CONSIDERAZIONI SUL NOSTRO BLOG [data originale 03.02.2012]
Francesco Cecere invia a tutti noi delle riflessioni sul blog che mi sembra meritino di
essere prese in considerazione e sulle quali si può ragionare.
“Caro Mauro, in attesa di poterti incontrare presto vorrei inviarti alcune considerazioni sul blog che non vogliono essere una critica, ma un contributo. Se lo ritieni opportuno le puoi inserire nel blog, viceversa sappi che non mi offendo. Eccole di seguito.”
Cari utenti del blog “Come Gesù”,
già dall’incipit si capisce che non sono particolarmente esperto di blog e dei loro usi e costumi… Ho una certa difficoltà a seguire tutte le discussioni causa mancanza di tempo. L’altro giorno essendomi ritrovato con due ore libere, le ho in parte dedicate alla lettura dell’ultima discussione e ho fatto dentro di me alcune considerazioni che vorrei condividere. Scusatemi in anticipo se dirò cose imprecise perché non frequento quotidianamente tutte le discussioni e quindi mi potrebbe essere sfuggito qualcosa (o molto…).
Ho la sensazione che da qualsiasi parte inizi la discussione, si finisca sempre per parlare di alcuni temi che indubbiamente sono molto sentiti: anche partendo da considerazioni sul celibato finiamo per parlare di problemi di coppia e particolarmente di coppie che vivono con sofferenza più o meno grande la loro vita coniugale. Ci sono bellissime testimonianze di queste difficoltà e suggerimenti, alcuni condivisibili altri meno, ma ho la sensazione che molta parte del blog ruoti intorno questi temi. Qualcuno mi potrà giustamente dire che un blog ruota intorno ai temi che ai frequentatori stanno a cuore: è vero. Ma mi sento di ribattere a questo qualcuno che emerge quanto ci sia bisogno di condividere sia le gioie che i dolori della propria vita, non tanto per cercare soluzioni, ma per condividerle con una comunità che anche se virtuale, è pur sempre comunità. Ripenso a John Gray e al suo libro: è vero, le donne non hanno bisogno di soluzioni, ma di ascolto, di condivisione. E’ netta, infatti, la sensazione che ci siano più donne che uomini tra i frequentatori e anche questo è indicativo della differenza di mentalità.
Ora però, credo che se il blog resta solo “spazio di condivisione” delle proprie esperienze personali più o meno felici, corre il rischio di inaridirsi. Confesso che molto probabilmente queste considerazioni sono dettate anche dal fatto che per mestiere io ascolto giornalmente molte di queste storie tristi e ogni giorno mi scontro con la mia impotenza e incapacità di suggerire soluzioni anche perché spesso non ci sono soluzioni, o meglio non ci sono soluzioni come le intendiamo noi. Il dolore, la sofferenza difficilmente trovano soluzioni umane, soprattutto difficilmente trovano un senso in una logica solo umana. Ho sempre paura di dire banalità, per cui ho fatto mio il motto “Aut tace aut loquere miliora silentio”.
Quindi chiudo e aspetto osservazioni e riscontri
Francesco Cecere
Condivido in pieno!
Specialmente ” Il dolore, la sofferenza difficilmente trovano soluzioni umane, soprattutto difficilmente trovano un senso in una logica solo umana.”; però… intanto il non sapersi “i soli” che soffrono di un determinato problema,è comunque un piccolo passo per uscir dalla disperazione,poi a volte anche un semplice ascolto(non risolutivo!)può far molto bene(se sei credente,potresti anche credere o sperare che altri preghino per te!)e infine…se uno si trova a scrivere su un blog di questo tipo…forse sta cercando una risposta in una logica non solo umana!
o forse un pò l’ha trovata e vuole rinforzarla…
quante volte,in un momento buio basta leggere o sentirsi ripetere qualcosa che magari uno già sa,ma è seppellita dentro!! …ci sono persone che magari,per il fatto di essere inserite in gruppi o ambienti religiosi di vario tipo,di tutto ciò sono già” fornite “e possono fare più volte esperienza di non essere sole,e “sentire”che “il fratello aiutato dal fratello”, diventa molto più forte etc…ma non tutti hanno questa possibilità…e dunque ben venga una possibilità virtuale,meno forte e risolutiva forse,ma comunque sulla buona strada…(io almeno penso così….)
