Blog | 01 Maggio 2012

PRETI CHE SEMBRANO DEI PRETI? [data originale 17.05.2012]

Questa Discussione nata su “La nostra linea editoriale” è diventata una discussione su
come devono andare vestiti i sacerdoti. Trasferisco l’altra su una nuova Discussione.

78 risposte a “PRETI CHE SEMBRANO DEI PRETI? [data originale 17.05.2012]”

  1. Milanese ha detto:

    4 maggio

    Padre Mauro deve stare attento perché l’anonimato è come una maschera e può creare schiffofrenie. In questo mondo c’è bisogno di testimoni non di teorie astratte. E Gesù ci ha messo la faccia e ha dato la sua vita, non ci ha scritto una lettera. 
E poi questi interventi di donne con vite così piene… ma con tutto questo tempo per distarsi sul blog?

  2. Fefral ha detto:

    4 maggio 2012

    hai ragione milane’, non perdo neanche un minuto a rispondere a un commento così pieno di pregiudizi

  3. Tres ha detto:

    4 maggio 2012

    Io non mi distraggo sul Blog, nel senso di togliere attenzione a cose più importanti! Fa parte di quel mosaico della mia vita dove tutto è importante e tutto ha un posto, il suo. E se qualcosa resta indietro si recupera e, al secondo recupero, a volte chiedo aiuto a volte rifaccio l’ordine dell’importanza. Vita piena non vuol dire vita inzeppata di cose ma ricca…di un po’di tutto.
Che sono le schiffofrenie? E perchè le fa venire la maschera? Casomai uno ce l’aveva già? Pure io avevo dei dubbi prima. Mi sono passati. Me lo sono fatto spiegare l’anonimato nel blog. Sbagliavo.

  4. Milanese ha detto:

    4 maggio 2012

    Ma Gesù che posta ha nella tua vita? Se ne parla così poco su questo blog
    Non vi volevo scioccare o ammutolire. Volevo cercare di capire se qui si fa lo sforzo di capire e far capire come Gesù farebbe nella vita o se invece è come nel grande fratello che ognuno dice la sua in un palcoscenico e poi chissà che fa e dice nella vita vera. 
Vi consiglio il blog sposati e sii sottomessa. 
La Miriano dice la sua su tante cose e ci mette la faccia. E non finisce mai un commento senza riferirlo a Gesù. 
Tolgo il disturbo

  5. Lidia ha detto:

    4 maggio 2012

    Guarda, io sul blog di Costanza Miriano ci ho scritto spesso e ci ho anche trovato persone stupende. Tranne una, che coi suoi commenti velenosi (in nome della fede “giusta”) mi ha fatto molto soffrire e siccome non sono masochista per adesso mi allontano un po’ da quel blog, perché va bene la penitenza ma cercarsela è un po’ troppo :) Il blog di Costanza ha tantissimi pregi, ma anche difetti: cioè che o sei d’accordo con il main stream del blog, o sei un nemico da attaccare o da convertire, in nome della purezza della fede. Cioè io ci vedo pochissimo dialogo. 
L’attitudine “ma tutto ‘sto tempo da perdere dove lo trovate, ma dov’è Gesù, ma che poca fede” dei tuoi commenti è quella tipica del blog sposati etc. Che, per carità, ha un fondamento buonissimo: siamo cristiani e parliamo di Gesù, non di Alberoni. Su questo sono d’accordo con te, capisco perfettamente cosa vuoi dire. 
Però ti invito – se vuoi- a fare un passo in avanti: parliamo della nostra vita umana (amicizia, amore) CON Gesù. Cioè, parliamo con lui e non di lui. Gesù nella mia vita ha un posto importantissimo: però sono convinta che parlare di amore umano sia già parlare di Cristo. Non c’è bisogno ogni tre righe di parlare di Gesù. Lui è sempre con me, qualunque cosa io faccia. Magari leggi un po’ di discussioni qui e poi ci fai sapere. Se lo noti, qui non si fanno proclami: io sono u cristiano integerrimo e guai a chi ascolta il cardinal Martini. Qui si parla delle sofferenze e delle gioie profonde della vita, che sono dove Cristo ci viene incontro. E tranne rari casi che spero siano passati (vero amici??) uno non si attacca “tu non sei abbastanza cristiano” ma si cerca di comprendere. Cmq, vedi tu, se ti piace o no.
Cmq anche don Mauro (il titolare del blog, diciamo così) ci mette la faccia (e anche tu sei anonimo, mentre io no, per esempio :) )

  6. Tres ha detto:

    4 maggio 2012

    @Milanese scusa rispondo io perchè penso forse tu stia parlando con me. Gesù ha posto nella mia vita e io nella Sua. Diciamo che siamo seduti vicini. Sono un po’timida a parlare di questo ma se vai nelle varie discussioni qualche volta credo di averlo esplicitato. A me sembra che se ne parli sia chiamandoLo per nome sia facendo come Lui: ci si chiede scusa, si chiedono preghiere, si fanno domande e si spiegano e rispiegano le cose, si litiga pure. Comunque è un blog, Milanese, e ha i limiti del mezzo e poi non è che se non parli di Gesù non ha posto nella tua vita, è che è vita e quindi c’è posto, in contemporanea, per tante cose. Ciao

  7. Anonimo ha detto:

    4 maggio 2012

    No non andate sul blog di sposati e sii sottomessa perché poi scoprite che Fefral scrive pure lì ma le danno poco spazio e se dice una delle sue, tipo gli uomini sono i migliori amici, non la prendono sul serio e riportano subito il discorso al tono giusto. Don Fabio le ha risposto, per farla tacere: chissà cosa sarebbe successo se Adamo e Eva avessero avuto un amico diverso da Dio. Fefral, datti pace. Cerca la vita vera. Non quella dei blog. Almeno non due. Ne basterebbe uno.

  8. Mauro Leonardi ha detto:

    4 maggio

    @ciao Milanese
Ti prego di non togliere il disturbo, perché non disturbi affatto. L’unico problema è che io alle tue domande, tipo: se qui si fa lo sforzo di capire o far capire come Gesù farebbe, o quanto posto ha Gesù nella vita delle persone che scrivono, o se le persone che scrivono qui sono schizofreniche e tolgono spazio e tempo alla loro vita vera, non so rispondere. Io non sono responsabile delle azioni di quelli che scrivono sul blog. Non sono responsabile neanche di quello che scrivono sul blog figurati delle loro azioni… (abbiamo fissato solo tre piccolissimi paletti che rispettano tutti tranne uno che si chiama Polifemo e che è stato appena riaccolto a casa propria dalla moglie… vabbé ma questa è un’altra storia).

