno in superficie e l’altro che si immerge
7. Fare molta attenzione a dove tuffarsi: il fondale deve essere libero e la profondità adatta onde evitare incidenti spesso mortali, anche in questo caso rispettare i divieti laddove presenti.
8. In acque libere, spiagge e tratti di mare non sorvegliati meglio rimanere in gruppo. Se si è in acqua da soli, basta un crampo, una paura improvvisa, una perdita di coscienza o un trauma anche leggero, per rischiare la vita
9. Attenzione poi allo sbalzo termico quando si entra in acqua: la differenza di temperatura tra il corpo umano ( 37° ) e l’acqua (18°-27°) provoca una reazione di vasocostrizione tanto maggiore quanto più fredda è l’acqua e l’entrata è brusca. Pertanto dopo l’esposizione al sole o comunque quando si è molto accaldati, è necessario entrare in acqua gradualmente al fine di evitare lo shock termico e la sincope riflessa; uscire rapidamente se si sente troppo freddo.
10. Non entrare in acqua quando non ci si sente bene

Una domanda che spesso tormenta i genitori e alimenta conflitti con nonni ed amici è su quanto tempo debba intercorrere tra il bagno al mare ed il pasto. La famosa regola delle 3 h di attesa dopo il pasto, molto seguita negli anni passati, oggi non trova più conferma poiché non esistono prove scientifiche che sostengano che fare il bagno dopo aver mangiato possa essere pericoloso.
Tuttavia il Buon Senso rimane sempre il criterio principale sul quale regolarsi!
Prima di decidere è molto importante valutare quanto e cosa si è mangiato e la temperatura dell’acqua (attenzione anche in questo caso allo sbalzo termico possibile causa di shock termico).
Ricordiamoci che i tempi di permanenza dei cibi nello stomaco non sono uguali per tutti gli alimenti: la frutta impiega mediamente 30 min, i carboidrati ed il pesce circa1 h, la carne molto di più anche 3 h. Se si sta tutto il giorno in spiaggia è meglio consumare cibi semplici, pochi grassi, soprattutto frutta e verdura, carboidrati, ricordandoci sempre di bere una buona quantità di acqua naturale, evitando bevande gassate e senza appesantirci troppo: pasti grassi e molto calorici difficili da digerire non sono gli alimenti ideali da consumare in estate soprattutto quando si sta sotto il sole!

 

Valentina Grimaldi è nata nel 1964, laureata in medicina e chirurgia nel 1989 all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Roma e specializzata nello stesso Ateneo in Pediatria nel 1993. Autrice di diverse pubblicazioni scientifiche e relatrice in convegni nazionali ed internazionali; ha conseguito un master di II livello in Allergologia pediatrica. Dopo l’esperienza ospedaliera e di ricerca presso il Policlinico Gemelli di Roma, esercita a Roma la professione di pediatra di famiglia dal 1996. Da sempre attenta alle problematiche psicoeducazionali e della genitorialità si è specializzata in Psicoterapia Infantile per meglio soddisfare i bisogni di salute dei bambini e delle loro famiglie. Fa parte della redazione del “Pediatria on Line” (sito informazione della Federazione Italiana Medici Pediatri) ed è inoltre membro della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale.