Federfarma – Farmaci equivalenti, articolo responsabilizza farmacisti su scarsa diffusione. Cossolo: nessuna responsabilità della categoria
A seguito del mio articolo su Agi è arrivata la risposta di Marco Cossolo, presidente dell’associazione dei titolari di farmacia
Il presidente di Federfarma, Marco Cossolo, ha inviato una precisazione al Blog Italia Idee dell’Agi in merito ai contenuti dell’articolo “Il paradosso tutto italiano dei farmaci equivalenti” pubblicato il 24 luglio. Nell’articolo si attribuisce “una grande responsabilità” ai farmacisti relativamente alle difficoltà nella diffusione dei farmaci generici rispetto ai quali continua a essere diffuso un “rifiuto aprioristico”.
“È vero che in Italia la cultura del farmaco generico è poco diffusa – scrive Cossolo – ma questo non dipende certo dai farmacisti. In farmacia consigliamo sempre i generici. Abbiamo fatto numerose campagne di informazione, fin dalla prima nel lontano 2001 in collaborazione con il Ministero della Salute. Successivamente abbiamo collaborato anche con Cittadinanzattiva, nella campagna “Io Equivalgo”. Spesso, purtroppo, sono i cittadini a rifiutarli perché continuano a considerarli una sottomarca di scarsa qualità. Questo pregiudizio è duro a morire, e sarebbe bello se anche tutti gli altri operatori sanitari incoraggiassero maggiormente l’uso degli equivalenti, tranquillizzando il paziente circa la loro sicurezza ed efficacia. C’è da dire anche che, in alcuni casi, soprattutto gli anziani e i pazienti che assumono più farmaci preferiscono avere sempre la scatoletta a cui sono abituati”.
Nell’articolo si afferma inoltre che i farmacisti non promuovono il generico in quanto avrebbero un “conflitto di interessi: perché minor prezzo significa minor percentuale di guadagno”. “Questo è offensivo – precisa Cossolo – oltre che falso: sui generici la legge prevede per la farmacia una remunerazione più alta, che nella maggioranza dei casi rende più conveniente per il farmacista dispensare la confezione equivalente rispetto a quella del corrispondente farmaco di marca. Quindi il farmacista non ha alcun interesse ad ostacolare l’utilizzo dei generici. Invece di lanciare accuse e supposizioni al limite della calunnia, invito l’autore dell’articolo a trascorrere qualche giorno dietro il banco per sentire direttamente le motivazioni più disparate per le quali molti italiani non si fidano dei farmaci equivalenti. L’autore dell’articolo ha ragione a denunciare la scarsa diffusione dei generici in Italia rispetto agli altri paesi europei. Sbaglia grossolanamente però quando addossa la responsabilità alle farmacie”.
“Le farmacie – aggiunge – distribuiscono gratuitamente, in un milione di copie, la rivista Farma Magazine che è nata per rappresentare “la voce del farmacista” e fare educazione sanitaria. Proprio l’ultimo numero di questa rivista ospita un articolo che spiega il valore degli equivalenti, con l’obiettivo di diffondere quella cultura che manca per consentire ai cittadini di risparmiare senza perdere in salute. Chiediamo alle Istituzioni di promuovere una maggiore cultura del generico, in linea con quanto fanno quotidianamente i farmacisti. In Federfarma siamo sempre pronti a collaborare a iniziative e campagne di informazione volte a promuovere l’uso degli equivalenti”.