Articoli / Blog | 02 Giugno 2016

MIO n. 21/ Un prete per chiacchierare – L’equivoco sulle diaconesse

Mauro Leonardi (Como 1959) è sacerdote dal 29 maggio 1988 e abita a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice sito accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su internet su The Huffington Post e su ilsussidiario.net. Il suo blog si chiama Come Gesù. Il compenso per la rubrica, questa settimana, viene devoluto da don Mauro a un ex-medico, ora semi-barbone, abbandonato dalla moglie
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Caro don Mauro, ho letto che Papa Francesco vuole aprire il diaconato alle donne. Di preciso, cosa cambierebbe? Che funzioni svolge un diacono?
Claudia, Nichelino (Torino)

Cara Claudia c’è stato un equivoco. Padre Lombardi ha spiegato che il Papa “non vuole aprire il diaconato alle donne” come è stato scritto. Rimane il problema, molto serio, del fatto che nella Chiesa uomini e donne non hanno lo stesso ruolo. Credo che il Papa voglia percorrere un’altra strada però, non quella delle diaconesse ma quella di togliere potere ai preti e riportarli al loro ruolo di puro servizio.

Gentile don Mauro, si è tornato a parlare sui giornali del terzo mistero di Fatima e il Papa emerito Benedetto XVI ha dovuto escludere che ne esista un quarto. Mi può spiegare meglio?
Amedeo, Irsina (Matera)

Per la Chiesa nel 1917 a Fatima la Madonna apparve a dei pastorelli. Lì diede un messaggio diviso in tre parti di cui due vennero rivelate subito mentre invece la terza rimase riservata al Papa per lunghi anni: la fece conoscere San Giovanni Paolo II nel 2000 dicendo che non rimaneva più nulla da rivelare. Alcuni non credono a questa affermazione e perciò parlano di una quarta parte. Papa Benedetto ha recentemente smentito che esista una quarta parte e ha ribadito che è stato detto tutto. Io non ho la possibilità di saperne di più.

Caro don Mauro, ho avviato una relazione con una donna che ha dieci anni più di me (io ne ho 26) e ho tutta la mia famiglia contro non solo per la differenza di età ma anche perché lei è separata. Sto vivendo profondi sensi di colpa, ma io di questa persona sono veramente innamorato. Devo ascoltare il mio cuore o la mia famiglia?
Vincenzo, Cagliari

Salve Vincenzo, sei un uomo di 26 anni e quindi devi saper dare risposte che nascono dalla tua coscienza. Tommaso d’Aquino, che era molto meglio di quanto non facciano credere certi suoi glossatori scriveva: “Qualunque coscienza, sia retta che erronea, sia che comandi cose in se stesse cattive o moralmente indifferenti, ci obbliga sempre ad agire, in modo tale che chi agisce contro la propria coscienza pecca” (Quodlibetum, 3, 27). E altrove fa l’esempio di chi fosse convinto in coscienza che Cristo è un falso profeta, e, in modo sorprendente, conclude che costui farebbe peccato a credere in Lui (Summa theologiae, I-II, q. 19, a. 5)! Cerca quindi, in primo luogo, di formare bene la tua coscienza. In secondo luogo, su un piano diverso però, ascolta anche la tua famiglia. Tutte le risposte che diamo alle domande della nostra vita, cioè della nostra coscienza, ma anche , allo stesso tempo, tengono conto della nostra storia personale, cioè della nostra famiglia; io perciò la ascolterei anche perché ti conoscono e ti vogliono bene. Poi tornerei alla coscienza, guardando alla donna che ami e a quello che quella donna significa per te. Questo puoi saperlo e valutarlo solo tu.
Il discorso dell’età capisco che possa preoccupare un genitore  ma a te preoccupa?
È sposata in chiesa ? Ha figli? Perché è separata? sono tutte domande che più che delineare una situazione morale, dicono chi è questa donna e chi è lei per te. Queste domande hanno un’importanza oggettiva e dovrai valutarle con lei. Ma l’importanza che hanno per te e per lei, la sai tu, la sa lei e sei tu nuovamente che devi trovare le risposte, sapendo quello che è bene e quello che è bene per voi.  Di solito si scopre che le due cose, il bene e il bene per sé, coincidono.  Parti da lì, dalla vostra vita.