Blog / Renato Pierri | 20 Giugno 2020

Le Lettere di Renato Pierri – Goccioline di saliva e frivoli pensieri

Alle volte durante la mia passeggiata mattutina, mi vien fatto di pensare. Raramente profonde meditazioni. Alle volte frivoli pensieri, altre volte zero pensieri. Non penso proprio. Stamattina, mentre osservavo una pianta sputaveleno, un cocomero asinino, una “Ecballium elaterium”, che si stendeva tranquilla sul marciapiede della strada che porta al parco, con i suoi graziosi ingannevoli fiorellini gialli, stavo pensando che anche quando il coronavirus sarà stato sconfitto definitivamente, quando non ci sarà più la preoccupazione d’essere contagiati, ugualmente non sarà piacevole la consapevolezza che mentre una persona parla, microscopiche goccioline di saliva escono dalla sua bocca e si diffondono nell’aria. Non mi piace il pensiero, a prescindere dal virus, di respirare goccioline di saliva altrui. Che schifezza. Meglio sarebbe continuare a stare ad un metro di distanza almeno. Salvo che… E qui ecco venir fuori il mio difettaccio, l’incoerenza, la contraddizione, il frivolo pensiero. Salvo che, dicevo, non si tratti di una giovane signora come quella che ho incontrato l’altra mattina, col suo barboncino al guinzaglio. Mi guardava, mi guardava il cagnolino con i suoi occhietti neri tra i ricci bianchi, trattenendo la padrona. E così, dopo avergli detto che era un curiosone, gli ho anche detto che era fortunato ad avere una padrona così bella. Mi ha ringraziato, la padrona così bella, e mi ha regalato un sorriso senza mascherina, per il complimento non tanto originale. Ma era una mattina con zero pensieri. Non bisogna lasciarsi attrarre dalla grazia del fiorellino giallo, meglio non allungare le mani. Ho sfiorato appena un frutto maturo, con la punta del mio lungo ombrello Non vedi nulla, tale è lo scoppio. Senti solo il ticchettio dei semi proiettati tutt’intorno. Pianta pericolosa, il cocomero asinino. Non dovrebbe crescere su un marciapiede dove passano bambini e cagnolini. Il liquido contenuto nel frutto è tossico e molto irritante per la pelle e per gli occhi. Meglio tenersi lontani. Ad un metro di distanza almeno.

Renato Pierri

L’Espresso