3 novembre – La notte di Paci
L’ora migliore per non dormire sono le quattro, quattro e mezza. A quell’ora c’è silenzio anche nelle città più rumorose. René non c’è, il letto è mio, la camera è mia. La finestra è senza scuri e senza tende. Non temo di essere vista. E poi non c’è niente da vedere. Una donna in pigiama che scrive su un letto. Sto leggendo un libro molto bello. La storia di un uomo virtuoso che non sbagliò mai in amore. E morì solo senza aver amato mai. Se non sbagli mai in amore muori virtuoso ma da solo. Gesù morì da peccatore. Guarda un po’: ci ha dato la vita uno condannato a morte. Ci penserò. Si risorge solo da morti, solo dai morti. Me ne torno a dormire. Voglio che la sveglia mi trovi addormentata. Voglio darle un senso. La sveglia deve svegliare. Chiedo a Gesù mio di non farmi virtuosa. Non voglio morire virtuosa. Voglio morire innamorata e quindi… quindi… non lo so… lo sa Lui. È lui l’esperto d’amore. Grazie Gesù che hai creato le quattro, quattro e mezza del mattino. Sono l’ora migliore per svegliarsi anche se sarebbe meglio dormire. Ma io a essere meglio non ci riesco.
Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie
Tratto da Avvenire
“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.