Amoris Laetitia / Blog | 03 Agosto 2016

Robert A. Gahl critica lo scritto di Rocco Buttiglione su Amoris Laetitia, pubblicato dall’Osservatore Romano

Robert Gahl è professore alla Pontificia Università della Santa Croce come Marco Vanzini; quando quest’ultimo ha inviato al blog il suo scritto in difesa di Amoris Laetitia, Bob – così è chiamato da chi lo conosce di persona – mi aveva inviato una mail di critica che tutt’ora conservo. Gli avevo chiesto di poterla pubblicare ma non mi aveva più risposto. Trovo ora qui, in risposta all’articolo di Rocco Buttiglione sull’Osservatore Romano, una rielaborazione di quella mail. In verità, come si può desumere dagli articoli raccolti sul blog nella sezione Amoris Laetitia diversi altri autori hanno lo stesso parere di Vanzini. Io cito quest’ultimo perché è della medesima università di don Marco
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Ecco come Sandro Magister presenta l’intervento di Gahl: L’Osservatore dice cosa dice “Amoris laetitia”. Ma poi gli arriva la stroncatura –
Botta e risposta tra Rocco Buttiglione, sul giornale del papa, e il professor Robert A. Gahl dell’università romana dell’Opus Dei. Il primo a favore della comunione ai divorziati risposati, il secondo contro , di Sandro Magister

Guarire attraverso il pentimento – Una risposta alla lettura di Rocco Buttiglione della “Amoris laetitia”
di Robert A. Gahl, Jr.


Pochi giorni fa, sul quotidiano del Vaticano, “L’Osservatore Romano”, Rocco Buttiglione è intervenuto nello spinoso dibattito sulla esortazione postsinodale di papa Francesco “Amoris laetitia”.

Buttiglione, già ministro italiano della cultura ed esperto della filosofia di papa Giovanni Paolo II, ha cercato di difendere Francesco dai critici conservatori che sostengono che egli ha rotto con l’insegnamento di Giovanni Paolo sul divorzio e il nuovo matrimonio.

Con un approccio populista non appesantito da teorie teologiche, centrato sul “sensus fidei” dei cattolici, Buttiglione sostiene che la più semplice interpretazione di “Amoris laetitia” è anche la più fedele, quella meglio in grado di capire ed apprezzare la novità pastorale proposta dal papa.

Ma purtroppo, l’interpretazione di Buttiglione della distinzione tra moralità oggettiva e imputabilità soggettiva, una distinzione effettivamente sottolineata e sviluppata in “Amoris laetitia”, è fuorviante. Se presa sul serio, con le sue piene implicazioni pastorali, incoraggerebbe un approccio pastorale spietato piuttosto che misericordioso, con i peccatori pentiti.

Buttiglione affronta la questione particolarmente controversa che è sollevata dai passaggi più difficili di “Amoris laetitia”: se una persona che è divorziata e risposata civilmente, o semplicemente convivente, può o no ricevere la santa comunione.

Egli fa leva sulla distinzione tra oggettivo e soggettivo per osservare che una persona che commette ciò che è oggettivamente un peccato mortale potrebbe non essere soggettivamente colpevole di quel peccato, e, pertanto, potrebbe essere dispensata dalla piena responsabilità per esso. Una tale persona potrebbe sentirsi intrappolata e dispiacersi per ciò che l’ha portata a questo suo dilemma, senza sapere come risolverlo.

Tutto questo è vero. Ma Buttiglione fa un passo avanti e sostiene che il confessore deve decidere se il penitente può essere ammesso ai sacramenti, senza essere guidato da principi predeterminati. Principi predeterminati porterebbero alla casistica, e, inoltre, “la varietà di situazioni e circostanze umane è troppo vasta” per essere coperta da essi. Così, il peccato commesso da uno che continua a impegnarsi in rapporti sessuali con un altra persona con la quale lui o lei non è attualmente sposato può non essere gravemente colpevole. Buttiglione implica in tal modo che il confessore può aprire la porta ai sacramenti senza assicurare il pieno pentimento del penitente.

Mentre Buttiglione ha ragione nel dire che alcuni peccati del passato possono non essere soggettivamente imputabili, il suo suggerimento che il confessore possa dare al penitente un ”pass” gratuito per tali peccati nel futuro non può conciliarsi con la tradizione che sostiene che i peccatori abituali devono pentirsi per essere perdonati e che il loro pentimento deve includere un fermo proposito di correzione (vedi Catechismo della Chiesa cattolica, n. 1451 e Concilio di Trento, DS 1676). Gesù disse alla donna sorpresa in adulterio: “Va ‘e non peccare più” (Gv 8,1 1). I bravi confessori sanno guidare i loro penitenti verso il pieno pentimento, aiutandoli a riflettere su ciò che possono fare per liberarsi da una situazione difficile o anche da un dilemma apparente. Aiutando il penitente ad acquisire un fermo proposito di correzione, il pastore fa un favore a lui o a lei, istruendo nella pienezza della verità di Gesù.