Il blog di Costanza Miriano è bellissimo e mi desta molta ammirazione. Mi piacerebbe avere i suoi aiuti. Probabilmente dipende dalle vendite del suo libro che sono state abbondantissime mentre il mio va a rilento… cosa vuoi, da quelli che scrivono sul mio blog non riesco neppure a ottenere che comprino e leggano il mio libro, figurati se riesco a ottenere altre cose…

Scherzo! In verità non mi sento responsabile delle azioni di quelli che scrivono perché non sono responsabile delle loro azioni. Pensa che non mi sento neppure responsabile (perché non lo sono) delle persone che si confessano con me o che fanno direzione spirituale con me o che sono miei amici, o fratelli e sorelle… non mi sento responsabile perché non lo sono. La loro vita è qualcosa che vedono loro in coscienza con il loro Dio.
Ciao! dai non mollare…

  9. Giovanni Squadrito ha detto:

    @Milanese, condivido quello che dice Don Mauro, non dobbiamo fare lo sforzo di capire quanto Gesù abbia posto nella vita degli altri – PENSIAMO QUANTO SPAZIO GLI CREIAMO NELLA NOSTRA – il tuo contributo risulta necessario come quello di tutti. Ma ti prego di non giudicare le persone che frequentano il blog e se distraggano o meno tempo alle faccende della loro vita quotidiana. Se devo parlare di quanto posto abbia nella mia vita ne parlo con il mio direttore spirituale e con lui solo. Poi se ho confidenza con Lui se ne accorgeranno anche gli altri per mezzo del mio apostolato. Scusami non ti offendere ma la prossima volta cerca di essere meno Talebano.

  10. Tres ha detto:

    @Don Mauro scusi avevo pubblicato un commento ma non c’è più, siccome il mio computer fa le bizze lo riscrivo ma nel caso l’avesse cancellato lei (ma di solito compare scritto “cancellato”) scusi la ripetizione.
    Allora @Milanese io non credo ci sia una linea editoriale in questo blog ma casomai un “inizio” editoriale: il libro di Don Mauro. Non credo nemmeno ci sia un indice delle discussioni preordinato. A volte “discussioni di gran livello” sono rimaste boccheggianti e la lettera di un padre ad un figlio o di una suora o di una madre ad una figlia hanno creato un campo di battaglia. A volte argomenti “grandi” hanno suscitato piccoli interessi e argomenti che dovrebbero essere di nicchia, come il celibato, hanno smosso cuori e cervelli di ogni genere. Secondo me qui se c’è un indice e una linea, viene dettato e disegnata dalle persone che ci scrivono. Se Don Mauro scrive il suo punto di vista su una discussione è perchè ha un punto di vista su quell’argomento non perchè è Don Mauro.
    @Don Mauro per quanto riguarda la pubblicità di case editrici sarebbe interessante che si potesse ricambiare l’invito andando “noi” a presentare il libro da loro.

  11. Mauro Leonardi ha detto:

    Grazie! :-)
    …. non avevo cancellato nulla

  12. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    ….mi piacerebbe un blog dove si parla solo di Gesù…..e penso che Milanese un po’ ha ragione….@Tres: “Se Don Mauro scrive il suo punto di vista su una discussione è perchè ha un punto di vista su quell’argomento non perchè è Don Mauro”…volevi dire che Don Mauro esprime il SUO punto di vista…..proprio perchè è Don Mauro il punto di riferimento…..o no? @Mauro…a mio parere qualche responsabilità te le dovresti assumere….quando parli o scrivi le tue parole hanno un peso perchè sei chi sei e le persone possono MODIFICARE il loro agire dopo averti letto o ascoltato. Se non sei daccordo non mi spiego perchè hai scritto un libro.@Milanese:hai qualche ragione quando dici che a volte si trasforma in un palcoscenico.@Antonio…..se non volessi l’opinione di un prete , anzi più di uno……heheheheh….., non sarei qui…..scrivo qui perchè è il blog di un prete…..Per finire, mi piacerebbe davvero un blog per capire meglio Gesù, per parlare di Lui….per discutere della Sua vita….si…..

  13. MM. ha detto:

    @Patrizia, se pure le persone decidessero di MODIFICARE il loro agire dopo aver letto don Mauro è un problema loro. Don Mauro, come tutti qui dentro, scrive quello che pensa e c’è chi è d’accordo e chi no. Quanto a dottrina credo puoi stare tranquilla, non penso possa indurre qualcuno a fare il male o a farsi del male, anzi.. In ogni caso non può rispondere delle azioni altrui, anche se è un sacerdote. Il fatto è che qui sopra si dice la verità. E non puoi impedire a don Mauro di dire se stesso.
    A me il blog aiuta a pensare e mi mette in discussione e certo mi aiuta leggere quello che scrivete voi e don Mauro e di Gesù si parla tantissimo..hai letto la discussione sulla suora?
    Perchè non crei tu un tuo blog su Gesù?
    Ciao! notte!

  14. Tres ha detto:

    Ciao Patrizia,intendevo proprio quello che ho scritto, però forse non sono stata chiara.Secondo me, Don Mauro scrive quello che pensa, se pensa qualcosa su quell’argomento di cui stiamo trattando. Non è che si prefigge ogni tot interventi di rimettere in carreggiata la discussione o di alzare il tono soprannaturale, o di dire una battuata che sdrammatizza. E se lo fa, lo fa perchè voleva farlo non perchè è il punto di riferimento. A meno che non parli di una frase del suo libro. Lì, logicamente, il suo intervento è autorevole e di riferimento. Ma se il libro fosse il mio, l’autorevolezza sarebbe la mia. Se parla di Trinità, logicamente mi aspetto che “sappia” l’argomento, ma quello che me lo rende autorevole e di riferimento è che si vede che lo “vive” l’argomento e soprattutto che è importante per lui che io lo comprenda. Per tutti gli altri interventi, ma anche per quelli “teologici”, se guardiamo ai suoi commenti e ai nostri…sono identici:in uno dici la tua e nei almeno tre successivi stai a spiegare e giustificare e a scusarti di quello che hai detto o non detto. E la responsabilità di Don Mauro è più in Mauro che nel Don.
    E il fatto del palcoscenico è necessario in un certo senso.Se non pensassi che quello che sto scrivendo voi lo leggiate e che vi interessi, se non ricevessi mai un commento di risposta e almeno qualcuno di affetto e comprensione, non scriverei. Sarà che io Gesù lo vedo dapertutto, ma qui mi sembra che dal titolo in giù ce ne sia. Però a me piace parlarne, aumentiamo le dosi, se volete. Ho risposto io per tutti! Scusa Patri!!!

