Articoli / Blog | 21 Settembre 2017

Agi – Checco Zalone è un genio, perché ci dimostra che possiamo esserlo anche noi

“Per fare il cafone e l’ignorante ho studiato tanto”. Con questa travolgente battuta Checco Zalone fa gli auguri di inizio anno alle scolaresche italiane e per qualche minuto cancella i problemi che affollano gli schermi dei nostri devices e ci obbliga a ridere e a pensare. Come accadde esattamente un anno fa con lo strepitoso spot a favore della ricerca sulla SMA.
È sempre più chiaro che nel caso di Luca Medici la parola da usare è “genio”. Te ne accorgi ad ogni passo. Per esempio oggi, quando ho chiesto al primo amico che ho incontrato se aveva visto l’ultimo video di Checco e, alla sua risposta negativa, ho cercato di raccontarglielo e sono riuscito a trasmettere un millesimo di quanto avevo ricevuto dal comico guardando il suo videomessaggio. Che infatti è stato trasmesso durante la cerimonia ufficiale che si è tenuta a Taranto alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della ministra.
Perché quando incontri un genio è come quando si incontrano quegli amici, quelli che si erano lasciati prima dell’estate augurando loro buone vacanze; e siamo lì per raccontare le nostre ferie, le nostre famiglie, le nostre gioie ed arriviamo al punto, stiamo per raccontare quel fatto, quella parole, quel gesto esploso; quando siamo tutti accesi pronti per riferirlo e ci accorgiamo di non saperlo più. Ci scusiamo, sorridiamo. E non la sappiamo più. Non riusciamo più a ritrovarlo. È svanito nella nostra memoria. Perché il genio ha la forza di introdursi nel midollo della nostra vita senza che ce ne accorgiamo, sfuggendo alle nostre mani concave, alla nostra anima lenta, alla nostra intelligenza torpida. Ci rendiamo conto benissimo che quel fatto era in un certo posto della nostra mente, che era in quella regione, che teneva quel posto, che aveva un certo volume, ma che ora non c’è più e noi siamo assolutamente incapaci di farlo rinascere o ritornare. E ci rimane la netta nostalgia di un attimo magico che è passato, ci ha baciato, e se n’è partito. È partito e non tornerà mai più.

Per questo restiamo a bocca aperta e sappiamo che quell’attimo è di tutt’altra qualità d’anima, è della stessa qualità della nostra anima antica, dell’anima bambina. Di quando in certi momenti, in certe riunioni familiari, ridevamo, ridevamo, ridevamo tanto. Ed eravamo felici. Perché in quel momento c’era solo il ridere e l’essere felici. In più, Checco Zalone, ci dà l’impressione di essere come noi, soprattutto come noi italiani nei momenti peggiori. Quando pensiamo che genio possiamo esserlo tutti, posso esserlo anch’io. Basta che studio tanto.

Tratto da Agi