Visto – Chi ha fede è un soldato della pace

Intervista di Anania Casale, direttore di Visto

Negli ultimi anni, la società italiana è cambiata sotto i nostri occhi in maniera radicale. Se un tempo la religione cattolica era dominante, contrastata solo dall’ateismo e dall’agnosticismo, l’emigrazione degli ultimi anni, e anche la diffusione di molti culti un tempo esotici, l’hanno messa, per così dire “in concorrenza” con tante altre fedi. La nostra società sta diventando multi religiosa, e questo pone problemi di convivenza, e questioni assolutamente nuove.
A queste inquietudini ha cercato di dare risposta don Mauro Leonardi, cappellano volontario ex art. 17 nel carcere di Rebibbia, e opinionista televisivo, oltre che autore, per Novella 2000, di diverse interviste a celebrità sul loro rapporto con la religione. Leonardi ha scritto un volume che arriverà nelle librerie il 12 maggio (ma è già acquistabile su Amazon), intitolato Le religioni spiegate ai giovani. Convivenza e dialogo nella diversità (editore Diarkos). Il religioso ha fatto una sorta di “inchiesta”, intervistando esponenti italiani dei più diffusi culti, non solo quelli tradizionali, come ebraismo, buddismo e islamismo, ma anche quelli “nuovi”, come Scientology, per capire da dove può partire un dialogo interreligioso che riunisca le diverse religioni verso obiettivi comuni e cancelli la tentazione dell’assolutismo e del fondamentalismo.

Don Mauro come è nata l’idea di questa inchiesta?
“Non solo dall’esigenza di porsi domande esistenziali sulle religioni, ma anche da questioni molto pratiche: oggi l’Italia è un Paese multirazziale e multireligioso, e questo è un fatto. E c’è chi si domanda: se mia figlia sposa un musulmano, cosa succede? E se mia madre ha in casa una badante indù? Se la mia compagna dopo un corso yoga vuole diventare buddista, cosa cambia nella mia esistenza? Ho voluto fare un discorso semplice sulle grandi religioni, declinato nella vita quotidiana.”

E quindi è andato a cercare dei testimoni, degli esponenti delle varie fedi che potessero descrivere con cognizione di causa la loro religione
“Sì, e che fossero italiani, o vivessero in Italia. Per l’ebraismo, ad esempio, ho parlato con David Parenzo, giornalista televisivo e radiofonico piuttosto noto. Per i musulmani ho incontrato un personaggio straordinario. Shahrzad Houshmand Zadeh, un’iraniana che insegna alla Sapienza, e fa parte della commissione che valuta i contenuti di quel che dicono gli Imam nelle moschee. Tutti coloro che ho incontrato sono aperti alla linea di fondo del libro, che è la linea dell’interreligiosità: ciascun credente rispettando i dogmi della propria fede, può collaborare alla costruzione di un mondo migliore, in nome di valori comuni come la pace, l’ecologia. Ne emerge una visione della religione totalmente diversa da quella fondamentalista”

Ma le religioni per loro natura non tendono ad essere “assolute”, perché sono convinte di rappresentare una verità assoluta superiore a ogni altra?
“Ma questo non giustifica il fondamentalismo, che è deleterio per ogni fede. Il fondamentalismo, per dirla in breve, è l’idea che ti puoi salvare soltanto se ti comporti, in campo personale, morale e sociale, come impone la tua religione. Invece il punto di vista giusto è il rispetto reciproco: io sono convinto che il mio modo di arrivare a Dio sia quello giusto, ma questo non mi impedisce di collaborare con persone con idee differenti. Lo stesso bene si può raggiungere in maniera diversa. Vorrei fare un esempio per chiarire”

Ci dica.
“Non si può dubitare che Papa Francesco ed Emma Bonino, siano agli opposti in tante cose: sui laicismo esasperato, sull’aborto, per esempio. Ma entrambi condividono le stesse opinioni su altri tempi, ad esempio l’immigrazione, o la condizione disumana delle carceri. Questo è quello che intendo: a partire da valori diversi si può arrivare a collaborare su temi concreti”

Un punto di vista che coinvolge anche chi non crede?
“Certo: fare il bene ed evitare il male è un imperativo morale, ancora prima che religioso, e vale per tutti, cristiani, musulmani, atei, buddisti. Ognuno ha un’idea diversa del bene, ma tra tante idee di bene, qualcuna che ci accomuna sicuramente esiste. Ecco partiamo da lì per lavorare insieme”

