Se “mi” racconto mi conosci – Maurizio Fratamico. L’animatore di gioia ingaggiato dal Signore

Continua la rubrica di Alessandra Bialetti «Se “mi” racconto mi conosci». Chiunque desidera può contribuire inviando la propria testimonianza a [email protected]


Nei villaggi turistici era diventato una star, ma a un certo punto sente una grande solitudine nel cuore. E così cambia vita e si dedica a “tossici” e barboni. Oggi guida un team di artisti legati alla comunità Nuovi Orizzonti

Come tanti personaggi dello spettacolo che oggi vanno per la maggiore, anche Maurizio Fratamico inizia dai villaggi turistici. Ed è un inizio folgorante, grazie ad una verve naturale e a una buona dose di simpatia che fanno presa sul pubblico: prima animatore, poi capo-villaggio, i suoi spettacoli sono sempre un successo davanti a migliaia di persone. La carriera, per quel ragazzo non ancora ventenne, sembra dunque segnata in positivo, salvo poi trovare un altro “villaggio turistico” che il Signore ha in serbo per lui…
Ma andiamo con ordine e riavvolgiamo il nastro della storia di Fratamico, fino al tempo di una adolescenza spensierata, tra una famiglia di buoni principi e l’oratorio nella parrocchia della sua Biella, in Piemonte.
«All’età di 17 anni», prende a raccontare Maurizio, «iniziai a farmi delle domande più precise, anche per via di una certa incoerenza nelle testimonianza che mi stava allontanando dalla vita parrocchiale. Anche se oggi capisco che stavo perdendo la fede verso gli uomini più che verso Dio. Fatto sta che cominciai a girare il mondo per cercare di mettere a frutto quei talenti dell’intrattenimento e dello spettacolo che avevo sviluppato in oratorio. Pensavo di trovare la felicità nei viaggi sotto le palme, in una sorta di paradiso terrestre. Ricordo bene come quel giorno, uscendo dall’oratorio, alzai gli occhi al cielo e dissi: “Ci vediamo tra dieci anni”. Era come una sorta di sfida, perché fuori da lì pensavo di trovare lavoro, soldi, sesso, felicità».
E in effetti, Fratamico conquista platee sempre più importanti. Finché un giorno il girovagare tra un villaggio e l’altro lo porta a Capo Verde, l’arcipelago al largo delle coste nord-occidentali dell’Africa, tra resort di lusso e gente che muore di fame: «Con i miei occhi fissai una povertà estrema, le ingiustizie, la mancanza di medicinali per quelle persone. E provai una grande solitudine nel cuore, anche se apparentemente avevo tutto e non ero certo solo con le cinquemila persone che si accalcavano sotto il palco dei miei spettacoli. Ma la gente mi cercava per quello che dovevo essere, non per quello che ero».
Ed è allora, come accaduto qualche anno prima all’uscita dell’oratorio, che Maurizio si rivolge di nuovo verso il cielo, con un grido accorato: «Rivolsi lo sguardo verso l’infinito, sentivo la morte dell’anima, avevo anche pensato di farla finita, e allora dissi: “Se ci sei fatti sentire”».


La risposta non tardò ad arrivare, nel successivo ritorno a casa e nell’incontro con Enzo, suo fratello gemello: «Lo trovai diverso, aveva il volto come trasfigurato dalla gioia. Mi abbraccia, si mette a piangere e mi dice: “Ti voglio bene”. Quell’abbraccio ha sconvolto la mia vita. Cado in ginocchio e piango anch’io davanti a mio fratello che, come poi mi ha raccontato, aveva fatto esperienza dell’amore di Dio. No, non si è trattato di una folgorazione, ma quel giorno ha segnato l’inizio della mia conversione. Dio ha avuto misericordia nei miei confronti, verso uno che cercava solo soldi e successo e che al massimo pensava che si sarebbe ricordato dei poveri quando sarebbe stato famoso».
Ed è allora, siamo nel 2002, che Maurizio chiede al Signore ben altro villaggio turistico «per lavorare con Te». Subito dopo avviene l’incontro con Chiara Amirante, fondatrice di Nuovi Orizzonti «e finisco nella comunità di Piglio, in Ciociaria. Tutta la felicità che inseguivo nei villaggi turistici in realtà era lì, in tanti giovani che venivano da esperienze difficili. Il percorso di guarigione del mio cuore è iniziato tra “tossici” e barboni. Ho trovato persone che mi hanno ascoltato. E una nuova modalità di affrontare il dolore. Con un amore che non mi ha mai giudicato o condannato. Mi sono accorto che avevo una ferita dentro e che volevo cambiare».
Esattamente dieci anni dopo quell’arrivederci, il Signore era lì, ad aspettare Maurizio. Che poi ha come recuperato alla grande il tempo trascorso tra paillettes e lustrini, continuando a far fruttare i suoi talenti nella vigna-villaggio del Signore. «Ma non ho buttato quei dieci anni: aver viaggiato tanto, mi ha aiutato a capire. Dio ha aspettato i miei tempi, facendomi fare delle esperienze che poi mi sono tornate utili».

Così Fratamico ha fondato, sempre nel solco dell’esperienza di Nuovi Orizzonti, il JoyMix Team, una grande squadra di artisti che portano spettacoli in Italia e all’estero: piazze, scuole, teatri o, come sta avvenendo in questa stagione estiva, le spiagge delle località balneari. «Facciamo animazione di vario tipo, divertiamo la gente, ma poi riusciamo a proporre le problematiche di oggi, soprattutto ai giovani, invitandoli a riflettere sul senso della vita, anche attraverso le testimonianze. E già questa è evangelizzazione».
Una storia di conversione che Maurizio ha raccontato anche davanti al Papa, portando una testimonianza alla «Veglia per asciugare le lacrime», che si è svolta nella basilica di San Pietro il 5 maggio 2016 durante il Giubileo della misericordia.
Oggi Maurizio Fratamico fa base soprattutto in Abruzzo, insieme a sua moglie Maurizia («anche questa consonanza di nomi mi è parsa come un segno», ci scherza su) e chiude così il suo racconto: «Io e mia moglie siamo consacrati Cavalieri della Luce in Nuovi Orizzonti. Desideriamo tanto un figlio che per ora non arriva, ma abbiamo tanti figli spirituali che incontriamo negli artisti che sono con noi, negli spettacoli in giro».
In quel nuovo, grande villaggio turistico che Dio ha preparato per Maurizio Fratamico.

Tratto da Credere