Le Lettere di Pierluigi Bartolomei – E vabbè…domenica pranziamo dai tuoi
A Reggio Calabria l’ 80% della popolazione maschile si chiama Giuseppe. Mio suocero reggino d.o.c. anche lui non poteva certo smentire la tradizione calabra. Pino per gli “amici”, un personaggio robusto, di circa 130 chili di morbidezza. Capelli bianchi, pelle lucida e tirata come fosse la membrana di una batteria.
Raramente veniamo invitati a casa loro perchè il pranzo o la cena richiedono, secondo le usanze, un tempo di preparazione non inferiore ai tre giorni. A casa di calabresi non si improvvisa mai, non esistono panini mordi e fuggi, modello fast food, ma si privilegia una cucina slow food, alla carta per così dire. La media delle portate si aggira al di sopra dei 10 piatti per ciascun ospite o vittima designata, che dir si voglia.
Domenica scorsa sembrava avessero cucinato per un battaglione dell’esercito Assiro Babilonese mentre in realtà eravamo soltanto 8 persone in tutto. L’antipasto consisteva in 32 uova sode decorate come fossero ciascuna dei piccoli porcellini con occhi, naso e orecchie farcite da verdure.
A seguire 6 piani di melanzana alla parmigiana con all’interno una specie di dispensa alimentare fresca o riciclata di recente. Maiale in tutte le maniere, fritto, bollito, lesso con maionese e burro, arrostito, tritato. In aggiunta al pane, brandelli di cotiche affumicate per i buon gustai. Polpette di carne come dessert, prima fritte poi bollite nel sugo e cotte a fuoco lento, per almeno 4 ore.
Rambo utilizzava le famose polpette calabresi in Vietnam per annientare i Viet Cong. Alla fine del pranzo verso le 17,30 del pomeriggio, gelato fritto per tutti. Il nostro ombellico era devastato e irrimediabilmente deformato fino ad assumere una forma sempre più simile ad un tombino dell’Acqua. Piero Angela, fosse stato tra i presenti, avrebbe realizzato il miglior documentario sul fantastico mondo dei trichechi.
Dovete sapere che nonostante mio suocero continui a nutrirsi giornalmente come fosse un pinguino a meno 20 sotto zero, i suoi valori ematici, con particolare riferimento al colesterolo e ai trigliceridi, sono da paragonarsi a quelli di un sanissimo atleta olimpionico. Nel suo stomaco infatti si nasconde un inceneritore termovalorizzato al quadrato, tipo quelli che hanno risolto la recente questione ambientale in Campania.
Valli a capire ‘sti medici e stregoni dietologi che ti contano le calorie, i carboidrati e perfino quanti respiri fai in una giornata perché anche l’aria che respiri per alcuni soggetti sfigati fa ingrassare …….
“Emanuè la prossima volta me porto un certificato medico falso dove viene prescritta soltanto una minestrina e un po di insalata…, sperando che non frigga pure quella….ma dimme ‘na cosa, ma tu de chi hai ripreso?
Quanto te vojo bene”.
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