Quello che penso valga la pena sottolineare è che le risposte che si cercano sono già state date. Basta rispolverare la “biblioteca” e rifar emergere ciò che da sempre la Chiesa ed il suo inesauribile magistero insegnano.
L’Amore supera ogni difficoltà e dolore. Basta ricordare che l’Amore non è separarzione ma unione di scienza e fede!
Accogliere il Mistero penso sia la risposta risolutiva.
Ma, constato, che nel mondo neoutopico odierno, il Mistero vada eliminato nel nome dell’articificale felicità dell’hic et nunc.
Matteo Dellanoce
Le donne parlano. Non ci piove. Le donne hanno il cuore come appeso fuori. Le donne parlano di cuore. E’per quello che un caffè insieme si trasforma in un pomeriggio insieme e un blog su “Come Gesù” si trasforma in storia. Io vedo questo blog come una bella storia. Le donne esagerano. Non ci piove. Ed in effetti a volte si esagera. Ma una storia richiede un po’ di realtà e un po’di esagerata realtà. E pure un po’di pazzia: ma ci rendiamo conto che il celibato (per lo meno qui) fa interrogare le persone sul matrimonio, sull’amicizia, sui rapporti familiari, sul rapporti di lavoro, sull’amore umano in ogni sua espressione? Ma allora è a pieno titolo “umano” il celibato. Sulle soluzioni…si è vero quello che lei dice:” Il dolore, la sofferenza difficilmente trovano soluzioni umane, soprattutto difficilmente trovano un senso in una logica solo umana”, però a me il divino mi è sempre arrivato da persone che mi davano tempo e cuore (le impotenti e le incapaci sono le migliori!). Grazie.
Ultima cosa! Il libro che in un’altra discussione lei ci ha indicato è veramente interessante e a tratti poetico. Bellissimo modo di intervenire in un Blog (almeno per me).
@ anonimo;certamente basta rispolverare la biblioteca del magistero e della chiesa!
“Solo la fede trasforma l’assurdo che viviamo in mistero”(come scrive Vanier);ma visto che la nostra epoca è caratterizzata dalla cultura del flash,della pubblicità veloce,dello short messagge in tutti i sensi…va a finire che difficilmente uno si siede a leggere un libro(o se lo fa,è uno già molto motivato e “avanti”nell’approfondimento di certi temi..)ed allora una lettura di qualcosa su un blog,può essere molto di aiuto,non certo per una SOLUZIONE hic et nunc,(anche perchè in campo umano ,la risoluzione dei problemi è spesso in divenire e ha bisogno di tempi lunghi),ma per una ILLUMINAZIONE(cioè un gettar una luce diversa sul mio vissuto)…insomma se il blog fosse mio,io lo vedrei così!anche perchè ho conosciuto realmente persone che sono cambiate pian piano a furia di leggere piccole cose buone!
Questo concetto,vorrei esprimerlo con le parole del bellissimo libro che sto leggendo(Storia di una amicizia) e ho già citato; a volte le parole che sentiamo o leggiamo sono”come piccole gocce che nel profondo dell’anima,si raccolgono in modo apparentemente insignificante e poi sgorgano in una grande sorgente e infine sotto forma di torrente,trascinano via tutto”…(Scusate se intervengo sempre,ma sono ancora convalescente,e dunque ho il tempo di leggere il blog!!)
Ho dimenticato una cosa fondamentale!!!
Tutto questo discorso,…è solo per dire che un blog,può essere,secondo me,un piccolo modo di aiutarsi usando anche mezzi tecnologici,che certo non possono sostituire la bellezza di un rapporto reale di amicizia tra le persone!ma solo essere uno dei tanti modi di avere buona volontà e metterci tutti i “mezzi”( nel caso,appunto mezzi virtuali)..sapendo che poi,.. chi interviene veramente e fa tutto nel cuore delle persone,è sempre e solo Lui..
Io non ho capito il senso delle osservazioni, mi spiace.