  15. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    @Tres…..non hai niente da scusarti…..Sono io che scrivo di getto e senza riflettere e senza correggere!!!!!! io mi devo scusare!!!!Don Mauro ha tolto il mio commento, evidentemente scrivendo di getto senza rileggere ho scritto qualcosa che l’ha offeso…..certamnte…..chiedo davvero scusa…..ed ha fatto bene a togliere il commento!!!!!Il palcoscenico su cui esibirsi in commenti comprensibili solo per pochi non è necessario…….ci siamo confrontati a colpi di erudizione……anche cultura ma molta erudizione……questo non va bene ma ci sta…..un abbraccio

  16. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    Stavolta non è molto educato….ma è scritto di getto…che ti devo dire….non sono neanche pentita di averlo scritto mi hai fatto inc…..volare con certe affermazioni! Mi sono sentita scaricata
    mentalmente scaricata, intendo se tu non scrivi con la precisa intenzione di prenderti la responsabilità di ciò che scrivi…io che ti leggo a fare? se non scrivi e parli con l’intenzione di farmi cambiare strada…..di assumerti la responsabilità di migliorarmi…allora perchè un blog pubblico?
    i giovani….non io che ho 58 anni…(quello che è fatto è fatto) si devono davvero sentire scaricati da tutti? Non hanno il diritto di sentire che qualcuno li ama e si preoccupa e si pone , anche in blog, come punto di riferimanto per capire e migliorarsi? E chi scrive non dovrebbe avere il compito di sentire la responsabilità delle parole che scrive per dare con amore una risposta a questi disagi e in qualche modo rendersi responsabile di attenuarli o di far capire? eppure da te io me lo aspetto perchè io posso avere dei disagi diversi….e da te mi aspetto che con amore ti prenda la responsabilità delle parole che mi dici, è vero che sta a me recepirle,posso farlo o non farlo…..ma a te spetta la responsabilitò
    responsabilità di provarci……

  17. Mauro Leonardi ha detto:

    Non mi sono affatto offeso. Appena riesco ti rispondo. Spero entro questa sera.

  18. Patrizia Cecila Giardi ha detto:

    Bello che non ti sei offeso…….io sono DAVVERO una che difende sempre ciò che pensa…..l’ipocrisia è un difetto che non ho….. non so perchè non riesco a trovare un gruppo, un’organizzazione, un’associazione religiosa che mi possa nutrire l’anima….se capisci cosa intendo…

  19. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    Caro Don Mauro sei……forte!!!!!!…..Tostissimo……Vorrei dirti, tanto per non smentirmi, cosa penso della cosìddetta” linea editoriale” ….La linea editoriale di questo blog…..ma non è il titolo che riassume l’argomento? Amenochè non si pensi di farne un libro…….allora il discorso è diverso…..ma se ci pensate bene, anche i vangeli non hanno linea editoriale……intendo dire che chi parla o scrive alla gente deve catturare l’attenzione con argomenti che il popolo vuole ascoltare….non credo sia possibile una linea editoriale ….credo che occorra semplicemengte un indice con i vari argomenti…….esattamente come questo blog….Don mauro ha fatto uno straordinario blog, che se fosse compresso dentro la linea editoriale….tutta la spontaneità e la libertà di parola,anzi …di scrittura…….se ne andrebbe per sempre!!!!!! Ecco, vedete, noi scriviamo del nostro tempo,della nostra epoca,delle nostre contraddizioni,dell’incertezza e di quanto cerchiamo Gesù…alla fine…è proprio questo il punto,ciascuno a modo suo desidera trovarlo e non smette di cercarlo…..davvero…tutti noi che lo cerchiamo ( e credo che tutti gli abitanti della terra lo facciano…) siamo importantissimi per Lui…… cerchiamo di dare il nostro contributo per capire questa vita che Dio ci ha dato e questo patto che Gesù, Suo figlio e Dio lui stesso, ha fatto con noi…..Quando siamo convinti di avere finalmente trovato Gesù ecco che ci sentiamo in pace con il mondo, con tutto il creato….salvo poco dopo ricominciare la ricerca per riconquistarlo ancora….perchè quando Lo hai raggiunto per un motivo Lo devi riconquistare per un altro…..così Lo cerchiamo tutta la vita,…..perchè la vita ci pone l’anima sempre in situazioni diverse,ostacoli diversi , difficoltà diverse….e dobbiamo ogni volta ricominciare da capo con la nostra anima il cammino verso di Lui,fino al giorno della morte che coincide con la vita eterna in Lui….e di sicuro la nostra anima non ha linea editoriale!!!!!

  20. Tres ha detto:

    Ah Patrì me fai morì! Ciao

  21. Mauro Leonardi ha detto:

    @Patrizia, scusa se trovo il tempo di risponderti solo ora. Facciamo che divido il mio intervento in tre argomenti: Gesù, il mio essere sacerdote, la linea editoriale del blog.

    1) Gesù.

    Per parlare di Gesù bisogna fare sempre il nome di Gesù? A volte sì, a volte no. Non più di quindici giorni fa ho parlato due ore al Club Frecciarossa di Milano con una caporedattore di quello che forse è il più importante femminile italiano. Non era proprio un’intervista. Diciamo che ci siamo conosciuti. Alla fine, stavamo andando verso le scale mobili, ed io ho detto: “sono un po’ dispiaciuto perché abbiamo parlato poco di Gesù”. Lei mi ha detto: “Abbiamo parlato due ore di Gesù. Per parlare di Gesù non c’è bisogno di nominarlo”. Oddio, qualche volta nominarlo bisogna. Se io parlo di Lui è chiaro che lo devo fare. Poi io sono uno che lo faccio anche se devo spiegare cos’è relazione. Però non dobbiamo dimenticarci che Gesù dice di essere la via, la verità e la vita (Gv 14,6) per cui quando si dice “qualsiasi verità” – anche l’unghia del mignolo del piede sinistro smaltato di color prugna – si parla di Lui. “Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono. (…) E’ piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno in cielo” (Col 1, 17-20). Non è una tattica pubblicare le lettere di Antonio Gramsci. Io credo che il cristiano debba essere come un ape che sa suggere il nettare da ogni fiore. Da ogni fiore. Il nostro obiettivo è arrivare a tutti cogliendo quello che c’è di vero nella vita di tutti perché così si costruiscono vie, ponti, tra noi.