Papa Francesco ha fama di promuovere l’accompagnamento pastorale come un processo misericordioso di incontro con il Salvatore. Confondere la legge della gradualità per cui, come Giovanni Paolo ha insegnato, il peccatore è gradualmente portato a porsi di fronte alla pienezza della verità, con una gradualità della legge per cui alcune pecore sono dispensate dalla proibizione di atti intrinsecamente cattivi, come Buttiglione sembra proporre, significherebbe minare il messaggio di salvezza e sminuire la forza della redenzione di Gesù (cfr. Giovanni Paolo II, “Familiaris consortio”, n 34). Invece di aiutare i peccatori a trovare la redenzione, il lassismo soggettivista li blocca nella loro sofferenza personale. Esso nega il potere di guarigione del vero pentimento e il rimedio edificante della santa eucaristia per coloro che hanno risposto all’invito di Gesù a “non peccare più”.

In un’importante intervista del 2013, poco dopo la sua elezione, Francesco ha messo in guardia dai pericoli sia del legalismo che del lassismo nella pastorale per i peccatori pentiti. Proprio mentre ha denunciato il legalismo di imprigionare le persone con regole rigide, ha condannato la falsa compassione:

“Il confessore… corre sempre il pericolo di essere o troppo rigorista o troppo lasso. Nessuno dei due è misericordioso, perché nessuno dei due si fa veramente carico della persona. Il rigorista se ne lava le mani perché lo rimette al comandamento. Il lasso se ne lava le mani dicendo semplicemente ‘questo non è peccato’ o cose simili. Le persone vanno accompagnate, le ferite vanno curate”.

Per guarire le ferite delle pecore, il pastore deve aiutarle ad affrontare la verità sul proprio peccato, in modo che possano abbracciare la pienezza della misericordia redentrice. Solo allora, con un vero pentimento e una ferma decisione di non peccare più, possono ricevere l’assoluzione e godere l’assistenza piena di grazia della santa eucaristia.

Buttiglione punta a quella che mi piace chiamare una “ermeneutica cattolica”, in contrapposizione a un’ermeneutica “progressista” o “revisionista” della sinistra, o a un’ermeneutica “conservatrice” della destra. L’ermeneutica cattolica è radicata in una superiore epistemologia della fede, in quanto presuppone il Corpo vivo di Cristo, sempre lo stesso Corpo, “ieri, oggi e sempre” (Eb 13, 8). Questa superiore epistemologia gode del solido fondamento della divina rivelazione custodita come un tesoro dalla tradizione della Chiesa e illuminata dalla fede e dall’ispirazione profetica dello Spirito Santo, mentre la Chiesa, con tutti i suoi membri, incontra il mondo nella storia. Ricorrendo alla terminologia corrente nell’analisi politica (effettivamente insufficiente quando si tratta di questioni di teologia), l’ermeneutica cattolica evita le insidie sia della sinistra che della destra. A sinistra, l’ermeneutica progressista legge l’insegnamento della Chiesa come se il magistero debba progredire rispetto alla rivelazione in accordo con gli sviluppi storici della nostra epoca. A destra, l’ermeneutica conservatrice preferisce un papa silenzioso perché, dal punto di vista conservatore, abbiamo già una sufficienza di dottrina che rimarrà sempre la stessa, come una foresta pietrificata, piuttosto che come un corpo vivente.

In questi tempi di controversie ecclesiali, il tentativo di Buttiglione di leggere “Amoris laetitia” in continuità con il magistero pontificio precedente è lodevole. Ma i dettagli della sua applicazione pastorale portano a pericolose e inconciliabili deviazioni dalla tradizione, soprattutto riguardo a importanti documenti dell’insegnamento di Giovanni Paolo quali la “Familiaris consortio”, il Catechismo della Chiesa Cattolica e la “Veritatis splendor”.

Purtroppo, quindi, Buttiglione finisce col minare la stessa premessa del suo approccio alla lettura di “Amoris laetitia”.

Tratto da il blog di Sandro Magister

18 risposte a “Robert A. Gahl critica lo scritto di Rocco Buttiglione su Amoris Laetitia, pubblicato dall’Osservatore Romano”

  1. Faticatore Operaio ha detto:

    Questi della Santa Croce so’ forti, so.

  2. renato pierri ha detto:

    “Così, il peccato commesso da uno che continua a impegnarsi in rapporti sessuali con un altra persona con la quale lui o lei non è attualmente sposato può non essere gravemente colpevole”.

