Blog / In tre mesi | 12 Novembre 2017

12 novembre – Perché credi in Dio?

Perché credi in Dio, Paci? A volte fai delle domande, Stella, delle domande belle. E questa è la domanda più bella. Che viene voglia di non rispondere per non sciuparla. Perché credo in Dio, non è una domanda: è come la scatola dei segreti di Marta. È la cosa più preziosa che ha. Perché credo in Dio? Perché ho bisogno di essere bambina per vivere. Ho bisogno di essere bambina per qualcuno. Ho bisogno di qualcuno che sia grande. Grande come una casa. Grande come due braccia grandi. Grande come la scatola di Marta. Che è piena di tutto quello che avrà, perché qualcuno glielo donerà. E lei aspetta sicura come se avesse già tutto. Perché credo in Dio? Per essere ricca di tutto quello che non ho ma ce l’ha Lui. Di tutto quello che non sono ma è Lui. Ho bisogno di aver una carezza senza sentirmi debole ma solo come dono. Perché credo in Dio? Perché ho incontrato uno che mi ha dato quella carezza. Che ha aperto le braccia e mi ha dato casa. E io non credo in Dio, Stella. Di più. Molto di più. Io Gli ho dato la vita tra le braccia. E Lui mi ha dato la scatola dei segreti.
Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie

Tratto da Avvenire

“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.