  22. Mauro Leonardi ha detto:

    2) Il mio essere sacerdote.
    Dunque. Io sono uno che va sempre in giro vestito da prete e il 99% delle volte sono vestito in veste talare (matrix reloded, direbbe Polifemo). Quando le mie sorelle mi telefonano, la prima frase che dicono non è “come stai?” ma “sei in confessionale?” perché io passo molte ore in confessionale, e a volte mi dimentico acceso il cellulare per cui rispondo sussurrando: “sono in confessionale, ti chiamo dopo” , dopo aver chiesto scusa alla persona con cui sto. Detto questo, qualsiasi sacerdote è sacerdote in atto – cioè agisce il suo sacerdozio – quando amministra i sacramenti (in particolare confessione e eucarestia) e gestisce gli stretti dintorni: ovvero predica, fa le lezioni affidate a lui dal vescovo, in modo esplicito o implicito. Punto. In questo caso ha una certa responsabilità che dipende dal suo essere sacerdote. Mi spiego. Se io mentre faccio un’omelia a Messa dico che, anche se si è in peccato mortale, non è necessario confessarsi, sono responsabili delle eventuali mancanze di rispetto verso l’eucarestia che verranno causate da queste mie parole erronee. Se io mentre confesso dico a una signora che è meglio se iscrive suo figlio al liceo classico invece che allo scientifico, faccio una sciocchezza perché il sacramento dell’ordine non mi dà nessuna autorità in proposito. Se un’altra signora, dopo aver sentito le mie parole in un ‘omelia, ritiene di comportarsi in un certo modo con il marito – in uno dei mille modi morali che un cristiano può scegliere – quella scelta è sua, non mia e io non ne sono responsabile. Questo non vuol dire che io non sia responsabile delle mie azioni, ma chi è responsabile – sempre – è Mauro Leonardi, non don Mauro Leonardi. GP2 e B16 hanno scritto da Papi dei libri nei quali non avevano riposta nessuna autorità “magistrale”. Un conto è che B16 faccia un’enciclica e un conto che scriva un libro su Gesù. Nel primo caso ne è responsabile come Papa, nel secondo come Joseph Ratzinger. Cioè è la normale responsabilità – gravissima a volte – che ha ciascuno di noi nel vivere. La stessa che hai tu Patrizia. Per cui io non mi sottraggo neanche di un millimetro alla mia intera responsabilità, ma non mettete in mezzo sul blog il fatto che io sia prete. La competenza non è data dal sacramento, ma dallo studio, dalle capacità, da essersi fatto un m…zo così! (Polifemo mi contagia) e chi la riconosce… bene e chi non la riconosce… affari suoi. O affari miei… perché forse non c’è. Ma comunque non c’entra il fatto che io sia prete. Ci avete mai pensato che Gesù – dal punto di vista civile – era un laico? non apparteneva alla casta dei sacerdoti. Ovvio che lui è il Sacerdote Eterno ma… spero che si sia capito cosa intendo… Guarda che c’è solo in Italia questo clericalismo per cui il teologo deve essere prete. In germania ci sono e c’erano fior di facoltà di teologia laiche e civili. Ma è così dappertutto. I laici possono far direzione spirituale ecc. ecc. insomma ridimensionamola un bel po’ sta faccenda del prete perché è molto molto sovradimensionata.

  23. Mauro Leonardi ha detto:

    3) La linea editoriale
    Il mondo è pieno di blog in cui ci sono preti che danno risposte, consigli, fanno prediche e così via. Che commentano le cose degli altri con le cose degli altri. Belli, bravi. Bene. Fate. Fate. A me non interessa. A me interessa fare quel che ho detto appena sopra: trovare scaglie di verità in briciole qualsiasi di vita qualsiasi per costruire ponti, vie. Mi sento portato a questo.
    Dietro questo blog c’è moltissimo lavoro: cosa credete, che don GianPaolo sia arrivato per caso? A quanti gente ho scritto dicendo: mi faresti un grandissimo piacere se questa cosa la mettessi anche sul blog? La veste grafica, la scelta degli indici, dei temi, i miei interventi che devono essere “sussidiari” cioè che devono aiutare la gente a parlare e ad ascoltarsi. Poi è chiaro che intervengo anch’io, ma cerco di farlo come uno degli altri: ascoltando. Cosa impossibile, ma cerco di non mettermi in cattedra. Amo le cattedre. Ma io non sto in cattedra. Sono comasco sempre, ma questo che c’entra? Sono prete sempre, ma questo che c’entra? (l’ho spiegato sopra). Adesso uscirà Abelis che è un romanzo laico fatto con una casa editrice laica. D’accordo con l’editore abbiamo deciso di tenere il blog così com’è: il nome rimarrà così. Perché essere Come Gesù è un bell’ideale, innanzitutto umano. Pensate al Gesù qualsiasi, quello di Nazaret: quello per cui la gente dice: ma costui non è forse il figlio del carpentiere? di lui conosciamo padre e madre, i suoi fratelli e le sue sorelle sono tra noi. Gesù persona normale, persona qualsiasi. Quel Gesù lì è assolutamente affascinante, e quel Gesù voglio far conoscere.

