Blog / Il diario di Paci | 02 Gennaio 2015

Il diario di Paci – 60. Ascoltare la mia vita

La tentazione di non ascoltare più la mia vita.
Ma di viverla solamente.
La tentazione di togliere il volume.
E di guardare solamente.
E di capirla dai movimenti che fa.
Che faccio.
Che fanno.
Come un film già visto.
Senza sonoro.
Perché tanto quello che succede già lo so.
E le voci.
Il suono dei rumori.
Non mi serve più.

La tentazione di muovere solo le labbra.
Come quando la canzone non la so.
Ma tutti cantano.
E io che faccio?
Rimango a bocca chiusa?
E allora canto.
Ma non c’è suono.
Non c’è il rumore della mia voce.
Ci sono io.
Ma non esce nulla da me.

La tentazione di infilarsi le scarpe perché ho i piedi.
La tentazione di vestirmi perché ho un armadio pieno.
La tentazione di pettinarmi perché ho i capelli.
La tentazione di fare una telefonata perché ho il telefono.
La tentazione di organizzarmi il fine settimana perché i giorni sono sette e due si organizzano.
La tentazione di uscire per non stare in casa.
La tentazione di rientrare per non stare fuori.
La tentazione di fare progetti perché il presente, “No grazie, proprio no”.
Poi è arrivato Natale e mi sono preparata, ma non ero pronta.
E poi svegliarsi di notte e scrivere queste pagine.
Subito.
Ora.
Non domani.
Perché già aver aspettato un po’ a scrivere.
Mi ha fatto dimenticare la maggior parte di quello che volevo scriverti.
Perché ogni volta che faccio qualcosa perché c’è qualcosa da fare.
Perché ogni volta che si aspetto perché si aspetta.
Ogni volta che la mia vita la lascio da parte perché disturba, perché è troppa o troppo poca.
Ogni volta che tolgo il volume, non è solo che non mi sento.
È che non vivo.
Perché ogni volta che continuo a dormire da sveglia.
Perché a quest’ora la gente dorme e non scrive.
Non è che non scrivo.
Non vivo.
Perché ci vuole la vita mia per vivere la vita mia.
Non basta il copione.
Ci vuole che la vivo.
La vivo.
E anche se sembra uguale a quella di prima.
Vestita uguale.
Pettinata uguale.
Con le notti che si dorme.
Come prima.
Con le persone che si amano con ordine, da Dio in giù. (Quante volte ho sentito e letto e detto, frasi ordinate, di amori a scaletta. Tante volte, così tante volte, che , ad un certo punto, ho tolto il volume).
Come la vivo io, la mia vita, non la vive nessuno.
E la notte diventa giorno.
E il letto, scrivania.
E i sogni, pensieri di carta e penna.
E la preghiera, il mio modo di dirti “Ti amo da morire”.
E Dio mi salta fuori da tutti gli amori.
E c’è un disordine.
Un caos.
Che sembra di stare ad una festa di quelle riuscite bene.
Non perché è andato tutto bene ma perché c’è un sacco di bene, tantissimo.
E l’amore ha il volume alto.
Ti voglio bene.
Ti amo.
Spunti fuori in ogni amore.
E l’unico ordine che c’è, non è che sei al primo posto.
È che sei.
E ora io non mi vesto, perché è notte e non voglio uscire.
E ora io non mi metto le scarpe, per non far rumore.
E ora io smetto di scrivere perché non voglio svegliare nessuno con la luce accesa a quest’ora.
E ora io abbasso il volume della mia vita.
Perché amare è anche lasciare che chi di notte dorme, dorma.
Ma il volume non lo spengo.
Perché lo voglio sentire il rumore che fa la mia vita.
La voglio sentire la mia vita.
Non ci voglio cadere nella tentazione di mettermi le scarpe perché ho i piedi.
Perché amare è anche amarmi.
Ora spengo.
Grazie vita mia di essere con me.
Qui.
Tu sei l’inchiostro di questa penna.

(Il Diario di Paci, Mauro Leonardi)
Paci è il personaggio che ha dato vita alla protagonista del romanzo “Una giornata di Susanna”, acquistabile online e in tutte le librerie. È sposata con René, un uomo che la trascura. Ha un amante, una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella.