Blog / Renato Pierri | 09 Giugno 2016

Lettere di Renato Pierri – Amoris laetitia e l’intervista con Rocco Buttiglione

Amoris laetitia e l’intervista con Rocco Buttiglione
 Leggo sul blog “Come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi l’intervista con Rocco Buttiglione, riguardo alla comunione ai divorziati risposati, riportata da Vatican Insider del 30 maggio.   Alla domanda di Andrea Tornielli: “Con l’esortazione apostolica Amoris laetitia qualcosa è dunque cambiato?”, il filosofo risponde: «Certo che qualcosa è cambiato! Ma non è cambiata la morale né la dottrina sull’indissolubilità del matrimonio. Cambia la disciplina pastorale della Chiesa. Fino a ieri sul peccato commesso dai divorziati risposati c’era una presunzione di totale colpevolezza. Adesso anche per questo peccato si valuta l’aspetto soggettivo, così come avviene per l’omicidio, per il non pagare le tasse, per sfruttare gli operai, per tutti gli altri peccati che commettiamo».

Premesso che, a mio modesto parere, due brave persone che hanno divorziato non per divertimento ma per necessità, e che hanno formato nuove famiglie, commettono peccato agli occhi della Chiesa cattolica, ma non agli occhi di Dio, faccio osservare a Rocco Buttiglione che c’è differenza tra i peccati dell’omicidio, non pagare le tasse, sfruttare gli operai, ecc. e il “peccato” dei divorziati risposati. Colui che commette  un omicidio e si pente, nel momento in cui si reca dal confessore, non sta continuando a commettere l’omicidio. Lo stesso discorso vale per gli altri peccati. Il divorziato risposato, pentito per avere divorziato e per essersi risposato, nel momento in cui si reca dal confessore continua ad essere risposato, e quindi per la Chiesa perdura nel peccato. La domanda chiara che Tornielli avrebbe dovuto fare a Buttiglione, è la seguente: “Appurato che non ci fosse piena consapevolezza al momento del divorzio e della nuova unione, due persone che si amano, possono ricevere la comunione pur continuando ad amarsi? Oppure si pretende che vivendo sotto lo stesso tetto, rinuncino all’amplesso per essere ammessi all’eucaristia?”. Se le cose stanno così, se il prete per dare la comunione ai divorziati risposati pretende questo, allora per due persone divorziate che si amano e vogliono giustamente continuare ad amarsi come Dio comanda, non è cambiato un bel nulla.

Renato Pierri

 

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