  24. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    @Mauro:bhè…risponderti è complicato…..ti è arrivato solo una parte del messaggio ,ho controllato, per quanto riguarda cosa intendo nel mio post sopra sull’ipocrisia (evidentemente un pezzo si è perso per strada)perchè così non ha senso.Il mio pensiero è che a parte i gruppi di preghiera e gli incontri per commentare le Sacre Scritture,( che mi piacciono molto e che frequento regolarmente)la maggior parte delle grandi associazioni religiose che ho frequentato secondo me hanno dei lati non trasparenti e non rispondono alle mie esigenze (magari quelle di altri si, ma io parlo delle mie) spirituali, non nutrono il mio spirito…..e non essendo ipocrita non le frequento solo perchè mi farebbe comodo avere un ritorno di immagine…..tutte vanno li e allora…..se non ne fai parte…..sai com’è……Ti parlo della mia realtà….se vuoi avere un dialogo e magari chiarirti dei dubbi, o trovi l’associazione religiosa(non faccio nomi)piena di invasati che vorrebbero mettere al rogo tutti i divorziati e chi gli consente di esserlo,o trovi quelli che fanno i miracoli,o trovi quelli che se poco poco ti azzardi a dire che nella religione cattolica qualcosina di relativo c’è ti marchiano a fuoco con il sigillo “credente della religione fai da te”. Insomma, non sono riuscita a trovare un’associazione che faccia del normalissimo dialogo con i fedeli….quindi anche con me…Ovviamente parlo sempre per me.Spero di aver chiarito il primo dei miei post.A domani le risposte sugli altri 3 punti.

  25. Dory ha detto:

    @Patrizia – le lettere di Gramsci le ho suggerite io a Don Mauro: è giusto che in questo caso, visto che hai supposto una “tattica”, io dica come stanno le cose…Bhè…la “colpa” qui è mia…Ma devo dire che mi ha fatto un immenso piacere che Don Mauro le abbia pubblicate in più nel giorno della festa del lavoro. Grande apertura e intelligenza. Personalmente sono lettere che hanno formato la mia etica adolescenziale e in gran parte ancora Gramsci è assolutamente un modello positivo di uomo e politico per me, quindi ci sono affezionata: ma trovo anche che fossero attinenti ai temi che stiamo discutendo e una bella risposta a Tolkien che per tanti versi a me personalmente non ha convinto ( continuo a pensare che a tratti sia di una misoginia veramente rivoltante…mentre Gramsci con quell’accenno pudico alla moglie fa “un trono” a questa donna dinnanzi ai figli). Io sono felice di sapere che come cristiana non debbo (nè voglio) fare a meno di Gramsci solo perchè era comunista…Davvero non trovo nessuna tattica in questo. Se poi un ateo vedendo che in un blog di un sacerdote c’è una discussione su Gramsci e magari si avvicina…Anche questo…Che c’è di male? Don Mauro l’ha detto subito che qui atei, agnostici e credenti di altre religioni sono i benvenuti… magari ce ne fossero di più! Forse è anche per questo che a Don Mauro non piace che qui si insista tanto sul suo essere “don”…E ecco anche perchè si ha pudore nel parlare di determinate realtà religiose. Proprio per non creare etichette e tabù e permettere la più ampia possibilità di confronto…Io la vedo così. in ogni caso, mi sembrava giusto dire che l’idea di Gramsci è stata mia…

  26. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    Vorrei tanto che lo Spirito Santo illuminasse ,anzi folgorasse tutti quei preti che vanno in giro non con l’abito talare,non con il clergyman,ma con tutta la disinvoltura di questo mondo con jeans di taglio modaiolo,scarpe da trekking grandi marche,camicia Oxford botton down,maglioncino blu chachemire e ovviamente senza pettorina o collarino o un qualsiasi altro simbolo che ti dica che sono preti. Pure con l’auto sportiva 16 valvole! BASTA, SONO STUFA, STUFA E ARCISTUFA…… ma che fanno….gli snob? Oggi come oggi , parlo per le mie zone, trovare un prete riconoscibile è difficile….In questo momento io penso che la Chiesa con la paura di allontare i fedeli con un immagine troppo clericale abbia ecceduto nel senso opposto……la distinzione dei ruole deve essere visibile e tangibile……altrimenti per come la penso io crea confusione e diffidenza…..PER ASSURDO…se vado in parrocchie e invece del prete mi trovo davanti lo stesso uomo,( bello brutto giovane anziano non fa alcuna differenza)incontrato fuori e che avevo etichettato come snob modaiolo…….., cerco il primo pretesto per uscire al volo e andare dal prete centenario che si veste da prete e che gli piace essere prete vestito da prete….Io penso che l’abito talare dia una dignità particolare ai preti, o il collare, o la pettorina, o il clergyman…..Mi si potrebbe eccepire che l’abito non fa il monaco…..lo so benissimo….dipende dalla persona…..Ma se la dignità che l’abbigliamento conferisce è mal riposta….questo è un altro discorso…….e lo sarebbe in ogni caso….Credo fermamente che la gente abbia bisogno di avere preti riconoscibili,preti da avvicinare con rinnovata fiducia,preti tradizionalmente riconoscibili……Nella mia zona i preti con l’abito talare sono talmente una rarità….che ne ho fotografato uno l’altro giorno……E’ anche una strategia politica sbagliatissima…..la mia zona è di sinistra, e così la Curia credo che pensi che così raccoglie più fedeli di sinistra..i radical chic..e ci riescono….ma non vogliono vedere che in effetti,lo so perchè ci vivo,non sono cattolici….questi fedeli non credono nei dogmi…insomma , qui c’è una gran confusione….iniziata dall’abbigliamento…dal porsi dei preti come gente comune e anzi radical chic ma niente simboli di identificazione…il discorso è complesso e l’argomento complicato…ma la conclusione è…. RIDATEMI I PRETI VESTITI DA PRETI……Io la penso così

  27. Paola ha detto:

    la sostanza è decisamente condivisibile
    il tono un po’ da talebana dell’abito talare …

  28. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    PERCHE’ LO SONO ……

  29. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    Era una battuta…..e poi credo che tu non abbia letto bene……ho scritto “o l’abito talare,o il clerigman, o la pettorina o il collare”…quindi non direi dell’abito talare, ma talebana dell’abbigliamento che possa essere riconducibile al prete anche in un dettaglio……

  30. Mauro Leonardi ha detto:

    Io vado sempre vestito da prete e quasi sempre in clergyman.
    Però fino al concilio di trento i sacerdoti non erano riconoscibili, a differenza dei religiosi.

    Il fatto di andare vestiti da preti non è un assoluto: ha dei pro e dei contro.
    (comunque vado vestito da prete…?

  31. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    senza un dettaglio che dice che è un prete………quali sono i pro? parliamone…perchè vedi…..un prete si può vestire da prete oppure modaiolo, ma con il collarino ……..che dice che è un prete…E’ interessante l’argomento, all’apparenza frivolo…..ma solo all’apparenza!!!!

