Articoli / Blog | 10 Marzo 2016

MIO n.9-Un prete per chiacchierare / Ora di religione: sì o no?

Mauro Leonardi (Como 1959) è sacerdote dal 29 maggio 1988 e abita a Roma presso l’Elis centro di formazione per la gioventù lavoratrice sito accanto alla parrocchia di san Giovanni Battista in Collatino. È cappellano del Liceo dell’Accoglienza Safi Elis. Da anni pubblica racconti, articoli, saggi e romanzi. Scrive su internet su The Huffington Post e su ilsussidiario.net. Il suo blog si chiama Come Gesù. Il compenso per la rubrica, questa volta, verrà devoluto per pagare alla figlia di una signora ecuadoregna l’abbonamento dell’autobus per andare a scuola
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Caro don Mauro, visti i recenti fatti di cronaca di Padova e di Castellamonte, dove due donne sono state uccise in maniera barbara da persone talmente cattive che reputavano amiche, come si fa a non propendere per la pena di morte?
Arturo, Massafra (Taranto)

Arturo, la pena di morte non è mai stata un deterrente per la violenza: la violenza unita alla violenza genera solo altra violenza. La pena di morte crea un clima repressivo e di paura che sembra far cessare i crimini più efferati ma a ben guardare, poi, non smette nulla. La violenza nasce da qualcosa dentro di noi, convive con le nostre rabbie e con tante situazioni di disagio psichico e sociale. Hai ragione viene da “propendere” per soluzioni definitive e drastiche ma non dobbiamo cadere in quella propensione, semplicemente perché non serve e perché non possiamo diventare assassini di assassini.

Gentile don Mauro,
vorrei che dicesse la sua sull’insegnamento di religione nelle scuole. Vedo che nella classe di mio figlio molti genitori hanno scelto di farla seguire solo perché la scuola non ha previsto attività alternative. Insomma, comandate sempre voi cattolici.
Giuliana, Mendrisio (Como)

Giuliana salve, mi sembra un problema di mancanze di fondi per le attività alternative non un problema cattolico. O forse è solo carenza di classi e disorganizzazione scolastica, insomma non la metterei sul piano della coercizione religiosa. L’ora di religione non dovrebbe essere un’ora di catechismo ma un’ora in cui il bambino viene a conoscenza della storia di una religione, quella cattolica, che è stato elemento fondamentale per formare il pensiero e l’animo di quel paese che il bambino studia in geografia, storia, letteratura, arte, cioè l’Italia. Comunque se è prevista un’alternativa all’ora di religione, suo figlio ha il diritto di riceverla e lei di pretenderla ma è un problema scolastico non cattolico. Mi faccia sapere come è andata.

Salve, don Mauro. Curiosando sono andato a cercare su Google il suo nome e mi è comparso un articolo dove lei è indicato come il futuro don Mazzi, un prete molto mediatico. L’articolo non aveva proprio toni amichevoli nei suoi riguardi…
Giorgio, Brescia

Don Mazzi è un prete che non conosco ma so dell’incredibile energia che ha ancora oggi ad 86 anni nel seguire e far vivere le sue comunità. Un’energia può nascere solo dall’amore : è lui che nutre quello che fai e quello che sei. Spero di avere questo amore e questa energia in comune con lui. La fama mediatica, piccola nel mio caso, che condivido con lui, nasce dal desiderio di comunicare con il mio prossimo così come sono e come so fare: da scrittore. Comunicare cosa? Quando comunichiamo, comunichiamo sempre noi stessi. Io voglio comunicare la mia vita, ciò in cui credo e che vivo. Se essere mediatici significa usare i mezzi di comunicazione, allora sì, sono mediatico. Ma non sono don Mazzi. Lui ha una vocazione per tutti i ragazzi di strada, difficili, irrecuperabili. Io ho una vocazione a cercare di creare ponti con chi è apparentemente lontano dai cattolici. Io credo che ci sia un unico mondo che è per tutti e per questo voglio condividere il mio pensiero con tutti ma proprio tutti. Per quanto riguarda i toni poco amichevoli nei miei riguardi, la ringrazio dell’eufemismo. So che ci sono stati anche toni pesanti. Se scrivi e pubblichi, arriva il pubblico e scrive: è da accettare. Fa male ma è da accettare. Spero e so che ne vale la pena. A parlare e ad ascoltare non si sbaglia mai.