Amoris Laetitia / Blog / Rassegna stampa | 04 Agosto 2016

FaroDiRoma – Amoris laetitia. E dialogo fu. Per lo meno da parte di Rocco Buttiglione

Il blog Come Gesù, che da anni si pone l’obiettivo di far parlare in maniera pacifica chi ha opinioni diverse, ottiene che escano dai rispettivi gruppi – e dialoghino – due persone con pareri molto diversi rispetto ad Amoris laetitia.

Avviene che Robert A. Gahl, professore di etica all’università romana dell’Opus Dei e contrario all’apertura sacramentale verso i divorziati risposati che non intendono astenersi dai rapporti sessuali, risponda a colpi di “tradizione ferita” all’articolo che Buttiglione, filosofo moralista, nonché politico e profondo conoscitore di Karol Wojtyla, scrisse a fine luglio su L’Osservatore Romano in favore dell’Esortazione Apostolica papale.

Fino a Familiaris Consortio, affermava l’ex-ministro, i divorziati risposati erano scomunicati; con Giovanni Paolo II vennero riammessi alla comunione purché decidessero di vivere come “fratello e sorella”. In continuità con questo percorso di inclusione, Papa Francesco fa un passo in avanti con Amoris Laetitia dicendo che nel colloquio sacramentale, il confessore può riscontrare che il penitente sia in una sorta di ignoranza invincibile rispetto alla verità del matrimonio e alla sua condizione di divorziato risposato; o, comunque, in condizioni tali da aver bisogno dell’aiuto dell’Eucarestia per completare il percorso di conversione che ha iniziato volendosi confessare.

Gahl, sul blog di Sandro Magister, a questo articolo de L’Osservatore Romano replicava in modo tassativo: “le applicazioni pastorali suggerite da Buttiglione portano a pericolose e inconciliabili deviazioni dalla tradizione, soprattutto riguardo a importanti documenti dell’insegnamento di Giovanni Paolo II quali la Familiaris Consortio, il Catechismo della Chiesa Cattolica e la Veritatis splendor.”. Ma Buttiglione replica.

Ieri, legge sul blog Come Gesù l’articolo del moralista dell’Opus Dei e, per questo motivo, pubblica oggi sul sito di don Mauro Leonardi una replica convincente, pacata ed articolata. In sostanza, spiega Buttiglione, Gahl ignora la vera tradizione perenne della Chiesa: quella che, passando da san Pio V a Newman, distingue “tra un assenso meramente nozionale ed un assenso reale della coscienza.” In sostanza – così l’ex-ministro sunteggia il pensiero di Gahl – il professore della Pontificia Università della Santa Croce sostiene che, allorché il penitente confessa un comportamento che costituisce materia grave di peccato e che è stato commesso senza avere piena coscienza e deliberato consenso, è sufficiente che il confessore gli spieghi la dottrina della Chiesa su quel problema particolare rifiutandosi poi di impartirgli l’assoluzione se egli non si impegnerà per il futuro ad evitare quel comportamento. Ma – è la replica di Buttiglione – rispetto alla ecclesiale e tradizionale “piena avvertenza e deliberato consenso” le cose non sono così semplici.

I dettagli dell’argomentazione però vanno letti in diretta sul blog, nella speranza che Robert A. Gahl dica ancora la sua, riguardo a un argomento che tocca la vita di tanti laici e sacerdoti.

Dispiace solo la caduta di tono per la quale il moralista dell’Opus Dei definisce “populista” Buttiglione: forse non sa che nel 2004 perse la possibilità di divenire Commissario europeo per la giustizia per aver detto “come cattolico considero l’omosessualità un peccato, ma non un crimine». Se fosse stato “populista” non l’avrebbe detto. Il posto di Buttiglione venne preso da Franco Frattini.

Santa Cavalieri

Tratto da FaroDiRoma