MIO Anno IV n. 19/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – Possessioni o tentazioni?
Mauro Leonardi (Como, 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù
Caro don Mauro,
sono stata contenta quando, durante l’ultimo Festival di Sanremo, ho letto il suo articolo dove ridimensionava le polemiche sorte sulla natura satanica della gag di Virginia Raffaele. Da noi invece il parroco continua a parlare del diavolo e lo vede ovunque: dalle spiagge, a certi modi di vestire, alla televisione, alla mafia, alle crisi matrimoniali. Lei che ne pensa? (Rosaria, Palermo)
Cara Rosaria, non si scherza col demonio: per questo non era il caso di enfatizzare lo sketch della Raffaele. Le possessioni demoniache sono cose serie ma sono un fenomeno raro che la Chiesa sa riconoscere attraverso gli esorcisti. A Roma, dove vivo, c’è un servizio pastorale di esorcismo presso il vicariato e mi è capitato di avviare lì qualche persona. In uffici come quelli, che ci sono in tutte le diocesi, sanno distinguere le vere presenze demoniache dalle suggestioni o dalle patologie psichiatriche. Inoltre, non bisogna confondere le possessioni diaboliche con le semplice tentazioni. Le prime, come ti dicevo, sono molto rare; le seconde invece sono la normalità: è quando il diavolo ci rende difficile fare il bene e facile fare il male. Come insegna la Bibbia non è possibile peccare senza che ci sia di mezzo il demonio, ma questo non significa automaticamente essere posseduti. Immagino quindi che quando il tuo parroco menziona il diavolo (magari un po’ troppo spesso) faccia riferimento alle semplici tentazioni e non a quella presenza dentro le persone che le obbliga a certe azioni, che – ripeto – sono le situazioni in cui si parla di “indemoniati” o di “posseduti”.