Blog / M. Céline C. | 04 Luglio 2019

Le Lettere di Cèline C. – La corrente in mezzo agli oceani

Ci vuole tempo per capire le cose. Tempo per poter essere raggiunti dalla Verità. La Verità non teme il tempo. Lo attraversa e arriva fino a te, quando tu sei pronto. Solo quando tu sei pronto.
Tu hai fretta ma la Verità no. Attende. Rispetta. Pazienta.

Dio ti attende nella trama del tempo.
Perché non ha fretta? Perché non ti ama solo se hai raggiunto la Verità. Ti ama sempre. Ti ama mentre ti allontani e mentre la cerchi, mentre sbagli, cadi, sei pigro. Ti ama sempre.

Tu non essere mai certo di averla in pugno la Verità e non cercarla mai in fretta, bruciando le tappe del cuore. Lascia sempre uno spazio, di attesa, di domanda, di dialogo. Abbi pazienza.

È lì che il Signore arriva e un giorno dopo l’altro tesse, tesse la tela della tua vita, la trama dei Suoi respiri con i tuoi.
I tuoi saranno a volte corti, a volte distesi, a volte concitati, i Suoi sono sempre distesi al punto da toccare l’Infinito. È in quei respiri che entri nella Sua dimora e piano piano ti viene voglia di starci, di fare una tenda.

Il bello è che Lui non ama le tende sicure. Non ama sostare.
Cambia volto, cambia circostanza, cambia corpo, ma resta sempre Lui, sempre e solo Lui, che ti incontra dove tu hai bisogno di essere incontrato.

Dio conosce tutto di te e si abbassa verso i tuoi bisogni. E questa è una cosa da pazzi….uno potrebbe obiettare:”ma non è che in questo modo ti costruisci un Dio a tua immagine?”
Dio è a tua immagine e somiglianza proprio come tu sei a immagine e somiglianza di Dio. 
È solo il ribaltamento della prospettiva, il punto di vista limitato che noi possiamo comprendere, l’unico che ci rende meno inafferrabile e sperimentabile questo Mistero Infinito. 

Io penso che Dio tenga proprio conto del nostro bisogno limitato. Penso che ci ami proprio nella parte più bisognosa di noi.
Cos’è il peccato, se non un bisogno che ci mette davanti il nostro limite? Se non un cercare di sostituire l’Amore con altre dipendenze? 

Dio quel limite lo conosce. Lui ci ha fatti dipendenti. Liberi nel dipendere dall’Amore. Un bel paradosso!
Lui sa che a volte l’Amore ci sembra così irraggiungibile che cerchiamo scorciatoie.
Allora lo attraversa, lo raggiunge e così raggiunge noi proprio lì, nei bassifondi dell’anima. Dove noi non ci riconosciamo all’altezza. Ci raggiunge nelle nostre miserie e facendosi vivo lì, le redime.
E ci dice: “tu sei all’altezza perché io mi sono abbassato fino a te”.

Nella vita ci sono momenti in cui il bene e il male si affrontano come acque d’oceano impetuose. In superficie sembra guerra di schiuma, burrasca e tempesta, titani in battaglia. 

In profondità, si fa strada una corrente misteriosa,  lineare, calda in mezzo al freddo dell’immensità. Via stretta ma semplice, sicura.

Quando vivi questo scontro tra bene e male, finché con la volontà cerchi di salvarti, affondi. Se invece non ti muovi, non fai niente, la corrente buona alla fine ti porta. Perché se desideri essere portato, alla fine ti porta.

Siamo piccoli e Dio lo sa che abbiamo bisogno di un canale lineare, di un posto circoscritto come il nostro corpo, un posto dove possiamo lasciarci condurre. 
Mi piace pensare che mentre con la testa il bene e il male si sfidino all’ultimo duello, con il cuore è tutta un’altra storia.

Con il cuore, possiamo lasciarci condurre non dove vogliamo noi, ma dove vuole Lui. Non dove tutto è ragionevole, ma dove tutto è solo Amore.

Come si fa?
Pronunciando una minuscola sillaba :”sì”.

La sillaba dei piccoli. Quella più semplice. Quella più vera. Quella che dice al Padre:”sì, torno da te. Tutta. Anima e corpo. Prendimi con te perché voglio stare con te. Ho bisogno di te. Perché solo Tu mi conosci”.

Occorre fare silenzio e mollare il controllo sulla nostra vita. Nel profondo del silenzio, dove non si ode più il rumore delle onde, il rumore della vita in superficie, dove si sente nitidamente solo il battito del cuore nostro e il battito del cuore di un Altro.

L’abbandono è lo stato dei neonati. Un neonato nel grembo vive di abbandono. Immerso nelle profondità. Beato in un luogo che neanche conosce ma di cui si fida. Il neonato si nutre di fiducia. Il suo battito si regola su quello della Madre. Questo è un “ci sono io per te” ripetuto costantemente. 
Il neonato è portato.
Tu sei portato. 
Ricordalo sempre quando ti avviti nei tuoi dubbi. 
Tu sei portato. 
Perché tu sei amato. 
E quando ti lasci portare, senti vivo tutto l’Amore. 

E non devi fare niente. Solo lasciarti amare per sentirti vivo.
Cosa importa del resto? Non viviamo per sentire l’Amore? Non è l’unica cosa che davvero resta? 
Quando tutto e diciamolo, tutti, concorrono a far smarrire il tuo cuore, resta sempre una cosa da fare: fidarsi e lasciarsi portare.

In quella corrente ho conosciuto tanti pesci come me. Tutti in viaggio verso l’Unico che conta davvero, Quello per cui ti giochi tutto, ma proprio tutto.

 

M. Céline C.

Nata in un piccolo paese, si trasferisce in diverse città d’Italia per studio e per lavoro. Da sempre amante dell’arte e della poesia. Moglie, madre, lavora in tutt’altro ambito ma prepotentemente la passione per la scrittura ogni tanto si riappropria di uno spazio importante. M.Céline C. ha un’autentica passione per le relazioni umane. Fondamentalmente disobbediente, diretta, schietta. I suoi brani mostrano sempre quella “sicura insicurezza” che da sempre sperimenta nella vita.