Blog / Un Cireneo | 01 Settembre 2016

Le Lettere di Un Cireneo – “Qualcosa” può andare nel verso sbagliato. La mia recente esperienza su questo blog

Cari amici,
vi ringrazio tutti per l’affetto che mi avete mostrato.
Non sono solito tornare indietro alle decisioni che assumo, specialmente se ponderate. Ma nel momento in cui queste decisioni sono in qualche modo la conseguenza del comportamento o delle parole di un’altra persona, don Mauro nello specifico, e questa persona ci ha tenuto a chiarirsi con me – il che ha significato una lunga e dettagliata mail inviata da me ed una lunga conversazione telefonica – ho accettato pienamente le risposte fornite da don Mauro.
Sono personalmente contento di aver ricevuto tutte le spiegazioni richieste, con la consueta disponibilità e gentilezza. Ma sono anche contento, essendo venute meno le cause che mi hanno spinto a salutarvi, di poter rimanere con voi per arricchirmi insieme a voi.
Ho toccato con mano il detto, quanto mai a tema, che di definitivo a questo mondo non vi è che la morte, nonché l’importanza delle scuse. Papa Francesco ne ha fatto un tema importante del suo pontificato a sottolineare l’importanza del chiedere scusa in famiglia – questa è una sorta di famiglia spirituale – ma anche nel non chiudersi nelle proprie ragioni, ovvero accettare le scuse.
Su richiesta di don Mauro e d’accordo con lui, riporto i punti critici che ho ravvisato (ed ho elencato per mail) nella travagliata giornata di Lunedì 29 Agosto, nel post intitolato: “La morte e la sofferenza sono un male? È possibile pensare che Dio possa procurare sofferenza e morte”?

Qui la Lettera di Un Cireneo oggetto di questa discussione

1) Nel tuo post delle 17.05 scrivi: “Ma stiamo scherzando? Certo che la sofferenze e la morte sono un male”!
Io ti ho inviato 3 giorni prima il mio documento chiedendoti espressamente commenti riguardo la correttezza teologica. E questa richiesta ti è stata rivolta tre volte in tre distinte mail. Tu sei stato in silenzio sull’aspetto teologico, anzi alla seconda mail non hai nemmeno risposto, e poi fai questa sparata sul blog?
Vorrei che tu capissi bene. Non è un problema di riflettori accesi sui miei errori (di cui, nello specifico, non sono sicuro che vi siano anche se è certamente possibile). Mastico qualcosa di teologia ma non sono un teologo e non ho la pretesa di esserlo. Se sbaglio mi fa piacere essere corretto perché così cresco e sono il primo, in diverse occasioni, ad essermi pubblicamente scusato quando qualcuno, in genere Pierri, ha rilevato miei errori.
Il punto è che io ho letto il tuo comportamento come profondamente scorretto nei miei confronti, una totale mancanza di rispetto per me. In privato non mi dici nulla e in pubblico mi attacchi?
Perché non mi hai indicato PRIMA di guardare la Controversia De Auxiliis e invece te ne esci DOPO la pubblicazione, tra l’altro con una nota dentro il mio post?
Pensi che questo comportamento abbia accresciuto o ridotto la mia fiducia in te?

2) Tra l’altro, perché solo nelle mie lettere tu commenti dentro la mia riflessione e non lo fai con altri? Non potevi scrivere una risposta al post?

3) Io mi sforzo di ragionare e motivare le mie affermazioni e tu rispondi con un luogo comune: “Certo che la sofferenze e la morte sono un male”! Dove è la motivazione? Come possiamo crescere se tu ti limiti agli slogan? A meno che non pensi che la storiella di Adamo ed Eva sia la motivazione….

4) Che c’entra la Controversia De Auxiliis?
A parte il fatto che tale termine mi risulta venne coniato a seguito del libro del De Molina che, non ho letto, come non ho letto gli atti della Commissione papale e quindi probabilmente mi manca più di un passaggio, però, da quel che ho potuto capire, la controversia al più sfiora il mio tema, ma non è il centro della mia riflessione.
Ma supponiamo che la controversia sia proprio il centro della questione. La Congregatio De Auxiliis istituita dal Papa per dirimere la questione arrivò alla conclusione di non poter decidere quale tra le tesi del gesuita e del domenicano fosse sbagliata per cui stabilì che ogni Congregazione potesse portare avanti la propria tesi, senza denigrare quella dell’altra.
Se la questione è aperta, perché non se ne può parlare in un blog che fa cultura? A tal proposito, vedi il punto 6).

