Blog / In tre mesi | 16 Dicembre 2017

16 dicembre – Sembravamo Marta

Natale si avvicina. Oggi io e Marta eravamo in metro e sono entrati dei signori con le chitarre e la fisarmonica e hanno suonato proprio bene. La metropolitana andava normale anche se sembrava più lenta. La luce era normale nei vagoni anche se sembrava più grigia. Le persone non erano tante: eravamo tutti seduti però sembravamo troppi. Tutti pensierosi che ci davamo fastidio pure in pochi. Solo Marta guardava tutto e tutti. Noi leggevamo, guardavamo il telefono, guardavamo fisso il vuoto che vede solo i pensieri. Poi entrano loro e iniziano a suonare. Erano bravissimi. Non solo bravi a suonare ma proprio felici di suonare. Abbiamo iniziato a guardarli. Abbiamo alzato la testa e li abbiamo ascoltati con gli occhi. E i soldi non li dovevano raccogliere: un po’ perché glieli portavano le persone, un po’ perché erano proprio felici di suonare. Le persone che dovevano scendere alle fermate, si scordavano e dovevano fare una corsa se no perdevano la fermata. E ci veniva a tutti da ridere ogni volta. E poi abbiamo battuto le mani tutti quanti, quando hanno finito.
Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie

Tratto da Avvenire

“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.