  32. Mauro Leonardi ha detto:

    In tutte le cose umane ci sono pro e contro. La decisione della chiesa di far indossare ai sacerdoti secolari un abito (una “divisa”) è umana. I pro sono moltissimi. Per questo è meglio che i sacerdoti vadano vestiti da sacerdoti, per questo io mi vesto sempre da prete e quasi sempre con la veste talare.
    Mi sembra che l’unico vero “contro” sia il rischio del clericalismo, che però viene ampiamente superato dai “pro”.

  33. Domenica ha detto:

    Non capisco…perchè un prete non dovrebbe vestirsi da prete? quali sarebbero i “contro”? non credo proprio che sia l’abito che renda clericali. Chi è sposato si toglie forse la fede ogni tanto? sarebbe sciatteria…

  34. Ludwig ha detto:

    x Patrizia (talebana?)
    Non vedo alcuna controindicazione per un prete, che si muova in mezzo alla gente, a vestirsi come loro salvo un collarino o un altro piccolo dettaglio che lo qualifichi come tale.
    E la gente normalmente si veste in modo sobrio ed ha macchine normali. Se eccede è un altro discorso.

  35. Vittoria Patti ha detto:

    Per fare un … processo più equo ai sacerdoti “in borghese”, sarebbe meglio che intervenisse qualche sacerdote che ha scelto di non usare il clergyman o la talare ecc., e ci spiegasse le sue ragioni! Chi va ad invitarli? Io posso provarci (ne conosco parecchi) ma non garantisco che accettino! Altrimenti, se qui siamo tutti d’accordo che essere riconoscibili è meglio (anch’io la penso così, come ho anche scritto altrove in passato) a che serve questo pezzo di discussione? Ce la cantiamo e ce la suoniamo… :)

  36. Vittoria Patti ha detto:

    Sull’opportunità che un prete sia riconoscibile come tale, può servire per esempio questo bel post uscito proprio ieri sul blog di Piero Gheddo:
    “Perchè hai fiducia in me che sono un prete?”

  37. Mauro Leonardi ha detto:

    @Vittoria sarebbe molto bello se li invitassi. Come vedi il titolo della Discussione non riguardava l’abito dei sacerdoti ma….

  38. MM. ha detto:

    @Domenica..mio cognato se la toglie la fede ogni tanto e ti assicuro che non ha niente di sciatto! E un prete vestito friendly magari mette meno soggezione. Però è anche vero che conosco sacerdoti, che girano in talare, che raccontano di essere fermati per strada perché qualcuno chiede loro di confessarsi! Questo essere riconoscibili è bello.

  39. Vittoria Patti ha detto:

    Ok, ci provo! Vediamo che succede!…

  40. Anonymous ha detto:

    Non credo ci sia molto da discutere su questo argomento. Ci sono definizioni ben precise. L’abito ufficiale del sacerdote secolare è l’abito talare, in alcune circostanze per situazioni di comodità si può adottare il clergyman. Io sono medico e la mattina quando entro in corsia devo indossare il camice perchè i pazienti possano identificare una persona a cui fare riferimento e non sentirsi imbarazzati nel riferire i propri sintomi. Si può fare un discorso simile per il sacerdote. Saluti!

    Giovanni Corso

  41. Anonymous ha detto:

    Ottima spiegazione! Anche se non sono sacerdote, sono d’accordo! Ho ricordi meravigliosi di quando ero bambino del mio parroco che indossava sempre la talare! Morivo di curiosità nel sapere quanti erano i bottoni della talare, la trovavo semplicemente bellissima!

    Giovanni Corso

  42. Mauro Leonardi ha detto:

    Condivido. Io sto in veste talare da mattina a sera, dentro casa e fuori casa. Ma se vado a fare sport, o a fare una gita, mi posso mettere in pantaloncini e scarpe da ginnastica o devo fare come si faceva negli anni ’60 quando si facevano giocare i seminaristi in veste talare. tipo Padre Brown e Federico Fellini? Cioè tu quando esci dall’ospedale te lo tagli il camice?

    P.S. Scusate sto cercando di mettermi nei panni dei miei amici preti che non si vestono mai da prete… finché non siete così bravi da trovarne qualcuno che venga a scrivere sul nostro blog…

  43. Domenica ha detto:

    Se fossi uomo e se fossi prete, fosse solo per “l’orgoglio” di esserlo, io ci dormirei pure con la talare. Però don Mauro, quante vesti deve avere un prete per andare a dormire o a correre con la talare??? Fede al dito e talare ai preti…e sù, non è difficile!

  44. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    @MauroIo credo che se anche ti metti in tenuta sportiva, non credo che il collarino ti disturbi…..o qualcos’altro che dica che sei un prete….o no?

  45. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    appunto….salvo un dettaglio che li qualifichi…..caro Ludwig!!!!che bello leggerti qui!!!

  46. Tres ha detto:

    No dai Patrizia, se sei in tuta o al mare come fai a sembrare un prete con qualcosa di materiale? E’ il tuo momento di relax: un’ora di corsetta o una nuotata e un po’ di sole…pure se non ti riconosce nessuno non fa niente, ti riposi e pensi a che bel panorama o che bella sudata!

  47. Mauro Leonardi ha detto:

    Questo commento è stato eliminato dall’autore.

  48. Patrizia Ceciia Giardi ha detto:

    @Ludwig
    …..ola!!!!! ma che piacere leggerti qui!!!!!Senti, appunto, il collarino….non se lo mettono…raro che un sacerdote che indossa abiti normali, (jeans camicia maglioncino) metta il collarino……mi hanno definito Talebana, non mi sono definita da sola..hai capito bene…..vorrei che i preti fossero riconoscibili da un qualsiasi dettaglio nel loro abbigliamento….NON MI PARE DI CHIEDERE TANTO…personalmente vorrei che fosse imposto il clergyman o l’abito talare…….(ma non sarebbe già imposto?) ma visto che pochi lo mettono…..almeno che sia imposto il dettaglio che identifica il prete……ma scusa, tu lo dovresti sapere se c’è un articolo che obbliga i sacerdoti all’usa dell’abito talare e del clergyman…comunque questa la lettera di Giovanni Paolo II è interessante. L’ho data a don Mauro che l’ha pubblicata in materiali dottrinali.