Qualcuno potrebbe obiettare che così si svilisce l’identità religiosa, e che una fede finisce per essere equivalente a un’altra. Che risponde?
“Ecco, su questo vorrei essere molto chiaro: il mio libro sta a metà strada tra una posizione fondamentalista, e la posizione opposta, per cui le religioni sono tutte uguali: le religioni sono tutte diverse, è cruciale che ognuno possa coltivare il proprio credo religioso con convinzione. Ma partendo da questo è importante che si trovi il terreno comune, che esiste, partendo dalla propria identità, dal proprio punto di vista. Tutti gli uomini di fede devono sentire la responsabilità di costruire questo spazio comune”

Altra obiezione che nasce spontanea: vale anche per i musulmani, che negli ultimi anni hanno mostrato il loro volto più integralista, con il terrorismo e lo Stato Islamico?
“A questo proposito Shahrzad Houshmand Zadeh mi ha dato risposte sorprendenti. Lei sostiene che questa comunione di ideali tra musulmani e cristiani è sempre esistita, ed è stata prevalente fino a pochi anni fa. L’Isis per lei è un gruppo terroristico che non è neanche musulmano, il fondamentalismo musulmano non è il vero Islam. La Guerra Santa? Mi ha risposto: “Guerra santa è un’espressione cristiana, l’avete inventata voi”. La versione che lei mi ha dato dell’Islam è di una religione assolutamente tollerante e legata alla cultura. Il fondamentalismo è eretico rispetto al vero Islam. L’Isis ha fatto molti più morti nel mondo musulmano che in quello cristiano.”

Può destare sorpresa il fatto che abbia intervistato anche un esponente di Scientology, da molti giudicata più una setta che una religione.
“Ho parlato con il loro portavoce in Italia, Luigi Brambani, e ognuno potrà valutare la sua testimonianza. Ma una cosa mi ha colpito: Brambani ha detto che tra coloro che frequentano Scientology, a restare legato alla loro religione ne restano sì o no un decimo. Quindi non è vero che sia una setta, perché la caratteristica tipica delle sette è che una volta entrato non puoi più uscirne. E del resto esistono tante sentenze della magistratura che stabiliscono che Scientology non è una setta”

Pare quasi che il cattolicesimo tenda a perdere il terreno a favore di altre relgioni. Perché la Chiesa Cattolica soffre questa “concorrenza”? E come rimediare?
“Non so dare una risposta, mi limito a porre la domanda. Di certo di tratta di persone che hanno trovato nella nuova fede risposte più convincenti sia per la vita nell’aldilà, che nell’al di qua. E penso che sia proprio il problema della vita terrena quello decisivo. Molti hanno trovato in religioni alternative, ad esempio il buddismo, più felicità, più serenità, più pace. Perché? Perché nel momento in cui il cattolicesimo diventa troppo istituzionale, finisce per essere una religione come tutte le altre. La caratteristica del cristiano è anzitutto credere con ardore in Cristo, in Gesù, essere fiduciosi che sia Dio incarnato. Se il cristianesimo si irrigidisce troppo in un apparato dottrinale, una morale, un’influenza sulla società, alla lunga è perdente. Una risposta arriva anche da un altro degli intervistati del mio libro”

Chi?
“Julian Carron, che è l’attuale capo di Comunione e liberazione, scelto come successore da Luigi Giussani. Lui dice che ci si dovrebbe convertire al cristianesimo per invidia: sceglierò questa fede se vedo che i cristiani sono più felici di me, che vivono una vita più attraente. Se invece vedi solo bacchettoni, moralisti, che stanno a controllare quello che fai a letto, a quel punto la gente si allontana. Per diventare cristiano uno dovrebbe dire: non sono d’accordo con quello che dicono, ma mi fa invidia la loro felicità: sono belli da vedere.”

Inevitabile in questi giorni una domanda su quello che stiamo vivendo. La fede di tanti è messa in crisi dalla pandemia. Come si può replicare a chi non riesce a darsi pace del fatto che Dio abbia permesso tutto questo?

La più grande sfida per il credente è da sempre il Male. Il credente cattolico crede che esiste Dio, poi vede che esiste anche il male, ma come è possibile che Dio permetta il Male? O non è onnipotente o è un Dio anche del Male. In realtà non c’è risposta, per noi cristiani il Male è un mistero. Dobbiamo vivere questa situazione sapendo che Gesù Cristo ha vissuto la sofferenza e il dolore come noi, insieme a noi. Molto meglio evitare qualunque tipo di spiegazione.
Perché?
Perché ogni spiegazione è sbagliata o insufficiente. Bisogna evitare di dare, sulla pandemia, risposte da manuale tipo “è una punizione divina”, che è assurda e cinica. L’unica cosa sensata che si può fare è soffrire insieme a chi soffre, come Cristo ha fatto con noi