Articoli / Blog | 23 Giugno 2016

MIO n. 24/ Un prete per chiacchierare – Non c’è l’acqua magica

Mauro Leonardi (Como 1959) è sacerdote dal 29 maggio 1988 e abita a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice sito accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su internet su The Huffington Post e su ilsussidiario.net. Il suo blog si chiama Come Gesù. Il compenso per la rubrica, questa settimana, va a un extracomunitario che non ha soldi per tornare nella propria nazione
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Buon giorno Don Mauro, vorrei chiedere un informazione. I miei suoceri tutti gli anni vanno a far visita a un santuario in provincia di Vicenza e al ritorno mi portano una bottiglietta di acqua benedetta che la prendono alla fontana del santuario e mi dicono che è benedetta. Chiedo acqua benedetta si prende solo in chiesa o hanno ragione i miei suoceri che acqua che scorre fuori alle fontane è benedetta nei santuari .Grazie attendo una sua risposta arrivederci. Donatella, Cuneo
Da tempo immemorabile esiste un rito per benedire l’acqua ma questo rito non fa diventare “magica” l’acqua: semplicemente aiuta ad avere una maggior consapevolezza dell’acqua del Battesimo. È in forza del Battesimo che il demonio si allontana e la forza di Dio cresce in noi. In alcuni santuari, come a Lourdes, si crede che tale benedizione sia impartita direttamente dalla Vergine. Rispetto ai luoghi di cui tu parli, bisogna vedere se la fede della Chiesa è la stessa.

Leggo su “Mio” del 2 giugno la sua risposta al quesito :” Perché gli atti impuri sono considerati tali?”. Nella parte finale della risposta Lei afferma: ” Come vivere la purezza lo sa la nostra coscienza…”. Posso dedurre dalla sua risposta che se la mia coscienza di uomo sposato mi dice che : ” ….in fondo non vi è nulla di male ad avere qualche relazione extraconiugale, basta che mia moglie non lo sappia e che non sia coinvolto l’amore che devo avere solo per mia moglie…” , io, facendo qualche ” scappatella”, magari con prostitute, non commetto atti impuri? Le sarò grato se vorrà rispondermi.
Paolo Fontana (via mail)

Paolo salve. La coscienza, cioè la voce della nostra libertà, non è cosa da scherzarci, per questo dobbiamo obbedirle sempre e cercare di formarla bene. Quando un chirurgo opera, deve decidere se tagliare o no e per questo, per agire in coscienza, deve essere preparato: non può improvvisare. Un uomo sposato ha tra i suoi doveri la fedeltà. Non importa che sia cattolico o no, praticante o no: l’obbligo della fedeltà c’è, anche se si è sposati in comune. Perché dipende dall’impegno con un’altra persona, dalla parola che si è data. Anche i semplici conviventi o le persone fidanzate devono essere fedeli al partner. La fedeltà non riguarda solo il matrimonio. Un uomo con senso dell’onore, di dignità e di stima verso la propria vita e di quella della persona a cui si è legato, se non è fedele difficilmente potrà guardarsi negli occhi e dirsi: è tutto ok. Agire in coscienza significa essere liberi, cioè responsabili delle proprie azioni. Questo è amore e non è un gioco. È cosa seria la coscienza perché è cosa seria la vita. Giocarci per coprire malefatte, impure o no, non è bene.

Salve, don Mauro.
Dopo la strage nel locale gay di Orlando in Florida, come potremo continuare a volerci confrontare con una religione, come l’Islam, che considera i diversi persone non degne di vivere?
Filippo, Turi (Bari)

La domanda che io mi faccio, invece, è: dopo la strage nel locale gay di Orlando in Florida, come potremo non continuare a volerci confrontare con una religione come l’Islam che conta 1,6 miliardi di fedeli? Come potremo non confrontarci con ciascuna di quel quasi due miliardi di persone, visto che ormai il nostro mondo è globalizzato, cioè aperto, tutto “percorribile” e ci mette tutti insieme a vivere, lavorare, abitare, pregare, studiare, ballare? Non è sottolineando gli estremismi che si impara a convivere: ma alimentando ciò che abbiamo in comune.