Articoli / Blog | 05 Maggio 2016

MIO n.17/Un prete per chiacchierare – Niente più TV del dolore

Mauro Leonardi (Como 1959) è sacerdote dal 29 maggio 1988 e abita a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice sito accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su internet su The Huffington Post e su ilsussidiario.net. Il suo blog si chiama Come Gesù. Il compenso per la rubrica, questa settimana, viene devoluto da don Mauro a sostegno di una signora che hai il marito agli arresti domiciliari e un figlio tossicodipendente
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Caro don Mauro, in Tv sono sempre più numerose le trasmissioni che parlano di delitti e crimini atroci. Non è forse troppo parlare i continuazione di episodi violenti, non basta già la violenza di molte notizie dateci dai telegiornali?
Paolo, Modugno (Bari)

Salve Paolo. Parlare della realtà che ci circonda è un modo per conoscerla e quindi per conoscere di più la nostra vita. Nei casi di omicidi e crimini, è un modo anche per non dimenticare le vittime di tanto dolore e, non vorrei dimenticarlo, per sostenere l’operato delle forze dell’ordine. Quindi, secondo me, ben vengano le trasmissioni di denuncia o di approfondimento riguardanti i casi di cronaca delle nostre città. Diverso è il caso di quei programmi contenitore, dove tra un varietà, un comico, una ricetta di cucina e un balletto, si infila il caso di cronaca nera con una testimonianza shock o con un parente o testimone a caso che in lacrime narra quello che sa o suppone di sapere. In questo caso sono d’accordo con te: sì, lì sarebbe il caso di spegnere i microfoni. Fare del dolore un amo a cui tenere gli spettatori rasenta l’oscenità.

Salve, don Leonardi. Molta pubblicità affinché i contribuenti italiani devolvano l’8 per mille della dichiarazione dei redditi alla Chiesa cattolica. Ma dove finiscono quei soldi? Esiste un rendiconto?
Margherita, Ancona

Per poter beneficiare dei contributi dell’Otto per mille, bisogna aver firmato un accordo specifico con lo Stato italiano. Attualmente sono sei le comunità religiose che usufruiscono di questa possibilità: oltre alla  Chiesa Cattolica, c’è la Comunità ebraica, la Chiesa Valdese, la Chiesa Luterana, la Chiesa Avventista del settimo giorno e le Assemblee di Dio in Italia. Mi sembra di non aver dimenticato nessuno. Per sapere come la chiesa spende i soldi basta mettere su Google 8×1000.it : è un pdf con tutti i dati.

Gentile don Mauro, come si possono conciliare misericordia e giustizia nella visione che la Chiesa dà di Dio giusto e misericordioso. Come può esserci il castigo eterno da parte di un Dio pronto al perdono? Con pentimento opzionale, stando agli atteggiamenti di grande attenzione che la chiesa ha per i criminali, molto meno per le loro vittime.
Giovanna, Modena

Abbiamo in dono una fede che da duemila anni è scandalo e pazzia.
Hai ragione: davanti al dolore delle vittime di soprusi e violenze, il desiderio e la necessità di giustizia totale e immediata, urla. Verrebbe da gridare “senza pietà”.
Basta riflettere però per accorgersi che amare il criminale nulla toglie alla dignità di chi soffre e alla sete di giustizia della vittima. Perché la misericordia contiene, presuppone, necessita, giustizia. Una misericordia senza giustizia non è misericordia. Ma, non illudiamoci, una giustizia senza misericordia non soddisfa pienamente l’uomo. Forse placa ma essere placati non è tutto. Noi abbiamo bisogno di vedere le nostre ferite curate.
Senza la pienezza della misericordia, la giustizia alza un muro tra noi e il carnefice. Muro necessario e giusto ma, per vivere, abbiamo bisogno di aria. Di una breccia per far passare luce: altrimenti anche la giustizia diventa stantia, solo vendetta legalizzata. L’uomo ha bisogno di riappacificarsi con la vita violata dalla violenza. Riappacificarsi non vuol dire riabbracciarsi ma significa deporre la rabbia. La giustizia è riparativa: tanto è stato tolto, tanto deve essere riparato. La misericordia è salvezza. Tutto ciò che viene riparato è come nuovo. È difficile? Senza Dio è impossibile.