Le Lettere di Renato Pierri – La consapevolezza di esistere, fascinosa avventura
Non è così, però mi sembra che esistere senza averne la consapevolezza sia un po’ come non esistere. Sei felice e non sai d’essere felice, sei infelice e non sai d’essere infelice. Che cosa triste! Eppure gli animali, le piante e le cose si trovano in questa condizione, esistono ma non avendone consapevolezza è come se non esistessero. Mi sembra. Non è così, ovviamente.
“L’intelletto ci ha dato la possibilità di vivere negli agi e più a lungo. Di contro, siamo svantaggiati rispetto agli animali e alle piante, perché alla consapevolezza di esistere coesiste l’altra consapevolezza del dissolvimento. Oltre, il buio assoluto, e ciò la dice lunga sulla limitatezza del nostro sapere”. Così mi ha scritto un amico. Parlava a nome suo, e a nome dei moltissimi per i quali c’è buio assoluto dopo il dissolvimento. Per altri moltissimi, però, la morte non è dissolvimento e oltre la morte non c’è il buio assoluto. Ma anche se per tutti ci fosse il dissolvimento e, oltre, il buio assoluto, perché svantaggiati rispetto agli animali e alle piante? Chi vorrebbe essere una pianta, un animale, oppure una cosa che esiste ma non è consapevole della propria esistenza? Nessun uomo vorrebbe vivere senza la consapevolezza della propria esistenza. L’universo stesso, nella sua immensità, non è consapevole della propria esistenza. Non ha occhi per guardare se stesso. Gli uomini hanno occhi per guardare se stessi, per rendersi conto della propria esistenza. Agli uomini è capitata un’avventura forse unica, misteriosa, fascinosa.
Per moltissimi, sull’universo e sugli uomini c’è lo sguardo di Dio.
Renato Pierri