25 ottobre – Ti vergogni di me
René, tempo fa sarei corsa appresso a te che non mi aspettavi perché volevo raccontarti una cosa, una sciocchezza che mi aveva impressionato. E poi succedeva che tu ascoltavi e ti guardavi intorno, perché ti vergogni di me. Era solo una sciocchezza ma tu non mi guardavi. Perché fai così? Era presto e non c’era nessuno. E poi ci stavo attenta a non avere la voce troppo alta. Dici sempre che ho la voce squillante, che urla. E allora ci stavo attenta. Ma adesso dico: perché devi farmi vergognare? Farmi sentire inadeguata? Non puoi ascoltarmi? Non puoi ascoltare tua moglie con la voce squillante? E magari ridere con me? Eri solo preoccupato di non fare figure sciocche, imbarazzanti, con la gente che passava per strada lì vicino a noi. Che, in fin dei conti eravamo solo un marito e una moglie che parlavano (la moglie con la voce un po’ alta, te lo concedo). Allora ti ho detto: ciao, te lo racconto stasera. Ma ho detto una bugia. Non te lo racconto stasera. (A meno che me lo chiedi). Ma tu non mi hai fermata. Te ne sei andato dove dovevi andare. A fare le cose che dovevi fare. Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie
Tratto da Avvenire
“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.