  49. Mauro Leonardi ha detto:

    @Patrizia
    Ti assicuro che GP2 faceva le gite e lo sport senza nessun segno esterno sacerdotale. Uscirono le foto su Epoca e da allora, il poveretto, quando c’era il minimo rischio di essere fotografato si metteva la veste talare. In un libro di Navarro Valls si racconta di quando andava a sciare in abruzzo e puoi verificare…
    Hai visto che ti ho pubblicato la lettera di GP2?

  50. Anonymous ha detto:

    Capisco il problema e l’obiettivo della discussione, ma a questo punto non essendo io sacerdote, non mi sento di continuare su questo argomento, creando pareri personali che possono essere fraintesi; dico che a me piace una cosa ma che ovviamente può non piacere agli altri se non dare addirittura fastidio. In questi termini nè mi sento di riconciliare chi porta la talare con chi non la porta, non essendo appunto del mestiere..

    Giovanni Corso

  51. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    @Mauro…Non metto mai in dubbui quello che dici…..ci mancherebbe….Per il collarino :quando sarai Papa potrai non metterlo!!!!! :-) se si può scherzare!!!!!Il Papa è sempre riconoscibile…..o no?? Non ho visto pubblicata la lettera……ma leggo che l’hai pubblicata in materiali dottrinali…..vado a vedere!@ Tres…è già una concessione che fanno a loro stessi togliersi l’abito talare o il clergyman….che noia da il collarino? ma se proprio qualcuno volesse la t-shirt e pantaloncino senza collarino…….trovino il sistema di essere riconoscibili…non vedo perchè no…..hanno studiato il clergyman….. basterebbe un logo disegnato sulla maglia…che ne so….. e poi …vedi i preti in abito talare che sciano il 5 marzo di questo anno….. che forza!!!!!! http://www.csi-net.it/notizie/48568?PHPSESSID=6c8fddce9bf3e5e879dffa4e18b15932 guardare per credere……Comunque,perchè i preti non dovrebbero avere un abbigliamento sportivo? O se ce l’hanno….io non l’ho mai visto….E poi,Tres, alcuni preti non hanno MAI(maiuscolo)tempo……figurati se vanno in vacanza! il problema almeno per loro non si pone… :-)

  52. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    C’è nessuno qui che ha scaricato su IPhone o Ipod o Apple iOS 3.1.3 o successive “Confession: a Roman Catholic App” che per 1,59 euro promette una “confessione elettronica” con relativa penitenza???? Lo so che la notizia è vecchia ma io sono curiosa di sapere se qualcuno l’ha usata……

  53. Vittoria Patti ha detto:

    @Patrizia: ho fabbricato questo filmatino, in quattro e quattr’otto, apposta per te… non arrabbiarti! ;)

  54. Vittoria Patti ha detto:

    Quelle sono di quando era ancora sacerdote… qui invece era già cardinale!

  55. Vittoria Patti ha detto:

    Questo commento è stato eliminato dall’autore.

  56. Vittoria Patti ha detto:

    Volevo dire «quando era ancora “solo” sacerdote…»

  57. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    @ Vittoria: perchè mai mi dovrei arrabbiare? Ciò che penso non cambia..Io ho le mie convinzioni……se mi dovessi arrabbiare per questo, abitando a Pistoia sarei già morta……di rabbia!!!!!

  58. Paola ha detto:

    Grazie Vittoria! Queste immagini del Papa GPII mi hanno allargato il cuore stamattina! Che concentrato di umanità nel suo sguardo.
    Non ci può essere vera santità se non c’è una profonda umanità.

  59. Vittoria Patti ha detto:

    Non ci può essere vera santità se non c’è una profonda umanità.
    Verissimo!
    Ciao Paola, grazie a te!

  60. Lucy ha detto:

    Non esistono preti che non si vestono mai da preti, non esageriamo!! come farebbero a celebrare la messa?
    E’ vero che la forma spesso è indice di sostanza, ma qui mi pare che si esagera del tutto in senso troppo restrittivo!
    L’abito non fa la persona, anche se in certi casi, PUO’ indicare il dar scarsa importanza al proprio ruolo: ma sono casi davvero rari! Oppure si fa come quelli che magari,mentre una persona è afflitta da problemi personali importanti…vanno lì a rimproverarla perchè non si cura di come è vestita…dimostrando solo di avere uno spirito insopportabilmente formale…

  61. Mauro Leonardi ha detto:

    Io ho parecchi amici preti che – diversamente da me – non si vestono da preti. Non lo fanno perché dicono che così la gente si può avvicinare loro più facilmente, senza spaventarsi del loro essere preti. Io non ho questa esperienza perché conosco molti laici e laiche che mi fanno conoscere i loro amici e le loro amiche. In questo modo il problema è “saltato” perché sono loro a fare da “ponte” con me, e gli amici arrivano da me ben contenti di trovare un sacerdote in talare. Ma se mi metto nei panni dei miei amici preti, che sono soli e non hanno gli amici che ho io, non so dar loro tutti i torti. Voi cosa ne dite?

  62. Lucy ha detto:

    Dico che è proprio così…per avvicinare le persone spesso bisogna essere tra di loro ! Penso all’apostolato delle Sentinelle del mattino e di tanti movimenti che sorgono nella chiesa, soprattutto in riferimento ai giovani! Addirittura predicazione nelle discoteche e confessionali improvvisati nella notte.. Se nel suo ambiente ci sono le persone -ponte, meglio per lei, che non proverà mai la sensazione di essere prete disoccupato o con poche vecchiette al seguito.
    Tuttavia sarebbe da evitare anche nel suo ambiente, che quando un povero laico riesce a portar alla confessione una persona, si senta dire- ma dovevi prima valutare che tipo era… non potevi seguirlo un pò tu prima? così quello che fai,non è più tuo apostolato, ma apostolato del sacerdote!”Non le sembra il colmo?????

