Blog / Renato Pierri | 15 Dicembre 2016

Lettere di Renato Pierri – Quale sarebbe il disegno di Dio riguardo alla sessualità degli omosessuali? (Dialogo immaginario tra due monache)

Suor Teresa: “Hai letto che cose simpatiche scrive Renato Pierri sul blog “Come Gesù”? Ascolta: «Guai se non ci fosse un po’ di disordine nella vita, ma anche nella natura. Bellissimo un fiume in piena, un mare in burrasca. La vita degli artisti è disordinata, la vita dei santi è disordinata. Viva il disordine. Bella una bella testa scapigliata. Bellissima la splendida “Scapigliata” di Leonardo… Sapete che vi dico? Viva l’amore, l’amore ordinato e l’amore disordinato, l’amore sacro e l’amor profano. Importante è dare gioia e non sofferenza. Questo potrebbe essere un bel criterio».

Suor Veronica: “Un bel criterio per cosa?”

Suor Teresa: “Per distinguere tra amore buono e amore cattivo, morale o immorale. Un amore che dà sofferenza è un amore cattivo, un amore che dà gioia è un amore buono”

Suor Veronica: “Mah, insomma, non è un criterio sempre valido. Due persone buone e oneste che si amano, ad esempio, potrebbero involontariamente far soffrire la persona che è perdutamente innamorata di una di loro”

Suor Teresa: “Eh già… eh già… il nostro amore fa soffrire la Superiora che è innamorata di te. E non per questo si può dire che il nostro amore non sia buono”

Suor Veronica: “Ma che dici, stai zitta per favore, tesoro. La Superiora… mi dà fastidio solo il pensiero. Io amo te”

Suor Teresa: “E il nostro amore, com’è il nostro amore, buono o cattivo, morale e immorale?

Suor Veronica: “Il nostro è amore, amore e basta, è amore puro”

Suor Teresa: “Puro?”

Suor Veronica: “Ma sì, vero, autentico. Io darei la vita per te. Può esserci amore più grande?”

Suor Teresa: “Ma gli atti, gli atti… sono definiti intrinsecamente disordinati nel Catechismo”

Suor Veronica: “E’ una definizione che lascia il tempo che trova. Disordinati rispetto a che cosa?”

Suor Teresa: “Adesso non ti arrabbiare, amore mio, faccio la parte del diavolo: sono immorali i nostri atti perché in contrasto col disegno di Dio, stravolgono il fine della sessualità”

Suor Veronica: “E quale sarebbe il disegno di Dio riguardo alla sessualità degli omosessuali? Quale sarebbe il fine della sessualità degli omosessuali?”

Suor Teresa: “Amore mio, hai messo in difficoltà il diavolo. Io pensavo alla sessualità in genere, ma hai ragione, qui si tratta della sessualità nostra, degli omosessuali, delle lesbiche come noi”

Suor Veronica: “Come facciamo ad andare contro il disegno di Dio, se tale disegno non prevede nessun fine per la nostra sessualità?”

Suor Teresa: “Hai ragione, tesoro, che cosa cambia se ci amiamo oppure non ci amiamo? E che cosa gliene può importare al buon Dio del nostro amore? Il fine sarà di amarci, di amarci come ci amiamo”

Suor Veronica: “E perché piangi adesso? Non piangere”

Suor Teresa: “Lasciami piangere”

Suor Veronica: “E va bene, piangi, ma dimmi perché piangi”

Suor Teresa: “Abbiamo fatto un voto… ”

Suor Veronica: “Il voto di castità? Adesso non stai facendo la parte del diavolo, mia cara, ma la parte della bambina. Nella tua testa c’è il Dio geloso, il Dio che si offende, il Dio che si attacca alle piccole cose”

Suor Teresa: “Ma un patto è un patto… “

Suor Veronica: “Teresa cara, immagina di parlare alla tua mamma: «Sai mamma – potresti dirle – senza avere un tuo parere, senza sapere se, conoscendomi, ti stava bene oppure no, tempo fa ho preso un impegno con te, senza conoscere il tuo parere ho fatto un patto con te, adesso però non me la sento di mantenere il mio proposito, mi pesa troppo, mantenerlo mi rende infelice». Che cosa pensi ti risponderebbe la tua mamma, vorrebbe la tua felicità o la tua infelicità?”

Suor Teresa: “Sì, Dio è mille volte più buono e comprensivo di una mamma”

Suor Veronica: “Vedi? Vieni qua che ti asciugo le lacrime. C’inventiamo certe cose, mia cara, diamo un’importanza eccessiva a certe cose, e immaginiamo che anche il Signore dia importanza a certe cose. Ci siamo inventati i voti… le promesse… e guai a trasgredire i voti, guai a non mantenere le promesse. Sciocchezze!”.

Veronica Tussi

 

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