Articoli / Blog | 28 Luglio 2016

MIO n. 29/Un prete per chiacchierare – Ogni persona è sacra

Mauro Leonardi (Como 1959) è sacerdote dal 29 maggio 1988 e abita a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice sito accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su internet su The Huffington Post e su ilsussidiario.net. Il suo blog si chiama Come Gesù. Il compenso per la rubrica, questa settimana va a una famiglia povera del quartiere di Casalbruciato (Roma) che ha bisogno di indumenti
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Caro don Mauro, dopo la strage degli italiani a Dacca, dove i terroristi hanno chiesto agli ostaggi se conoscessero i versetti del Corano, al di là dell’orrore per quello che è successo, mi sono chiesto: ma noi che ci diciamo cristiani, il Vangelo lo conosciamo?
Costantino, Fano (PU)
Salve Costantino e graz
ie per la domanda. Per noi cristiani conoscere il vangelo è ancora più urgente e importante che per i musulmani conoscere il Corano. Infatti per noi il Vangelo non è “il Libro” perché noi non siamo “la religione del libro”. Il vangelo per noi è la vita della persona che amiamo, cioè di Gesù Cristo, il Figlio di Maria, con la sua storia tra noi. Noi non siamo la religione del libro, siamo la religione dell’incontro. Noi viviamo una relazione con la parola di Dio – e questo è il Vangelo – perché per noi Gesù è il verbo, è la parola. Noi non leggiamo il Vangelo per saperne di più sulla nostra fede ma lo leggiamo per conoscere Gesù, per incontrarlo e amarlo. Perché si ama solo chi si conosce e si conosce veramente solo chi si ama. Vedi quindi come è importante la tua domanda? Il punto però non è sapere a memoria parti del vangelo come pretendevano quei terroristi rispetto al Corano ma vivere tutto il Vangelo ogni giorno perché Cristo vive in noi. Perché, attraverso di noi, la storia di Cristo continua nella nostra vita quotidiana.

Gentile don Mauro, cos’è esattamente la comunità di Capodarco dove era ospitato il giovane nigeriano ucciso a Fermo da un italiano?
Michelina, Lagonegro (Potenza)

Carissima Michelina forse la risposta migliore è far parlare don Vinicio Albanesi, cofondatore della medesima insieme a don Franco Monterubbianesi. Vedo sul sito della Comunità di Fermo che per l’anniversario dei 50 anni della fondazione ha detto che “la persona è una sacralità e come tale va rispettata. Lo sforzo è capire come è possibile rispettare la persona e alimentare i suoi sogni, come è possibile renderla felice”. La Comunità di Capodarco di Fermo, si impegna soprattutto a fianco delle persone più deboli, come sono quelle disabili. È una strada molto lunga che la Comunità percorre con decisione, costruendo attorno ai valori di condivisione, accoglienza e centralità della persona, l’utopia concreta di un modello di società inclusiva e alternativa.

Caro don Mauro, hai già affrontato l’argomento numerose volte, ma ogni giorno c’è sempre una notizia che vede coinvolto un religioso in storie di pedofilia. Come potrebbe la Chiesa debellare definitivamente questa piaga?
Fiorenza, Loano (Savona)

La Chiesa non potrà mai debellare definitivamente la pedofilia come non si può mai debellare definitivamente nessun genere di povertà. La mia risposta, cara Fiorenza, ti sembrerà poco ottimistica ma credo sia l’unica vera. La Chiesa può – e deve assolutamente – prevenirla, isolarla, punirla, allontanarla, combatterla sempre e senza se e senza ma.
È un orrore e con l’orrore non si scherza e non si tratta mai. Sul mio blog Come Gesù ci si è spesso lamentati che nel Catechismo della Chiesa Cattolica la pedofilia non sia nemmeno nominata. Io vorrei non solo lo fosse ma vorrei anche che si dicesse che è un peccato gravissimo e vorrei ancora che il pedofilo venisse scomunicato. Vorrei che si togliesse la scomunica a chi abortisce e vorrei che si elargisse al mafioso e al pedofilo. Quanti “vorrei”, vero? Se sei d’accordo fammi eco presso chi ti ascolta, magari qualcosa si muoverà. Grazie!