Blog / Rassegna stampa | 28 Ottobre 2016

FaroDiRoma – I Medici. Luca Bernabei risponde alle accuse di oscenità

All’indomani della prima puntata di Medici, Bruno Mardegan ha fatto conoscere al blog “Come Gesù” di don Mauro Leonardi delle lettere in cui accusava la fiction di Lux Vide di oscenità. Gli risponde con questa lettera Luca Bernabei ad della casa di produzione.

Caro Don Mauro,
vorrei prendere spunto dalla lettera di Bruno Mardegan pubblicata il 23 ottobre sul tuo Blog “Come Gesù” per riflettere sul giudizio che merita la fiction “I Medici”, la prima serata andata in onda martedì 18 ottobre su Rai Uno ha realizzato il 30% di share con quasi 8 milioni di telespettatori, anche la seconda puntata ha ottenuto ottimi ascolti.
Siamo solo all’inizio delle quattro serate su cui si sviluppa il progetto televisivo. Per esprimere un giudizio e soprattutto un giudizio morale sul comportamento dei protagonisti è opportuno aspettare la fine del percorso tracciato. Solo così la valutazione potrà essere esaustiva.
Cosimo de Medici è stato un uomo dalla personalità complessa e per questo ancora più affascinante. Egli è un uomo naturalmente attratto dalla bellezza e dalla rappresentazione artistica. Questo gli fa incontrare e apprezzare geni del calibro di Donatello e Brunelleschi. Nel suo ardore giovanile, l’amore per il bello si declina anche in un’avventura amorosa ed essa è raccontata anche visivamente con la scelta di non essere censori, ma nello stesso tempo – mi pare – mai volgari o gratuiti.
Successivamente Cosimo sarà costretto a rinunciare al suo amore giovanile e a sposare una donna che non conosce. Quello che – come la fiction mostra con onestà – inizialmente è solo un assolvere il dovere coniugale, diverrà – nel tempo e nel corso delle puntate ancora non andate in onda – un rispetto, una stima e finalmente anche un legame affettuoso, forte della fedeltà che Contessina, sua moglie, non gli farà mai venir meno. Anche solo sinteticamente espresso, questo rapporto matrimoniale è, a mio avviso, di grande empatia ed edificazione per il pubblico odierno, pur non scostandosi da quella che è la verosimiglianza storica secondo le fonti a noi note.
La prima puntata mostra altri comportamenti non moralmente integri, sia sul fronte dei legami interpersonali, sia nelle modalità di persuasione dei cardinali per l’elezione del pontefice.
A questo proposito è importante sottolineare come l’elezione del Cardinale Baldassare Cossa che è messa in scena sia un fatto realmente accaduto; che le caratteristiche del personaggio sono molto vicine a quelle su cui concordano gli storici e che, per l’altro – in un contesto in cui vi è stata la compresenza anche di tre pontefici – Cossa fu dichiarato antipapa una manciata di anni dopo la sua elezione. Quella descritta è effettivamente una pagina non luminosa della storia della Chiesa, in un contesto in cui la corruzione era purtroppo all’ordine del giorno anche fra il collegio cardinalizio. Ma non censurare o passare sotto silenzio questi eventi e come i Medici ne siano stati coinvolti non può essere di per sé giudicato come sconveniente o inopportuno. Dalla stessa devozione per la Bibbia – come spesso ci ricordava Ettore Bernabei – si desume che il male non va nascosto, che il male va raccontato (pur con la prudenza necessaria) perché solo mettendo in campo anche la inevitabile parte deteriore dell’umano è possibile far risaltare la pienezza della libertà e della responsabilità dell’uomo stesso capace di scegliere il bene.
Questo conflitto fra bene e male è il nucleo portante di ogni drammaturgia e di ogni fiction, senza il quale si esce dal genere a cui noi ci dedichiamo.
Ecco, dunque, che nel nostro racconto si notano anche cardinali incorruttibili e soprattutto ecco che il protagonista Cosimo si staglia nell’immaginario dello spettatore come un uomo che conosce il bene e riconosce il male; che prega, che vive drammaticamente le scelte che deve fare; che scende a compromessi, talvolta, ma sa riconoscere il peccato e se ne pente. Questo sarà il suo percorso, non privo – nelle puntate che seguiranno – di un rapporto intenso e dialettico con Papa Eugenio IV, un pontefice probo che sarà per lui la voce della coscienza.
Infine, l’uomo che amava riprodurre sul suo taccuino le bellezze di Roma antica, diviene colui che accetta la sfida di donare alla sua Firenze la cupola più maestosa dell’architettura del tempo e che ancora oggi dà gloria al Creatore: raccontare come questo sia avvenuto per volontà di un uomo come Cosimo, non perfetto, non santo, ma così appassionato della bellezza come segno evidente della presenza di Dio nella storia, mi pare una forma alta di raccontare le vicende umane. Si tratta di una forma evidente di testimoniare che la Provvidenza scrive dritto sulle righe storte tracciate dagli uomini.
In quest’ottica provvidenziale vorremmo umilmente porci con il nostro lavoro. Sono consapevole che ogni iniziativa è perfettibile, ma guardandomi attorno, nel panorama dell’intrattenimento italiano ed internazionale sotto gli occhi di tutti, mi chiedo onestamente se il nostro sforzo non possa considerarsi meritevole.

Comunque Bruno Mardegan se vuole sa come raggiungermi, sarei ben lieto di dargli queste spiegazioni anche personalmente.

Cordiali saluti.
Luca Bernabei

Tratto da FaroDiRoma

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