Non ci sono soluzioni umane..beh certo. Ma che c’enra col blog? è chiaro che un’ora sul blog a parlare e un’ora di preghiera sono cose diverse, entrambe utili.
Il blog si inaridisce a forza di sentirsi dire di cosa si deve o non si deve, come si deve o non si deve parlare, secondo me. Intanto la gente parla. e poi si vedrà dove ciò conduce. Il blog non è un corso universitario dove c’è un percorso che porta alla meta (capire le lezioni, imparare qualcosa). è – come la vedo io – uno spazio per parlare. Che poi porti da qualche parte, bene; e sennò niente. Io la vedo così.
Sono d’accordo…un blog non è un corso universitario !…però non è neanche una chiacchiera per riempire uno spazio vuoto!tipo il parlar di cosa ho mangiato oggi,mentre sto steso sulla spiaggia ,e non mi interessa nulla di cosa l’altro risponda o pensi,magari non lo ascolto proprio,…ma voglio solo evitare un antipatico stare in silenzio!Sul blog(questo blog,perchè ce ne sono altri in cui effettivamente si ha l’impressione di parlar a vuoto o peggio,parlarsi addosso) mi pare si affrontino temi molto personali e importanti per la propria vita(tanto che molti usano il nick-name,proprio per poterlo fare più liberamente…)dei quali nessuno penso senta l’esigenza di parlare tanto per farlo…
Dialogo un po’ velocemente con quanto ci dice Francesco perché tra pochi minuti devo tentare la traversata di Roma per arrivare a Castelgandolfo dove ho un’attività che… mi aspettava questa mattina! Se riesco, questa sera – dal calduccio – proverò a aggiungere qualche altra cosa.
In sintesi mi sembra che Francesco ci proponga di riflettere su due aspetti:
a) il blog che dovrebbe essere sul celibato poi, di fatto, parla quasi sempre di matrimonio
b) il blog mette in evidenza che si parla più per condividere che per cercare soluzioni (qui non mi è chiaro se si tratti di una mera constatazione per dire che questo è il motivo per cui intervengono più uomini che donne, o se si vuole dire anche qualcosa d’altro)
Circa la prima affermazione (poco celibato e tanto matrimonio).
Questa affermazione non è vera. Il nostro blog è esploso a partire dal 2 gennaio e in un mese siamo passati dalle 10000 visualizzazioni che avevamo fatto fino a lì alle 20000 attuali: il motivo è che il 2 gennaio è partita la discussione sul celibato solo umano, che è l’unica discussione che finora abbiamo dovuto raddoppiare. L’altra discussione che va’ forte è quella sull’amicizia, e in generale i temi sono sempre visti dal punto di vista dell’amicizia (dare tempo e amicizia…). Non c’è nessuna Discussione su matrimonio, fidanzamento e affini (come avveniva su facebook). E’ stata un po’ più difficile la Discussione su celibato maschile e femminile: forse avrei dovuta lanciarla un po’ più avanti perché è necessario esportai molto (io che vivo il celibato in questo modo ti dico che…) ma non è facile.
Io vedo il blog come un ponte culturale. Come qualcosa di necessario per parlare di Come Gesù, che se no è come un gioiello che sta su un’isola che non ha né ponti né barche. Il blog è la costruzione di ponti e barche. Il punto 160 del Catechismo della Chiesa Cattolica (citato nella sezione opportuna) dice come non sia possibile nella Chiesa parlare di celibato senza parlare di matrimonio, e viceversa.
Per fare una considerazione più articolata direi che il celibato laicale che propongo – l’argomento di Come Gesù – è un’armonizzazione particolare di amicizia, filiazione divina e laicità. Due di questi tre temi non sono ancora mai stati sfiorati (filiazione e laicità) perché sono troppo difficili. E’ chiaro che per parlare di qualcosa di sconosciuto bisogna partire da ciò che è conosciuto, ma l’obiettivo è il nuovo. Io per esempio sto pensando da qualche giorno a come lanciare la prima Discussione sulla filiazione divina e ho trovato il primo tema (che ora non dico) e che parte da un caso molto quotidiano di filiazione umana.
