Blog / Renato Pierri | 25 Settembre 2016

Lettere di Renato Pierri – La crudeltà e la cecità della natura attribuita al buon Dio

Mi scrive con tono polemico una religiosa signora contraria ad una legge sull’eutanasia: “Renato, se è favorevole all’eutanasia può venire all’ospedale civile qui, nel mio paese (in Calabria), perché qua se entri da anziano ammalato, difficile che ne esci vivo.Tornano a casa morti i poveri anziani malati. A volte li fanno portare via dopo aver avvisato i parenti che moriranno a breve. Preferisco non continuare… Altro che legge sull’eutanasia. Uno schifo totale poveri vecchietti, per non parlare della sgarbatezza degli infermieri rozzi e crudeli, senza pietà verso nessun anziano. La mia mamma morirà a casa sua, come nonna che mai, diceva, voleva morire in un ospedale di qua” (Blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi). Ed ecco la mia risposta che credo possa interessare anche ad altri lettori oltre quelli del blog: “Vedo, gentile signora, che piano piano lei finisce per darmi ragione. Non le va giù che si faccia violenza agli anziani malati. Siamo perfettamente d’accordo: ognuno dovrebbe essere libero di terminare la sua esistenza dove vuole (a casa o in ospedale), e quando vuole. Purtroppo gli uomini sono crudeli ed anche la natura è capricciosa, crudele, non guarda in faccia a nessuno. Come la morte. Anche sora morte corporale è capricciosa, crudele, maleducatissima. Arriva senza chiedere permesso. Afferra improvvisamente un essere umano o un animale e se lo porta via in un batter d’occhio. Alle volte. Altre volte, invece, e questa è la cosa tristissima, lo afferra, lo tiene stretto, lo fa soffrire, e non se lo porta via subito, gli è addosso, non lo molla, e il tormento può durare giorni, mesi o anche anni. Non lo molla. Anni con la morte addosso. Con la sofferenza atroce addosso. Stranamente, alcuni, quasi bestemmiando inconsapevolmente, attribuiscono il capriccio, la crudeltà, la cecità della natura, al buon Dio. Pensano che sia Dio a stabilire la morte di ciascun individuo.

Carmelo Dini

 

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