Blog / Libri recensiti dal blog | 20 Marzo 2016

Giovanni Cucci – Consigliare i dubbiosi

“Se uno ha le risposte a tutte le domande, ecco che questa è la prova che Dio non è con lui. Vuol dire che è un falso profeta, che usa la religione per sé stesso. Le grandi guide del popolo di Dio, come Mosè, hanno sempre lasciato spazio al dubbio. Si deve lasciare spazio al Signore, non alle nostre certezze”. Basterebbero queste parole di Papa Francesco inserite all’interno del libro per dare i contorni di questa opera di misericordia perché consigliare i dubbiosi ha due dimensioni non solo una: oltre il consiglio anche il dubbio, ed entrambe hanno bisogno di una forma.
Il dubbio deve avere una misura, delle certezze, deve essere contenuto o ci porta alla pazzia o alla paralisi dei pensieri, delle certezze: e questo è possibile, anzi doveroso, se si crede che in un Dio che non inganna. Se muovo dalla certezza della parola di Dio verso di me, il dubbio non è del tutto negativo, dice qualcosa della condizione esistenziale vera dell’uomo: noi viviamo una situazione intermedia “non di sola luce né di totale oscurità”.
Per metterci in ricerca noi abbiamo bisogno di una penombra: troppa luce, qui, ci accecherebbe; d’altra parte, senza luce, qui, saremmo ciechi.
D’altra parte, abbiamo sempre il pericolo di fermarci. Come non rimanere impantanati nel dubbio? Chiedendo il dono della sapienza che a volte verrà come una luce interiore, a volte come frutto dello studio, a volte nella voce, nella presenza di un amico, di un uomo fidato. “Il sapere proprio della fede è il sapere della fiducia, dell’affidamento, e non ha nulla a che fare con una polizza assicurativa o con un sistema di prevenzione per evitare le alee del futuro”.
L’opera di misericordia spirituale “consigliare i dubbiosi” non è una tecnica, è grazia e dono che richiede particolari doti: bontà d’animo, profonda vita spirituale. conoscenza di sé. È spirituale ma è sempre misericordia e pertanto richiede vicinanza. Quando ci avviciniamo a una persona non ci accostiamo alle conoscenze morali di quella persona ma, prima di tutto, alla persona.
Infine, l’autore sottolinea che se è vero che consigliare può essere un dovere, bisogna sempre farlo con sommo rispetto e delicatezza. Muovendo da ciò che si sa non in teoria ma da quello che si vive nella propria vita. In effetti consigliare i dubbiosi è operare come un travaso di vita, si va dalla vita di uno a quella dell’altro. Consigliare deve nascere dal desiderio di chiarezza, di bellezza, dal desiderio di ascoltare. Dalla certezza che ci è stato detto cercate e troverete. Soprattutto, non è dare risposte nette ma aprire nuovi orizzonti, dare una nuova lettura della propria vita e dare gli strumenti per questa lettura.
Il dubbio è come un imprevisto che racchiude un insegnamento. È come una prova. Ma una prova buona. Ci insegna a chiedere, a cercare.
E quindi a trovare risposte e senso.

Consigliare i dubbiosi. Fare spazio alla sorpresa della verità, Cucci Giovanni, EMI 2016