Articoli / Blog / Le interviste | 07 Giugno 2018

Per Novella 2000 intervisto: Alba Parietti

Scusi Parietti, lei ha dichiarato a La Zanzara di essere annoiata dal sesso e che cerca un rapporto solo spirituale con gli uomini, mi spiega meglio?
“Mah… Quando uno parla a La Zanzara, parla a La Zanzara: diciamo che dopo i 50 anni non c’è più tutta questa urgenza di sesso, per una donna. Parlo per me, non voglio fare un discorso generale. Per me il sesso è una cosa che c’è stata, che potrebbe anche tornare ma, francamente, mi piace molto di più, in un uomo, trovare una dimensione più spirituale e un amore, diciamo, alto. Il sesso, dopo un po’, viene a noia. Tutto sommato è una ripetizione, non c’è niente di esaltante. Sono una grande ascoltatrice di persone intelligenti, adoro innamorarmi proprio di cervelli. Mi sono presa delle grandi cotte sul piano spirituale di tante persone molto diverse da me: ho avuto veri e propri innamoramenti solo di carattere spirituale. Quando ero giovane avevo bisogno, anche fisico, di mettere passione nel sesso: adesso non è che lo escludo, però di sesso se ne trova molto, di spiritualità poca. Ci sono delle terribili delusioni: tu cerchi spiritualità e molto spesso ti ritrovi con uomini, magari anche famosi per la loro cultura, per la loro intelligenza, che alla fine sono peggio degli altri. Speri di elevare il discorso e alla fine ti accorgi che hai parlato con un bullo da bar. Quando accade è sconvolgente. È come se una donna cercasse un miliardario e scoprisse che dietro c’è un poveraccio. Purtroppo è una grandissima delusione. La più grande delusione che mi può dare un uomo è farmi capire di essere stupido. A quel punto, mi diventa impossibile amarlo, mi inibisce qualsiasi forma passionale.”

Quando dice “discorsi spirituali” lei dice anche di tipo religioso?
“No, per me lo spirito prescinde dalla religione. Si può essere religiosi o non esserlo ma non significa essere o no persone spirituali.”

Le posso chiedere se è credente?
“Io ho un mio credo, che non è esattamente quello della Chiesa. Io credo esista un’energia, che esista qualcosa. Don Gallo, che è stato il mio padre spirituale, diceva: “Dio non vi chiederà se siete stati credenti ma se siete stati credibili”. Io credo di essere molto credibile.”

Come ha conosciuto, don Gallo?
“L’ho conosciuto grazie a Simona Orlando, senza la quale non sarebbe stato possibile il mio libro “Da qui non se ne va nessuno”. Lei mi parlò di don Gallo con un entusiasmo incredibile. Così, prima ci siamo sentiti telefonicamente, poi sono andata a Genova a conoscerlo. E devo dire che Don Gallo non mi ha deluso. Non mi ha mai deluso don Gallo. Per niente. Anzi.”

Sono in molti a parlare bene di don Gallo.
“Sì, l’unica cosa che io gli posso imputare sul piano della piccola delusione, se vogliamo narcisistica, è che credevo di avere un rapporto di grandissima predilezione, e poi, ai funerali, ho scoperto che c’erano centinaia di persone che avevano la sensazione che avevo io, di essere una sorta “di figlia prediletta”.”

Ma questa cosa l’ha disturbata?
“Beh, da un certo punto di vista ho provato una certa gelosia, da un altro punto di vista…”

È una cosa bella…
“Certo, è meravigliosa, anche perché c’era chiunque e soprattutto gli ultimi, quelli dimenticati da tutti: si andava dal tossicodipendente, al derelitto, allo scampato dal barcone, all’ultimo degli extracomunitari.”