(continua)
Circa la seconda affermazione (molta condivisione e poche soluzioni).
Sicuramente un blog come il mio non ha l’obiettivo primario di dare soluzioni. Un blog di ricette di cucina sì, ce l’ha ma non il nostro. Ha un altro obiettivo. Qual è? Darò una risposta schematica.
Di fronte al dolore (un problema ecc. ) l’uomo ha tre possibili atteggiamenti. Il primo è quello tecnologico, del trovare la soluzione. Ho mal di denti, vado dal dentista. Questo atteggiamento – importantissimo e necessario – può essere applicato a pochissimi problemi. Direi i più semplici, perché i veri problemi non hanno soluzioni. Il secondo atteggiamento è quello della trasfigurazione. Il modo principale di trasfigurare un problema è l’arte. Da sempre l’umanità ha la letteratura, il teatro, la tragedia o anche la semplice barzelletta. Avete mai considerato che dietro ogni risata non ogni sorriso) c’è una tragedia? Guardate Stanlio e Olio che si tirano torte in faccia e mettete al loro posto due di noi, due amici, un marito e una moglie. Questa è la trasfigurazione, che è possibile solo in una comunità, cioè in una condivisione. Il terzo atteggiamento è quello della fede (il dolore diventa la croce di Cristo). Il nostro blog è al secondo livello. E oltretutto credo che ci sono/saranno tante ricadute sia su primo che sul terzo. Anche sul primo. Dietro ogni gesto utile c’è all’inizio qualcosa di gratuito. E’ un’idea del libro che Giuseppe Manfrini ha colto molto bene. Ma ora devo proprio scappare.
Su quest’ultimo asptto (gratuito/utile) pensate a google. Oppure a questa citazione che ho già copiato altrove: Tratto da “Steve Jobs di Walter Isaacson, Mondadori 2011”:
“Felsenstein iniziava ogni riunione con una sessione di mappatura consistente in veloci commenti, cui seguiva una presentazione formale da parte di un hobbista di riconosciuto livello. Si finiva poi con una sessione di accesso casuale in cui gli intervenuti giravano liberamente per la sala interrogando questo o quella persona e scambiandosi opinioni. DI solito Wozniak [l’iniziatore di Apple con Steve Jobs, ndr] era troppo timido per parlare alle riunioni, ma dopo i discorsi ufficiale la gente si radunava alla sua macchina e lui mostrava con orgoglio il progresso che aveva compiuto. Moore aveva cercato di instillare nell’ Homebrew una mentalità non commerciale, ma di scambio e di condivisione: ‘L’obiettivo del club era dare, di aiutare gli altri’ dice Woz. Era espressione dell’etica hacker, secondo la quale l’informazione deve essere libera e si deve diffidare di qualsiasi autorità. ‘Progettai l’Apple 1 perché volevo regalarlo agli altri’ aggiunge Wozniak. Non era la visione di che adottò Bill Gates…” pp. 74-75
Mi sembra che alcune delle persone che frequentano assiduamente questo blog siano più preoccupate di scrivere, che di comunicare qualcosa agli altri: l’importante è soddisfare il bisogno personale di scrivere. Che poi gli altri leggano o meno, poco importa. Credo che non sia questo lo spirito del blog…o sbaglio?
Non importa quanto scrivi ma che quel che scrivi valga la pena essere letto.
Mi sembra che tutto quanto fin’or scritto valga la pena essere letto … tranne l’ultimo post! o sbaglio?
Matteo Dellanoce
Ano’ che c’hai qualche problema? A me pare che la maggior parte delle persone oltre a scrivere legge quello che scrivono gli altri. Magari a volte non ci si capisce (non sempre è facile il dialogo scritto) ma mediamente in questo blog mi sembra ci sia gente che sappia ascoltare.
Certo poi c’è anche quello che fa il gallo ‘ncopp a munnezza, ma quelli li trovi ovunque, non credi?