5) “Non interessa nessuno”.
Su che basi lo affermi?
Se sono quelle su cui misuri il successo dei tuoi scritti e di ciò che viene scritto nel blog – ci siamo confrontanti privatamente ed ho espresso anche pubblicamente il mio pensiero riguardo il personale disinteresse verso il numero di commenti. Io cerco la verità che non si misura a peso o a numeri di persone che battono le mani. Anzi il consenso lo vedo come un rischio per l’orgoglio – ebbene questi ultimi post hanno avuto un numero molto alto di commenti.
Come fai a dire che l’argomento non interessa nessuno?
Per quale motivo hai affermato quello che mi sembra un evidente falso? Tra l’altro ti sei esposto con questa affermazione ad inizio del pomeriggio, dopo poche ore che era uscita la riflessione. Mancanza di prudenza?
Ti dirò di più. Passato il momento di picco del dolore, vedrai che queste domande, e altre collegate, qualche sopravvissuto al terremoto (e non solo) le porrà. Io mi sono interrogato molto su Dio dopo la morte di mio papà.

6) “Soprattutto non interessa le persone sopravvissute”.
Come espresso al punto precedente, questo non è necessariamente vero. Ma andiamo oltre.

Hai ripetuto più volte che il tuo blog è pensato per fare cultura, uno spazio nel quale tutti possano esprimere le loro idee. Con un pizzico di legittimo orgoglio hai anche affermato che potrebbe essere il primo tentativo in Italia.
Io, e molti tra noi, ti abbiamo creduto e abbiamo postato riflessioni con cui, nel nostro piccolo, anzi nel nostro piccolissimo, nel nostro essere infinitesimi ci siamo confrontati sull’Infinito, sull’uomo, sulla Chiesa. Senza alcuna pretesa di verità o ambizione di sostituirci alla Dottrina della Chiesa.
Trovo difficile spiegarmi come si coniughi la mission del blog con le affermazioni per cui non si possa parlare così al sofferente e che non si possa citare al sofferente la Salvifici Doloris.
Eravamo forse di fronte al sofferente a leggere la Salvifici Doloris o a disquisire di male, morte e sofferenza al pari dei teologi di fronte a Giobbe? (Tra l’altro, leggendo il bellissimo libro di Giobbe io mi sono convinto che gli amici teologici che lo visitano siano stati importanti per permettere a Giobbe di arrivare a incontrare Dio e parlargli direttamente. Se non ci fossero stati loro, forse non ci sarebbe stato il dialogo tra Giobbe e Dio. Non sono stati accidenti, ma opportunità. Ma è un mio personale sentire).
Stavamo forse inviando uno scritto aperto ai giornali indirizzato a quelle popolazioni?
Qualcuno tra noi pensava di dover celebrare la Santa Messa al posto del vescovo e si stava preparando l’omelia?
Pensi che qualcuno tra noi sia così stupido da parlare in questi termini di fronte alle persone che soffrono? E se non siamo stupidi, perché allora trattare le persone come se fossero stupide?

7) “Perché, il senso del dolore, che è la Croce, è soprannaturale – S-O-P-R-A-N-N-A-T-U-R-A-L-E – non umano.”
Il senso lo conosce solo Dio. Come tutte le cose della nostra vita. Ma questo non ci impedisce di porci domande e di cercare le risposte. La ragione e l’intelligenza nostro Signore ce le ha donate anche per questo. E sul senso della morte e della sofferenza l’uomo si interroga da quando è disceso dagli alberi.
Ma non si può fare su un blog che ha l’ambizione di fare cultura?
Io non ho mai affermato certezze. Ho provato, nel mio piccolo, piccolissimo, ad abbozzare proposte. E ogni proposta è fatta per essere contraddetta con argomentazioni, sempre se si pensa di fare cultura. Ma non con il dire: non se ne può parlare perché è soprannaturale.
Non dovremmo parlare neanche di Dio, allora. E’ quello che vuoi?

8) Che cosa significa l’invito a non fare più in futuro, certamente a te, questo tipo di discorsi?
Non so come tu abbia interpretato la mia riflessione.
Io ho certamente interpretato questa tua affermazione come una limitazione alla possibilità di trattare certi argomenti sul tuo blog. Oggi, questo, domani altri. Per quanto tu sia libero di deciderlo, è il tuo blog, io sono libero di non accettarlo. Non accetto questo tipo di censura anche se trovo strano che tu permetta a delle persone di proporre argomentazioni che suonano molto prossime a bestemmie e poi impedisca ad altri di parlare di Dio con sommo rispetto e devozione, anche se da una prospettiva non tradizionale.
Mi permetto di suggerti di aggiornare ulteriormente le regole del blog: le parolacce e le offese sono le benvenute, i discorsi sul male e la sofferenza no, a meno di non essere in linea con quanto pensi tu.

9) Il fatto poi di non farti più tali discorsi perché sei un credente, vuol dire che io sia un mis-credente?
E se lo fossi, tu, da bravo credente e buon presbitero, non dovresti rendere conto della speranza che è in te e portare verso la verità colui che è in errore? Non era la missione della Chiesa del passato? Oggi è cambiata?
O forse l’uomo-mediatico sta divorando l’uomo-sacerdote? Ah, dimenticavo: tu parli da sacerdote quando confessi e celebri la Santa Messa, e da persona qualunque nel blog… Non dovevo aspettarmi nulla di ciò. Mio errore.