Sul versante laico, ha mai conosciuto personaggi positivi come don Gallo? Ci sono stati uomini o donne che non l’hanno delusa?
(Ride) “Mio padre, i miei nonni. Mio padre era un intellettuale partigiano coerente, protettivo, colto, bello. Mio nonno era un genio in tutti i campi, spiritoso, protettivo anche lui, tutti molto rispettosi delle donne, tutti pieni di interessi, persone che mi hanno regalato un sacco di cose belle da tramandare. Avendo avuto tre uomini così, in famiglia, pensavo che gli uomini fossero quello.”

Ma il modello maschile di suo figlio Francesco chi è stato? Qualcuno dei suoi amori?
“Mio figlio dei miei amori non sa niente. Lui, per fortuna, ha vissuto il rapporto con il nonno. Mio padre non è stato solo una guida per me e mio figlio: mio padre è stato una guida per tutta la mia famiglia. Era un punto di riferimento per tutti quelli che l’hanno conosciuto.”

Alla luce di quanto mi sta raccontando, c’è stato qualcosa che vorrebbe non aver mai fatto? Un errore, un peccato, qualcosa di cui si vergogna?
“Ma no…”

Rifarebbe tutto?
“Le sembrerà paradossale ma l’unica cosa che non rifarei, la cosa che mi dispiace, è avere dato valore alle persone che non ce l’avevano. Non aver capito chi avevo davanti.”

Ma, per esempio, lei ha rifiutato di fare “Così fan tutte” di Tinto Brass, però poi ha fatto “Il Macellaio”…
“Beh sono film molto diversi. Lei essendo un prete non li avrà visti, ma le assicuro che c’è una bella differenza.”

Le recensioni dicono che ne Il Macellaio c’è una scena hard che dura diciassette minuti…
“Guardi, le ripeto, probabilmente lei non ha visto i due film…”

No, infatti: per questo le chiedo…
“Io uno l’ho fatto e l’altro l’ho visto. Il Macellaio pur essendo un film erotico era un film molto soft con dei contenuti che non erano né volgari né scabrosi. Brass molto spesso si è spinto molto più in là e io più in là non ci sarei andata. Mi ha proposto Così fan tutte e io non l’ho voluto fare proprio per questo: e, tra l’altro, mi aveva offerto un sacco di soldi. Guardi che ne Il Macellaio un nudo totale mio, veramente totale, non si vede.”

Quindi esiste un limite dal punto di vista del pudore?
“Certo che esiste! È quando la mia dignità viene intaccata. Per questo Il Macellaio è un film erotico ma non è un film scabroso; si può forse dire che è un film magari un po’ noioso, ma non è un film che lede la mia dignità. Guardi, per me la dignità e la libertà sono due valori imprescindibili.”

Cosa mi dice del movimento #MeToo a lei sono capitate situazioni difficili? È riuscita a tenersi lontano da certi fastidi?
“Sì, mi è capitato, ma io sono una donna che mette molta soggezione agli uomini e non posso pensare che tutte le donne siano come me. E allora non le posso giudicare: le posso solo sostenere. Capisco che una donna davanti a un potente possa avere paura anche delle conseguenze di un rifiuto.”

Ma lei ha mai accettato compromessi?
“Ho rifiutato nove miliardi di lire da Berlusconi per un contratto di esclusiva: le sembra che sia una da compromessi?”

Di papa Francesco cosa pensa? Viene capito, non viene capito?
“Io sono entusiasta e lo capisco perfettamente. Secondo me viene capito fin troppo e per questo fa paura. Predica la povertà, l’uguaglianza, la tolleranza, l’integrazione, più di così… Predica quello che dovrebbe predicare, sta vicino agli ultimi. È dalla parte degli ultimi, dei più deboli, ha fatto dei discorsi tra l’altro estremamente moderni, estremamente empatici, umani. Fa quello che dovrebbe fare la Chiesa.”

È vero che Suor Silvana Pagliarino, Superiore Generale delle Madri Pie a Roma, è sua cugina?
“Sì, non l’ho mai raccontato perché non sapevo se le facesse piacere: visto che me lo chiede lei glielo confermo. Sì, è mia cugina ed è un importante punto di riferimento spirituale per me. Quando può mi dedica del tempo e io gliene sono infinitamente grata.”