Grazie Matteo
Sono al calduccio, e ho riletto il mio intervento e quello degli altri. Faccio un’aggiunta a proposito del termine “trasfigurazione” che ho usato nel mio in un senso un po’ particolare. “Trasfigurare” per me significa quello che per altri vuol dire “dare senso”. Io non uso “dare senso”, perché spesso questa espressione viene intesa in ambito prettamente filosofico. Ovviamente la prospettiva filosofica è inclusa nella più ampia trasfigurazione, ma il “dare senso” è una modalità di pensare molto specifica, che a noi occidentali sembra ovvia, ma in realtà è un modo di pensare che nasce in una nicchia del mondo, nella grecia antica, e da lì si sviluppa. Ci sono interi mondi importantissimi che non la conoscono: la cina, l’india, l’africa. Filosofare è bello e importante ma ci sono molti altri modi di cogliere il senso della vita, secondo me più primitivi e radicali e che, oltretutto, usiamo tutti continuamente, li usiamo anche noi che filosofiamo: come appunto l’arte, il bello. E il ridere (la risata) ne è per me un’esemplificazione eccellente.
C’è una bellissima canzone di Giorgio Gaber che secondo me potrebbe anche essere la colonna sonora del libro di don Mauro e che sicuramente potrebbe esserlo di questo blog.
L’appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l’appartenenza è avere gli altri dentro di sé.
L’appartenenza
non è un insieme casuale di persone
non è il consenso a un’apparente aggregazione
l’appartenenza è avere gli altri dentro di sé.
Uomini
uomini del mio passato
che avete la misura del dovere
e il senso collettivo dell’amore
io non pretendo di sembrarvi amico
mi piace immaginare
la forza di un culto così antico
e questa strada non sarebbe disperata
se in ogni uomo ci fosse un po’ della mia vita
ma piano piano il mio destino
é andare sempre più verso me stesso
e non trovar nessuno.
L’appartenenza
non è lo sforzo di un civile stare insieme
non è il conforto di un normale voler bene
l’appartenenza
è avere gli altri dentro di sé.
L’appartenenza
è assai di più della salvezza personale
è la speranza di ogni uomo che sta male
e non gli basta esser civile.
E’ quel vigore che si sente se fai parte di qualcosa
che in sé travolge ogni egoismo personale
con quell’aria più vitale che è davvero contagiosa.
Uomini
uomini del mio presente
non mi consola l’abitudine
a questa mia forzata solitudine
io non pretendo il mondo intero
vorrei soltanto un luogo un posto più sincero
dove magari un giorno molto presto
io finalmente possa dire questo è il mio posto
dove rinasca non so come e quando
il senso di uno sforzo collettivo per ritrovare il mondo.
L’appartenenza
non è un insieme casuale di persone
non è il consenso a un’apparente aggregazione
l’appartenenza
è avere gli altri dentro di sé.
L’appartenenza
è un’esigenza che si avverte a poco a poco
si fa più forte alla presenza di un nemico, di un obiettivo o di uno scopo
è quella forza che prepara al grande salto decisivo
che ferma i fiumi, sposta i monti con lo slancio di quei magici momenti
in cui ti senti ancora vivo.
Sarei certo di cambiare la mia vita se potessi cominciare a dire noi.
Se è questa la condivisione che stiamo sperimentando qui (per me lo è), se è questa l’Amicizia di cui si parla in come Gesù (secondo me si dice anche questo), penso che non ci sia il rischio di inaridimenti…E questo credo anche valga per chi in questo blog testimonia grandi drammi o propone problemi, spesso senza soluzioni. io non credo che qui si cerchino soluzioni, ma solo, forse, persone in grado di ascoltare e capire (meditare dentro). come nella canzone “Meraviglioso” dove un angelo vestito da passante ti tira via dal ponteda dove tu stavi per gettare tutto via, e ti aiuta a rialzare lo sguardo e a rivedere come !anche il tuo dolore possa essere meraviglioso”
Filosafare è cercare un significato, trasfigurare è indirizzare il significato verso Dio!
In Cristo ( e nella Chiesa) significato e senso coincidono.Il “Cosa è” coincide con il “Come è” e, ritornando al tema del Blog, direi che nella verignità e nella castita ( intesa all’interno del matrimonio come fedeltà) l’amore si trasfiguri in Amore, in piena esistenza. Una esistenza che si manifesta nell’assenza del peccato, cioè eternamente unita, trinitaria.
