Alessandra Bialetti / Blog | 19 Dicembre 2017

Le Lettere di Alessandra Bialetti – Possiamo sempre concederci una possibilità

Lettera aperta ad Asia Argento

Sono giorni che mi porto dentro un magone e adesso trovo la forza di chiedere scusa ad Asia e a tutte le donne che si sono sentite ferite dalle mie parole.
Il destino, il karma o la provvidenza (ognuno la chiami come vuole) mi ha fatto conoscere proprio il giorno dopo la trasmissione una donna che mi ha raccontato di una violenza subita 30 anni fa e che quando si era confidata per la prima volta nessuno le aveva creduto. Ha pianto davanti a me e io mi sono sentita di merda. 
Di merda perché ero così presa da me e dal predicozzo che avevo preparato da non essere stata in grado di leggere negli occhi le tue lacrime. Perché per troppo tempo mi sono lasciata deviare dai demoni del sospetto e della diffidenza.
Ho esagerato e non ho dimostrato compassione e solidarietà. Mi sono rivista nella puntata e mi sono fatta schifo da sola nel riconoscermi.
Tanti miei amici e persone con cui ho condiviso tante battaglie mi hanno fatto ulteriormente capire con i loro giusti rimproveri e incazzature che ormai avevo perso senno e strada. 
Lo so Asia che è troppo tardi e non pretendo che tu possa accettare le mie scuse ma ti giuro che sono sincere. In questi giorni sto molto male e non posso chiedere a nessuno un conforto perché io non sono stata in grado di farlo.
Ti ringrazio anche di non essere mai scesa a insulti transfobi per accusarmi: sei sempre stata con noi nelle battaglie Lgbt e credo anche io che saresti una testimonial contro tutte le violenze.
Vorrei abbracciarti e ritrovare nei nostri occhi non più rancore ma la gioia di vivere che auguro a tutte coloro che hanno sofferto in passato e che vogliono combattere.
Ti voglio bene
Vladimir Luxuria

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Mi sono “imbattuta” nella lettera di Vladimir Luxuria ad Asia Argento, scritta dopo il confronto intercorso tra loro durante una trasmissione televisiva che trattava il tema della violenza sulle donne. Durante quell’incontro i toni si sono accesi su visioni differenti circa le modalità in cui la vicenda umana e dolorosa di Asia Argento con il produttore Weinstein fosse stata gestita e denunciata nel tempo.

Poi la lettera di Luxuria sulla quale non vorrei fosse archiviata come bieco opportunismo, mossa furba e mediatica come si potrebbe pensare ed esprimere. Né si vuole entrare nel merito del tema della transessualità che merita rispetto, ascolto ed attenzione ma esula, in questo caso, dalle intenzioni e dallo spirito che mi ha spinto a riportare la lettera e ad aggiungervi una riflessione.

Ciò che mi ha colpito è il percorso di consapevolezza di una persona che guarda dentro se stessa, legge le proprie dinamiche interiori e, rinvenendo passi non consoni al proprio essere e lesivi della sensibilità altrui, ha il coraggio di chiedere pubblicamente scusa del proprio agire. Si potrebbe obiettare che le scuse avrebbero potuto avvenire in privato senza portarle sui social ma gesti “pubblici” di consapevolezza di sé e delle proprie azioni hanno, o dovrebbero avere, il pregio di spingere a guardarsi dentro, a mettersi in discussione, a tornare sulle proprie posizioni vivendo quella comprensione ed empatia che al momento non si è saputo dimostrare. E non perché si debba sottolineare la rilevanza mediatica della persona che ha compiuto un tale gesto ma per mostrare come sia possibile ed auspicabile aprire strade di relazioni diverse e più costruttive. Strade che, in questo caso, partono dal riconoscere il proprio sbaglio e rendersi conto che questo possa aver arrecato sofferenza non solo ad Asia Argento ma anche alle tante donne vittime di violenza e incapaci, al momento e forse anche per tanto tempo, di una qualsiasi reazione e denuncia.

Ciò che, da quanto posso leggere, ha aiutato Luxuria a compiere questo percorso di consapevolezza è stato l’imbattersi in una donna che le ha aperto il cuore su una violenza subita trenta anni prima e sulla doppia violenza emotiva e psicologica di non essere stata creduta. Le lacrime di quella donna hanno generato il contatto profondo con la sofferenza dell’altro e di quella empatia che, nel corso della trasmissione si era “perduta” dietro il “predicozzo” di cui parla Luxuria. E questo mi spinge a comprendere sempre più che solo la contaminazione delle esperienze umane, l’ascoltare le vicende dolorose e intime delle persone sospendendo, fino al possibile, ogni giudizio o pregiudizio, sia la via privilegiata per costruire relazioni diverse, per aprire la porta a considerare l’altro con rispetto e a farsi carico della sua fragilità. E’ l’incontro con la sofferenza dell’altro che ridimensiona uno sguardo di accusa e di chiusura; non tante parole e teorie ma lo sporcarsi le mani con la storia di chi ci cammina accanto.

Non è facile, immediato e scontato riconoscere i propri errori e chiedere scusa, come è pesante riconoscersi responsabili di possibile ferite nei confronti di chi già porta sulle spalle un vissuto sofferente. Il conforto che vorrei arrivasse a Luxuria e che dice di non meritare, è la stima per il coraggio di guardarsi dentro e così aver reso il suo errore un momento di riflessione sulle tante dinamiche di diffidenza, chiusura e giudizio, che ognuno di noi porta con sé e sulla possibilità sempre e comunque di cambiare rotta e di aprire nuovamente il cuore.

E Asia Argento, da parte sua, ha riaperto la porta e accettato le “scuse” . Ha scelto di girare pagina portando così l’attenzione più su ciò che unisce (le tante battaglie e un comune sentire rispetto a tanti temi delicati) che su ciò che divide pur essendo stata ferita. Il bicchiere mezzo pieno anziché desolatamente mezzo vuoto.

Al di là del mediatico c’è l’umano che ci parla e interroga e ben venga il potersi soffermare nelle continue corse del nostro andare. E per questo non è mai tardi.

 

Vivo e lavoro a Roma dove sono nata nel 1963. Laureata in Pedagogia sociale e consulente familiare, mi dedico al sostegno e alla formazione alla relazione di aiuto di educatori, insegnanti, animatori. Svolgo attività di consulenza a singoli, coppie, famiglie e particolarmente a persone omosessuali e loro genitori e familiari offrendo il mio servizio presso diverse associazioni (Nuova Proposta, Rete Genitori Rainbow, Agedo). Credo fortemente nelle relazioni interpersonali, nell’ascolto attivo e profondo dell’essere umano animata dalla certezza che in ognuno vi siano tutte le risorse per arrivare alla propria realizzazione e che l’accoglienza della persona e del suo