Articoli / Blog / Rebibbia | 20 Febbraio 2019

METRO – La durezza al giorno d’oggi

Quando lo scorso Natale da cappellano di Rebibbia ho chiesto di regalare dei panettoni ai carcerati, moltissimi l’hanno fatto generosamente ma una persona ha detto “per loro niente, potevano comportarsi bene e così il panettone se lo sarebbero mangiati a casa con la famiglia”.
Queste parole estremamente dure e anche ingiuste (non sempre in carcere ci finiscono solo i colpevoli, come non sempre i veri colpevoli finiscono in carcere) dette da una persona semplice, mi hanno ferito. Mi hanno fatto pensare. Perché una persona che conoscevo buona, molto diversa in tanti altri casi, era diventata così dura riguardo la possibilità di un piccolo gesto d’amore verso qualcuno che, anche nel caso peggiore – che cioè era in carcere perché colpevole – stava comunque pagando il proprio debito con la giustizia?
Io attribuisco questa durezza, che spesso diventa esigenza rancorosa e un non voler dimenticare amaro, alla congiuntura difficile che molti di noi stanno attraversando nelle cose più semplici della vita quotidiana. Anche perdonarci gli uni gli altri gli errori e le mancanze può sembrare un’impresa impossibile se quest’anno, e siamo solo a febbraio, è la terza volta che devo cambiare la ruota dell’auto perché le buche della strada tagliano il copertone, o mio marito è senza lavoro da un anno. Che era esattamente quanto accaduto alla signora di prima, come ho scoperto qualche giorno dopo.

Tratto da Metro