    E’ colpevole agli occhi della Chiesa, ma non di Dio, qualora i suoi rapporti sessuali non rechino danno a nessuno.
    Il resto sono tutte chiacchiere. Tutte chiacchiere inutili. Questioni di lana caprina tanto care a tanti uomini della Chiesa.
    E quante chiacchiere ancora faranno? Bla, bla, bla…

  3. dottorwho ha detto:

    Evviva! La Santa Croce (in tutti i sensi).

  4. Betulla ha detto:

    Mi sembra un discorso lineare e nella logica della Chiesa cattolica Cristiana Apostolica Romana.

  5. Calciodangolo ha detto:

    Recano danno l’uno all’altro.

  6. Parma e Piacenza ha detto:

    Papa Francesco ai Vescovi polacchi (27 luglio 2016):

    “E qui vorrei concludere con questo aspetto, perché dietro a questo ci sono le ideologie. In Europa, in America, in America Latina, in Africa, in alcuni Paesi dell’Asia, ci sono vere colonizzazioni ideologiche. E una di queste – lo dico chiaramente con “nome e cognome” – è il gender! Oggi ai bambini – ai bambini! – a scuola si insegna questo: che il sesso ognuno lo può scegliere. E perché insegnano questo? Perché i libri sono quelli delle persone e delle istituzioni che ti danno i soldi. Sono le colonizzazioni ideologiche, sostenute anche da Paesi molto influenti. E questo è terribile. Parlando con Papa Benedetto, che sta bene e ha un pensiero chiaro, mi diceva: “Santità, questa è l’epoca del peccato contro Dio Creatore!”. E’ intelligente! Dio ha creato l’uomo e la donna; Dio ha creato il mondo così, così, così…, e noi stiamo facendo il contrario. Dio ci ha dato uno stato “incolto”, perché noi lo facessimo diventare cultura; e poi, con questa cultura, facciamo cose che ci riportano allo stato “incolto”! Quello che ha detto Papa Benedetto dobbiamo pensarlo: “E’ l’epoca del peccato contro Dio Creatore!”. E questo ci aiuterà.”

  7. renato pierri ha detto:

    Ma vuoi vedere che è tornato Ambrogio?

  8. Onda ha detto:

    No no Renato a me aveva scritto che non tornera piu.tranquillo.Anch Io non ho capito bene,cioe ho capito che tutti fino e niente arrosto.Nel senso che non é cambiato nulla,solo cambia chevyn divorziati risposato e finalmente felice deve dire addio Ai rapporti sessuali e credo anche alla propria o proprio nuovo compagno.perche Renato se vuole che la Chiesa lo accetti niente sesso Mai e poi Mai Piu.Poveretti!!perche ma Perche Dio ha inventato questo sesso,l ho sempre detto Io poteva portarci la cicogna o potevamo nascere sotto I cavoli!?Ora nessuno nella chiesa SI sarebbe fissato con il sesto comandamento.Ma dove sono Tutti questi divorziati risposati che fanno la fila nelle chiese!?CI saranno mi chiedo persone disposte a cosi grandi sacrifici,a vivere castamente il loro rapporto di amore!?Credo Renato ci siano!?

  9. Onda ha detto:

    Credi Renato scusate

  10. renato pierri ha detto:

    E allora è un imitatore perfetto di Ambrogio. Un sosia. Stesso stile: apre bocca solo per dare fastidio. Oltre non sa andare.

  11. renato pierri ha detto:

    Chiacchiere, cara Onda, solo chiacchiere di teologi, cardinali, giornalisti, “filosofi”, su l’aria fritta…

  12. renato pierri ha detto:

    … sull’aria fritta…

  13. Calciodangolo ha detto:

    Ho provato a scrivere che i rapporti sessuali fuori dal matrimonio recano danno ai due autori reciprocamente. Non so perché il commento è stato tolto

  14. Calciodangolo ha detto:

    Certo, se uno non considera un bene la virtù della castità continuerà a dire che non c’è alcun danno. Avrà pure il privilegio di poterlo scrivere su questo blog mentre chi afferma il contrario viene censurato. Però la verità rimane tale, il bene resta bene e il male pure.

  15. mauroleonardi ha detto:

    @Calciodangolo
    Non è stato tolto nessun commento. Su questo blog non è mai accaduto, se non quando erano blasfemi o ingiuriosi. O c’è stato un problema tecnico o avrai commesso qualche involontario errore. Ripubblica, ti prego il tuo intervento.

  16. mauroleonardi ha detto:

    @dottor who
    Anche Marco Vanzini insegna alla Santa Croce

  17. Calciodangolo ha detto:

    Ok, è ricomparso tutto, chiedo scusa.

  18. mauroleonardi ha detto:

    Poiché Rocco Buttiglione ha risposto a Ghal, il dialogo prosegue sotto l’articolo del professore pubblicato sul blog