Blog / Renato Pierri | 15 Agosto 2016

Lettere di Renato Pierri – Il bambino di Niki Vendola e la sventurata Laura Vicuna

 

Il bambino di Nichi Vendola e la sventurata Laura Vicuña
Si parlava del bambino di Nichi Vendola, sul blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi, ed ho letto il seguente a mio parere sconcertante commento: «Il problema è che i “genitori” difficilmente si prenderanno l’impegno battesimale di educarlo alla fede ed aiutarlo ad incontrare Dio…che però saprà trovare la strada. È una storia molto simile a quella della beata Laura Vicuña; la mamma vedova e con due bimbe piccole, per motivi di povertà, conviveva con uno. La bambina, educata cristianamente da alcune suore, cercava in ogni modo di convertire la mamma…con ragionamenti, preghiere, offerte di sacrifici. Alla fine offrì a Dio la sua stessa vita; morì a 12 anni ed ebbe la gioia della conversione della mamma che abbandonò quell’uomo. Non è medioevo, ma storia del 1900… Speriamo che anche questo bambino possa conoscere la fede cristiana grazie a santi sacerdoti, o suore, o laici che abbiano il coraggio di dirgli tante cose. Preghiamo Dio che ce ne dia tanti!».

Un Dio assetato di sangue, non soddisfatto evidentemente dell’atto redentore del Cristo che “fu perfetto e sovrabbondante” (E. Peretto, Nuovissima versione della Bibbia, Edizioni Paoline), ha bisogno di nuove vittime, di vittime bambine, altrimenti non concede grazie e non converte peccatori. Questo ancora crede oggi qualche cattolico del terzo millennio. E questo, suore ignoranti del vangelo fecero credere alla sventurata bambina Laura Vicuña. Nel vangelo non esiste un solo versetto che autorizzi a pensare che il Signore chieda sacrifici d’innocenti per concedere grazie o convertire peccatori. La disgrazia della povera bimba non fu solo d’essere capitata in un collegio di suore ignoranti, ma anche d’avere un confessore più ignorante delle suore ignoranti. A lui, infatti, la bimba chiese di poter offrire la sua vita al Signore per salvare la sua mamma. E lui, anziché dirle a un dipresso: “Bambina mia, ma che cosa dici? Ti rendi conto che offendi il Signore, credendolo capace di farti morire per concederti una grazia? Se il Signore vuole aiutarti, ti aiuta senza toglierti la vita. Il Signore vuole che tu viva, come lo voglio io e tutti coloro che ti amano, compresa la tua mamma”, anziché dirle questo, le diede il permesso insensato di offrire (ma che significa?) la sua vita al Signore. Quando un bambino è di salute cagionevole e desidera ardentemente di morire, fa presto a morire. La stessa cosa accadde ai piccoli Francesco e Giacinta, i due pastorelli di Fatima, alla quale una Signora incosciente aveva preconizzato la morte prematura. La bimba, che chiedeva continuamente alla Madonna di farla morire, a dodici anni e mezzo se ne andò. Prima di morire disse alla madre: “«Mamma, io muoio! Io stessa l’ho chiesto a Gesù. Sono quasi due anni che gli ho offerto la vita per te, per ottenere la grazia del tuo ritorno alla fede. Mamma, prima della morte non avrò la gioia di vederti pentita?». Questa le promise allora di cambiare completamente vita. Laura poté allora spirare serenamente dopo aver pronunciato queste ultime parole: “«Grazie, Gesù! Grazie, Maria! Ora muoio contenta!». In occasione del funerale la mamma tornò ad accostarsi ai sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia” (http://www.santiebeati.it/). Dio, però, il Dio del vangelo, si può essere certi che con la conversione della mamma, ma soprattutto con la morte della piccola innocente, non c’entrava per niente. Sempre che non si voglia offendere il buon Dio.

Laura del Carmen Vicuña (Santiago del Cile, 5 aprile 1891 – Junín de los Andes, 22 gennaio 1904) aveva fatto richiesta di poter essere ammessa tra le postulanti delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ma ottenne una risposta negativa. Si poteva mai dare il permesso di diventare suora ad una ragazzina con una mamma peccatrice?

Questo, per far comprendere di che stampo fossero fatte le Figlie di Maria.

Una storia triste questa della sventurata Laura, beatificata da Giovanni Paolo II il 3 settembre 1988. “Von il riconoscimento di un ulteriore miracolo, verificatosi dopo la beatificazione, Laura potrà essere la più giovane santa non martire della storia della Chiesa” (http://www.santiebeati.it/). Non martire, ma vittima di un falso cristianesimo, di religiosi ignoranti e del compagno della madre, uomo d’indole perversa. Triste storia, ma che cosa c’entra col bambino di Nichi Vendola? C’entra poco o nulla, mi pare, ma alla luce di quanto detto, voglio fare anch’io un augurio al piccolo di Nichi: che non gli accada mai d’imbattersi in religiosi come quelli che prendendosi cura di Laura Vicuña contribuirono sicuramente ad accelerarne la morte. Dio ce ne scampi!

Renato Pierri

 

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