Articoli / Blog | 02 Agosto 2017

MIO Anno II n. 30/ DON MAURO LEONARDI PARLA CON I LETTORI – La questione degli incendi

Mauro Leonardi (Como 1959) è stato ordinato sacerdote dal 29 maggio 1988. Vive a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su diverse riviste e quotidiani. Il suo blog è Come Gesù.  

______

Caro don Mauro, 
ho letto che alcuni degli incendi che stanno funestando il nostro paese sono stati appiccati per “regolare” delle questioni familiari e matrimoniali. Come è possibile che si possa usare tanta violenza tra persone che dovrebbero amarsi? Come si può arrivare a distruggere mezzo paese per risolvere un problema di famiglia?  (Luigi, Civitavecchia)

 

Caro Luigi, 

se ti riferisci all’incendio che recentemente ha devastato la riserva naturale dello Zingaro, io mi trovavo per caso lì vicino proprio in quelle ore. In realtà, sulle cause, ho sentito versioni molto diverse non solo quelle che hai detto tu.

In ogni caso, senza andare a finire nel processo penale, bisogna tener presente che, se non altro, il gravissimo problema degli incendi nasce comunque da una forma grave di incuria, ignoranza e violenza. Anche quando l’incendio non è doloso e scoppia perché distrattamente si è lasciato cadere un mozzicone di sigaretta ancora accesi significa che nel nostro cuore trattiamo la nostra terra come una pattumiera, e non ci vogliamo curare delle conseguenze di quanto facciamo. 

Passare dalla non custodia della natura alla violenza contro le persone è un percorso breve e bidirezionale: la logica è quella del bambino viziato che se non riesce ad avere una cosa o una persona, deve fare in modo che nessun altro possa ottenerla. Ecco perché Laudato Sì, l’enciclica che Papa Francesco dedica alla cura della natura è una enciclica profondamente teologica. Il tema centrale è infatti che l’uomo è chiamato a custodire il creato (natura e persone) in cui è inserito.