10) Con stupore ho letto la tua affermazione rivolta a Dulce Lignum: “A loro importa il vescovo, il vescovo: hai capito?”.
Una certezza che sembra da te gridata. Ma chi te l’ha detto?
A loro certamente interesserebbe poter riavere i loro cari. Del Papa, del Vescovo, di te, di me, di noi tutti non interessava, nel giorno del funerale, un fico secco.
Poi, forse, verranno i giorni delle domande che desiderano delle risposte che, con questo tuo approccio e queste tue espressioni, probabilmente qui non troveranno.

11) Con altrettanto stupore ho letto il rimbrotto a Parma e Piacenza, da te giustificato con il fatto che anche Pierri è stato attaccato nel blog.
Ma scherzi?
Tu ti difendi da un eccesso che hai commesso invocando il fatto che qualcun altro ha “attaccato” Pierri? Sapevo che due mali non facessero un bene. E penso che il sacerdote che gestisce il blog Come Gesù, perché sacerdote sei e rimani in ogni contesto, non dovrebbe fare il vendicatore di nessuno e meno che mai attaccare chi esprime civilmente un parere.

12) Che qualche cosa non sia andato in te nel verso giusto, lunedì, mi è sembrato più che possibile anche dai tuoi commenti sul vescovo d’Ercole e la Miriano.

13) Intanto mi sono chiesto cosa significhi la frase che hai scritto un po’ dappertutto: “Grazie anche a voi ho potuto scrivere l’articolo a favore del vescovo italiano Giovanni D’Ercole”.
Ti è stato chiesto di scrivere un pezzo per esaltare il vescovo?
Il vescovo è stato attaccato dai mass-media o da qualcuno nel blog tanto da richiedere il tuo pronto intervento? Personalmente penso che il vescovo sia stato splendido, all’altezza della delicata situazione.

14) Non sei stato forse tu ad aver contrapposto D’Ercole alla Miriano, nel tuo articolo, senza alcun senso?
Lei è una giornalista e si è data da fare materialmente e spiritualmente, lui è il vescovo ed ha celebrato i funerali oltre che aiutare sul posto le persone. Quanto di mirabile e non scontato ha fatto il vescovo (spalare) è stato impedito agli altri, o quanto meno vivamente sconsigliato, dal Responsabile dell’Ufficio Emergenze della Protezione Civile, dott.ssa Titti Postiglione. Volevano sul posto persone con una preparazione specifica e non generici volontari.
Sono figure sovrapponibili il vescovo e la giornalista? Qualcuno ti ha chiesto di scegliere tra le due persone? Non siamo tutti figli di Dio che camminiamo tra le fatiche dell’esistenza, ognuno chiamato a fare qualcosa per Dio e per l’uomo secondo i propri carismi?
Il Vangelo parla del grano e della zizzania che crescono insieme. In questo tuo intervento ti ho percepito come seminatore di zizzania. E che un sacerdote manchi completamente della virtù della prudenza e semini la zizzania, un po’ di dolore me lo crea. Forse va bene per il pubblico anti-Miriano a cui ti rivolgi. Va meno bene per me.

15) A margine, negli ultimi scritti della Miriano, non ho percepito nessun riferimento a ciò che dici tu, ovvero il cristianesimo del tipo: “O si fa così o non sei credente”. Dove lo ha scritto o dove lo ha fatto intendere?
Ha proposto una iniziativa che può piacere di più o di meno. Ma quando preghi Dio per una persona o per un gruppo di persone è sempre una iniziativa bella, lodevole, per un credente nell’ottica di fede. Almeno questo mi sembrava fosse l’insegnamento della Chiesa fino a lunedì.
Mi è sembrato invece che, freudianamente, o si parla come suggerisci tu “del” dolore (non “al” dolore perché, ribadisco, non stavamo parlando ai terremotati né “nel” dolore perché nessuno tra noi, almeno che io sappia, è stato direttamente coinvolto negli affetti cari in questa tragedia) oppure non si è credenti.
A tal proposito mi domando se sia cristiano pensare che gli insulti siano quasi cercati e meritati perché la preghiera la si fa in un certo modo e il dolore va maneggiato con cura.
In tutto questo modo molto umano di pensare e di agire ho percepito ideologia. E, come ogni ideologia, è pericolosa. Asservita all’ideologia vi è poi l’idolatria di quelle persone che propongono certe tesi e la normalizzazione di altre persone con tesi contrarie a quelle desiderate.

16) Infine, don Mauro, è successo qualcosa tra il tuo post delle ore 9.08 ed il tuo post delle ore 14.11? Sembrano due persone diverse che scrivono.
Vi è stata una qualche recidiva particolarmente intensa a partire dalle ore 17.00?