
Blog – La nuova rivista ‘O Magazine
O’ MAGAZINE, rivista mensile diretta da Andrea Mancia, raccoglie la sfida di essere un cartaceo che cerca di fare concorrenza ad internet. Curata ed accattivante nella grafica, può attrarre qualsiasi tipo di pubblico: dagli adolescenti alle persone con maggiore esperienza trattando temi che vanno dalla cronaca, alla natura, dalla filosofia alla religione, dall’arte all’astronomia. Si spazia anche tra i diversi generi di giornalismo: ci sono l’inchiesta, l’intervista, il racconto di cronaca e tutti gli altri, fino all’elzeviro.
Come si legge nell’omonimo sito, lo scopo del mensile è proprio “disegnare la mappa di un mondo ancora indefinito. Fatto non di fazioni contrapposte, gruppi di potere o folle chiassose, ma di individui. Semplici, normalissimi e straordinari individui. Questa tendenza alla “cartografia” sarà il nostro tratto distintivo. E come ogni cartografo che si rispetti saremo pronti ad aspettarci l’inaspettato”
Mi attrae ed interessa questa prospettiva multipla ed inclusiva della realtà che, proprio per questo, non vuole appiattire l’individuo ma valorizzarne le sue caratteristiche peculiari.
Dietro al Progetto di O’ Magazine c’è senz’altro un coraggioso e sfidante fondamento culturale: offrire, come solo una rivista cartacea può fare, uno strumento “permanente” di riflessione ed approfondimento. Non a caso “l’uomo dei sogni” di questa avventura editoriale è Vittorio Macioce, giornalista de “Il Giornale” e mentore di altre iniziative culturali apprezzate per la loro qualità.
Il modo di scegliere la carta – anche la sua qualità intendo – comunica il desiderio di non chiudere la rivista nella nostalgia del passato ma invece sottolinea, attraverso la scelta di temi di stringente attualità come l’inquinamento o il nuovo mercato del denaro elettronico, lo sguardo deciso sul futuro.
Ecco dunque il desiderio di coniugare la migliore tradizione culturale della rivista con la tensione verso ciò che sta per arrivare. Un atteggiamento che non è di contrapposizione alle nuove tecnologie e alla velocità del virtuale ma che desidera, al contempo, farci soffermare sulla necessità di governare il processo della globalizzazione e non di esserne governati; di aumentare le nostre capacità critiche e di discernimento per fare un uso efficace ed efficiente degli strumenti che lo sviluppo tecnologico ci mette a disposizione.