  63. Giovanni Squadrito ha detto:

    @Lucy quando portiamo alla confessione una persona ce ne dobbiamo strafregare di quello che dicono gli altri ma quello che dice Dio che parla alla nostra coscienza. Ovvio che non si deve rende l’evento “mediaticamente spettacolarizzato”. La confidenza e l’amicizia è un buon viatico per portare l’anima a confessarsi ma i peccati li deve trattare il prete che amministra i sacramenti e non sono oggetto di confidenza e amicizia.
    @Mauro…, i preti in abiti civili catalizzano più rischi di quelli con la tunica. Pensi don Mauro al mondo delle relazioni sociali di un prete non in divisa che vengono vissute con un senso di parità di linguaggio e di comportamenti risulta sempre in risalto l’aspetto laicale e non quello ecclesiale e/o escatologico. Se mi permette dire, l’unico momento in cui il prete non deve indossare segni visibili del suo Ministero è nel momento della sua vita strettamente privata. Per la proprietà di linguaggio e nella capacità di conoscenza e relazione che sa instaurare con le anime un sacerdote, non mi consideri oscurantista, quando si relaziona con l’altro sesso è importante che sia in abito talare, e questo non per sfiduciare le donne, ho conosciuto alcuni parroci di paese anche abbastanza temprati nella fede e nell’impegno che, a causa della loro espansività si sono nutrite ovvie leggende metropolitane che hanno portato scompiglio, calunnie e maldicenze, con successivo trasferimento in altre parrocchie. Mai dire mai nella vita, ma chi veste la divisa di “Poliziotto” è difficile che fra qualche altro anno gli vediamo indossare la divisa di “Carabiniere”, che ne pensa…?

  64. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    @Mauro: L’abbigliamento da prete facilita i rapporti tra le persone e quindi l’amicizia perchè fa cadere immediatamente il muro della diffidenza. Poi se il prete è “sciapo” …….dura avere amici….

  65. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    @Giovanni S.: tu proprio le donne non le capisci.

  66. Vittoria Patti ha detto:

    «…Davanti a me passavano gli altri viaggiatori, qualcuno camminava, qualcuno correva, qualcuno parlava animatamente al cellulare, da destra a sinistra, da sinistra a destra. Si arrivava, si partiva, tutti di fretta.
    Un uomo sulla quarantina arriva di corsa, trascinando un trolley. Vede il mio colletto bianco, trasale, si ferma: “Sei un prete?”. “Sì”, rispondo. “Prete cattolico?”. “Sì, certo” anche se certo non è, in questo paese dalle 12 mila religioni. “Ascolta, mi devi proprio dire, perché Maria? Cosa c’entra Maria?” …»
    Il resto dell’articolo è qui.

  67. Giovanni Squadrito ha detto:

    Questo commento è stato eliminato dall’autore.

  68. Giovanni Squadrito ha detto:

    @Vittoria, è un bellissimo articolo che ci ricorda il mese mariano.
    @Patrizia, non sono d’accordo sul tuo giudizio che io non capisca le donne. Lavoro in un ufficio dove ho insieme tre donne divorziate le quali non vanno d’accordo fra di loro e alla fine devo mettere in campo tutte le mie capacità diplomatiche per rinsaldare l’equilibrio nel luogo di lavoro e ci riesco quotidianamente, certo non significa nulla, ma da uomo sposato, tendo ad non allargare in maniera esponenziale la confidenza con una donna a colloqui che potrebbe diventare sempre più stringenti nel campo dell’intimità. Ti dirò che a turno vengono singolarmente per parlare male delle altre due e discutere di tutti i loro fatti personali anche i più intimi. Non è un atteggiamento che mi aggrada ma delicatamente faccio scivolare il discorso verso altri argomenti. Rispetto il tuo punto di vista ma se non conosci non giudicare così seccamente.

  69. Mauro Leonardi ha detto:

    Lucy hai proprio ragione!!! Io una sciocchezza così spero proprio di non averla mai detta…. e prego Dio di non dirla mai.

  70. Mauro Leonardi ha detto:

    Questa Discussione mi piace molto anche se devo sostenere la parte di uno che non sono, perché sono un sacerdote che veste da prete. Ma non lo trovate qualche sacerdote che non veste da prete che ci venga a dire perché lo fa?

    Comunque fino al Concilio di Trento l’idea di “vestire da prete”, non esisteva. Dal punto di vista teologico è esatto dire che l’abito fa il monaco perché il religioso ha il compito di una testimonianza pubblica nella chiesa e – quasi sempre – parte di questa testimonianza è data dall’abito. Per il sacerdote non è così.

    Uffa… me lo trovate!! se no mi dissocio dentro me stesso….

  71. Patrizia Cecilia Giardi ha detto:

    @Giovanni: Non giudico, esprimo una opinione mia personale su ciò che scrivi:Secondo me, quindi puoi non essere daccordo, non solo non capisci le donne………ma …sai come si dice in toscana? sei fuori come i balconi…. :-) Io personalmente penso( non condivisibile) che tu stimi smisuratamente te stesso…….. E secondo me, sempre mia opinione personale quindi,più scrivi sull’argomento più esalti questo tuo aspetto!

  72. Vittoria Patti ha detto:

    @don Mauro, io ho invitato molti sacerdoti (sia amici che sconosciuti) ma non ho avuto alcuna risposta finora. Ora diramo l’invito anche su Twitter, quindi a tutti indistintamente.
    Buona domenica a tutti!

  73. patrizia cecilia giardi ha detto:

    @Mauro: Non credo che ci sia un prete che, leggendo ciò che abbiamo scritto, e sapendo chi è l’amministratore di questo blog, ci venga a dire che non si veste da prete……si sono tutti “convertiti” all’abito…… hehehehehe!!!!!! :-) si potrà scherzare….o no?

  74. Vittoria Patti ha detto:

    @Patrizia: certo che si può scherzare, ma scherzi a parte, credo che se un sacerdote fa la scelta di vestirsi in un certo modo, lo fa con ragioni e consapevolezza, e non dovrebbe avere certo paura di venirne a parlare con calma qui o altrove.

    OT (che nel gergo di blog e forum vuol dire “Off Topic”, cioè fuori tema): @don Mauro, dov’è il posto di questo blog per proporre temi nuovi da trattare? Non lo trovo più. Grazie!

  75. Giovanni Squadrito ha detto:

    @Patrizia, non sono affatto d’accordo con le tue opinioni personali su di me, ma la battuta toscana mi piace, troviamo i preti che non vestono da preti come dice Don Mauro. Saluti.

  76. Mauro Leonardi ha detto:

    @Vittoria Patti

    Nella sezione 02. Il nostro blog. La Discussione si chiama Lo spirito del blog. Devi andare infondo perché è la più vecchia.