Abelis – L’articolo su La Nazione
Su La Nazione del 21 luglio è uscito un resoconto della Presentazione di Abelis tenutasi il 4 luglio a La Spezia. Il giornalista presente, comprensibilmente, evidenzia un aneddoto raccontatomi da don Guido Marini, che ho conosciuto ragazzo liceale nei miei anni genovesi. Il racconto del Papa che dice dovrà avere pazienza con me, io sono solo un parroco serviva ad illustrare le doti comunicative del pontefice e si inseriva nel discorso comunicare è creare comunione spesso presente nelle mie presentazioni. Un paio d’ore prima c’era stata anche l’intervista a Tele Liguria Sud che è il post precedente di questa sezione.
Aneddoti e confessioni nel libro del ‘prete-romanziere’
“Ma quale santità, io sono solo un parroco”. Il nuovo Papa, Jorge Bergoglio, ha appena ricevuto l’investitura a sucessore di Benedetto XVI, l’applauso rituale dei cardinali riuniti in conclave è da poco risuonato nella cappella Sistina e monsignor Guido Marini, maestro delle celebrazioni pontificie si avvicina deferente al nuovo pontefice che, nella cosiddetta stanze delle lacrime, si accinge a lasciare gli abiti da cardinale per vestire i paramenti papali bianchi e rossi. Bergoglio non vuole essere chiamato Sua Santità, sentendosi ancora, in tutto e per tutto, solo un pastore, un parroco, appunto. È il primo dei tanti “segnali” che caratterizzeranno il nuovo stile di un pontefice che di sorprese ne riserverà tante nelle settimane e nei mesi successivi. A raccontare l’episodio, finora rimasto inedito, è stato, qualche sera fa, don Mauro Leonardi, che ha rivelato una confidenza fattagli dallo stesso Marini. L’occasione è stata la presentazione del suo libro “Abelis” (edizioni Lindau), che racconta in chiave fantastico-metafisica, la storia di Abelis, il bimbo che Ciambellano cerca per farlo cavaliere e vincere così la battaglia cntro i terribili draghi. Il libro, presentato nella bella cornice di Villa Chianca, a Ghiaia di Falcinello, ha offerto lo spunto per una conversazione sui temi dei valori umani, dell’incapacità di relazionarsi con il prossimo, chiusi come siamo in una corazza impenetrabile simile a quella che veste i cavalieri del castello di Arileva, la fantastica ambientazione di Abelis. Tanti spunti, tante domande e tante risposte proposte da una singolare figura di prete-romanziere (ad ordinarlo sacerdote fu, nel 1988, Giovanni Paolo II), membro dell’Opus Dei, che ha regalato aneddoti e “confessioni” raccolte nella sua feconda esperienza pastorale. Ad introdurlo, assieme ai padroni di casa Gennaro e Renata Chianca, Gabriella Baracchini Muratorio, neuropsichiatra infantile, che ha stimolato il dibattito offrendo le tante possibili chiavi di lettura di un libro che, pur destinato per ammissione dello stesso autore, ad un pubblico di nicchia, ha tutti i “numeri” per diventare un autentico caso letterario.