Manca alle altre filosofie e religioni il senso della relazione. Il generale prevale sul personale; in occidente questo si manifesta nel socialismo ateo in tutte le sue espressioni.
Testimoniare la bellezza e la purezza dell’esistenza trinitaria ( analogicamente trinitaria, vista la positività ferita che caratterizza l’uomo)è la via per salvare l’uomo dal dominio demoniaco ( esiste, eccome se esiste!) dell’umano!
Matteo Dellanoce
Mi piace molto Giorgio Gaber e in particolare la collezione da cui hai tratto questa canzone…
A me invece è piaciuto molto l’accenno al valore della risata,come modo semplice e diretto per comprendere la realtà…
Penso che si tratti di quella capacità di non prendersi troppo sul serio ,di prendere le distanze da quella parte di sè che tende spesso a essere troppo ingombrante,ricordando che siamo solo un piccolissimo elemento nella natura e nel tempo,che quello che oggi mi agita,probabilmente domani varrà molto meno…recuperare il senso delle proporzioni…(che spesso soprattutto noi donne tendiamo a perdere!)
Come leggevo in un testo di psicologia,“Se siete seri, siete bloccati. L’umorismo è la via più rapida per invertire questo processo. Se potete ridere di una cosa, potete anche cambiarla.”Evidentemente si tratta di un sorridere sereno,una sana autoironia…
Devo dire che riflettere su queste idee proprio oggi..,mi ha fatto molto bene!!
E’ anche questa un effetto positivo del leggere il blog!!perchè trovo molto vero e molto giusto questo invito:
”Tutte le sere fatevi la domanda su come gli incontri della giornata, abbiano cambiato qualche cosa dei vostri pensieri e dei vostri stati d’animo, o abbiano collaborato ad arginare gli stati d’animo e a drizzare i pensieri.”
(Queste parole di D Giussani, valgono per gli incontri con gli altri…e anche per l’incontro con l’Altro,la preghiera,che spesso è proprio un momento in cui arginare gli stati d’animo e drizzare i pensieri…)Buon pomeriggio.
Francesco non so se leggi abitualmente il blog (nel caso non sia così se qualcuno lo conosce gli può segnalare questo intervento?). Ti volevo dire una cosa rispetto alla tua affermazione “Ho la sensazione che da qualsiasi parte inizi la discussione, si finisca sempre per parlare di alcuni temi che indubbiamente sono molto sentiti: anche partendo da considerazioni sul celibato finiamo per parlare di problemi di coppia e particolarmente di coppie che vivono con sofferenza più o meno grande la loro vita coniugale”. Beh ti confermo che quello che succede nel nostro blog è esattamente il contrario.
1) mercoledì 25 gennaio facciamo partirà una Discussione sul celibato maschile/femminile richiesta da diverse persone e che sarebbe dovuta andare come un treno e invece parte molto lentamente (a oggi 40 interventi)
2) forse un po’ precipitosamente colgo l’occasione per far partire una Discussione sulla filiazione che mi aveva suggerito una di voi, e traggo spunto da un blog del Corriere della Sera, 27esima ora: fare figli senza sposarsi. Un flop pazzesco! 4 interventi stiracchiati
3) Ci rimettiamo sui nostri argomenti: cuore, celibato, perseveranza… e 43 commenti in un giorno!
Conclusione: in questo blog, da qualsiasi parte la prendiamo parliamo di celibato!
A me il blog piace
ma ha ragione matteo quando dice che ci sono persone più preoccupate a dire qualcosa di intelligente e a fare bella figura con gli altri o con don mauro, che non a mettersi in discussione e magari anche in mutande.
Poi non sopporto le sculettatrici spirituali: quelle che ti tirano fuori i bei pensierini mistici per risolvere una discussione che non ha radici spirituali. Comoda la vita se chiudi i problemi con un tappo di acqua santa. Fa sentire in pace lo capisco, ma temo che prima o poi esploda.
Infine l’ordine delle discussioni.. solo gli esperti riescono a trovare gli ultimi messaggi. NOn è possibile riordinare un po’ le discussioni in modo che appaiano subito i nuovi post?
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.