Blog – I cristiani sono “quelli della Via”
Durante il tempo pasquale leggiamo durante la Messa dei brani degli Atti degli Apostoli in cui i credenti in Gesù vengono chiamati “quelli della Via”. Mi riferisco in particolare ad Atti 9,2; 19,9 e 19,23.
Gli Atti degli Apostoli affermano (11,26) che i discepoli di Gesù vennero per la prima volta chiamati cristiani ad Antiochia, probabilemente attorno al 40 d.C. “Discepoli della Via” o “quelli della Via” è quindi il modo di dire precedente il 40 o nelle immediate vicinanze di quel periodo.
Non sono molti anni che le traduzioni ufficiali riportano fedelmente quell’espressione. Per esempio, la traduzione della CEI precedente all’attuale riportava “seguaci della dottrina di Cristo” o “nuova dottrina”. Significa che l’esperto dinnanzi all’espressione greca oi tes odou (“quelli della via”) non sapeva come tradurre e quindi ripiegava su un più rassicurante riferimento alla “dottrina”. L’errore è grave, non perché il cristianesimo non abbia anche una dottrina ma perché quest’ultima è una conseguenza della discepolanza alla Via, non l’effetto. Prima della dottrina veniva ben altro.
Si tratta di seguire una Persona che è Egli stesso “la Via” (Gv.14,6 “Io sono la via”): una Via che i discepoli sono chiamati a percorrere: seguimi (Lc.5,27). È una via che si conclude a Gerusalemme dove prima della Gloria c’è la Croce. I discepoli della Via non sono delle persone tranquille che hanno sotto il braccio un manuale con tutte le verità ma, essendo persone che camminano per Via, sono pellegrini, stranieri che non hanno patria: “ogni regione straniera è la loro patria, eppure ogni patria per essi è terra straniera” (Diogneto V,1). Nel loro cammino devono evitare scorciatoie, come quelle offerte dal demonio a Cristo quando lo tenta (cfr Lc.4,1-13) e soprattutto camminare assieme. Tra loro e assieme ad ogni uomo perché ogni uomo è Cristo e quindi è un compagno di viaggio.
Infine, e forse è la cosa più importante, essi non hanno alcun dominio sulla strada. Ai tempi di Gesù non esistevano le cartine nè tantomeno il navigatore satellitare: è la strada che ci conduce e noi sappiamo solo di doverla percorrere