Blog / Roberto Aldo Mangiaterra | 12 Novembre 2018

Roberto Aldo Mangiaterra – C’era una volta “un mago”… Una storia itagliana… (2)

Roberto Aldo Mangiaterra ha già collaborato con il blog in passato. Ha una pagina Facebook Il mago delle Fiabe

Ed eccoci alla seconda puntata della nostra storia che sarà peggio di “Anche i ricchi piangono” e meglio della saga di “Dallas” e perché no “tanto quanto la saga del cugino Harry nonché Potter”.
Ma veniamo a noi nel senso che rimaniamo nel 1971 quando avvenne una magia oscura. Eravamo a Dicembre, e il buon Zio Pippo classe 1902 da Fermo (Ap), viene ricoverato per esami di controllo. Pippo era Pippo nel senso che era un grande. Infatti da giovane dopo una splendida influenza si era alzato e si era “allungato”. Era diventato quasi 2 metri. Insomma nel suo piccolo era vicino ad Hagrid nonché Rubeus “il mezzo gigante” caro amico del cugino Harry ma…Andiamo avanti come diceva “Mileto Ivo” uno dei migliori capoufficio all’Ansaldo di Genova. Ovvero…Era Natale e quell’anno con Mamma Anna e la mia prima tredicesima facemmo una grande magia.
Salotto nuovo, libreria nuova e dato che era Natale ci vuole anche albero nuovo e decorazioni all’americana. Una sera vado alla Rinascente ad ordinare tutto e di più e poi di corsa a trovare “Pippo”, che oggi in Rete è sempre citato con la frase “Non me lo sarei mai creso” e poi, con Mamma Anna da Palermo, classe 1906, andremo insieme a ritorno a verificare gli acquisti di FratelMaghetto, cioè “il mago della nostra storia itagliana” e salutando Pippo sulla porta del reparto dove era ricoverato succede che…
Il buon Pippo dice “Robbè dammi un bacetto”. Risposi “Su, Pippo ci vediamo domani, adesso con Mamma andiamo alla Rinascente a verificare quanto ho prenotato”. Scappiamo di corsa con la ferocissima Mamma Anna, eravamo ancora al bus in famiglia, e dopo aver controllato festoni e controfestoni ritorniamo a casa dove c’è Babbone Ugo che chiede notizie di Pippo. L’indomani sono in ufficio all’Ansaldo ed arriva una telefonata da mia madre…Corri Roberto, vieni all’ospedale, sono già qua, Zio Pippo sta male. Arrivo e Pippo non c’era più. A Pippo gli avevo detto “Ci vediamo domani”. Pippo era volato via.
Era il 1971, era quasi Natale, ed in quel lontano Dicembre compresi che domani si potrebbe non esserci più. Si potrebbe volare via e non aver ricevuto “un bacetto” per l’ultima volta. Ed adesso che sono in Rete da tanti anni, ricordo sempre il Buon Pippo da Fermo che ripeteva sempre “Non me lo sarei creso”.
Anch’io “non me lo sarei mai creso” che Pippo ci lasciava. Aveva solo 69 anni. Ancora adesso gli chiedo scusa per quel bacetto che non gli ho dato. Indi e percui, ed ovvero, la puntata numero due è stata una puntata dei ricordi perché nel 1971 compresi cosa era la vita. La prima persona della mia famiglia che non c’era più. Ma come diceva il buon  “Mileto Ivo” andiamo avanti e alla prossima si parte perché comincia il grande show nel senso cha la mia passione per la musica porta ai Festival Pop ed a fare spettacolo…

Vi lascio curiosi come dei ricci nel senso, punto e virgola accapo. chiusa parentesi nel senso di “addirvi” l’intestazione autonoma e ci vediamo la prossima settimana perché “dobbiamo stare in campana”…

Un disoccupato si inventa e diventa “il mago delle fiabe”. Un gran birbante che imperversa in Rete con le storie di tutti i giorni per raccontare le “storie itagliane”… Se vuoi sapere altro su di me… clicca qui!