Articoli / Blog | 07 Marzo 2018

Metro – L’insicurezza è come il freddo

L’insicurezza percepita è come il freddo percepito: non è solo quello del termometro ma anche quello che ti entra nelle ossa per il vento, per l’umidità, per qualcosa che te lo fa sentire più di quanto dica una gradazione oggettiva. Ora, l’Astat – l’istituto provinciale di statistica in Alto Adige – dice che i crimini calano (anche se di poco) ma l’insicurezza resta quella che era. C’è da chiedersi da cosa dipenda questa paura visto che se rimane un’emozione che ci prepara ad una sfida, a dare il meglio di noi stessi (ho paura di perdere il treno per cui corro) siamo sul versante positivo, quello dell’efficacia; invece se la paura diventa un panico che ci blocca o che ci spinge a dare il peggio di noi andiamo verso la tragedia. Non diciamo poi cosa avviene quando la paura domina un gruppo come accade per esempio quando la folla impazzita spinge qualcuno verso un muro e lo soffoca. Come tutte le emozioni, la paura spesso ne sa più della ragione e per tanto non basta liquidarla definendola “irragionevole”. Poiché la paura rende ciechi, è sempre assolutamente necessario riconoscerla, ammettere di provarla e, se si riesce, chiamare qualcuno che ci possa aiutare come facevamo quando eravamo bambini. Spesso sarà sufficiente che qualcuno ci prenda per mano, ci sorrida e ci dica che “non è nulla”; a volte, invece, ci aiuterà a darle un nome e un cognome. E a sconfiggerla.

Tratto da Metro