Articoli / Blog | 06 Giugno 2019

MIO Anno IV n. 23/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – Un leader sostiene e motiva

Mauro Leonardi (Como, 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù


Caro don Mauro, sono un insegnante ormai in pensione ma ancora amareggiato per il mio ultimo anno di scuola. È stato un calvario sottoposto com’ero, insieme ai miei colleghi, ai capricci di un preside dittatore che non faceva altro che elargire richiami e rimproveri e che non ha mai condiviso nulla con noi né con i nostri ragazzi. Quando ci penso provo ancora amarezza e rassegnazione rispetto al futuro della scuola (Giorgio, Napoli)

Caro Giorgio , un vero capo non è solo né mai un controllore di risultati ma innanzi tutto in leader che coinvolge, sostiene, motiva. Le aziende di successo non partono dal vertice per costruire vittorie, ma dal basso. Dalla “manovalanza” , da chi sta sul campo ogni giorno. Tra l’altro è l’unico modo per ascoltare di più i potenziali utenti e clienti. Se questo vale nel mercato, figuriamoci poi nella scuola dove un preside deve essere prima di ogni cosa, un leader educativo. Il Signore ci insegna che i veri leader si prendono tutte le colpe e nessuno dei meriti. Il contrario di quanto fa Caifa che, quando condanna Gesù, dice agli altri membri del sinedrio “voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera” (Gv 11, 49-50): e cioè fa uccidere la persona umile e sola (e in quel caso anche innocente) pur di salvare chi comanda. Questa è la logica umana: basta pensare al gioco degli scacchi dove le pedine si sacrificano per il Re. Ma non è la logica divina. Se ci pensi bene, non è neppure la logica vincente di un vero capo perché chi si comporta così ben presto rimane solo.