Blog / Renato Pierri | 29 Aprile 2018

Le Lettere di Renato Pierri – I genitori di Alfie hanno capito. Avrà capito anche chi ha gridato sguaiatamente?

Riguardo alla decisione di Tom Evans di voler costruire un rapporto con l’ospedale che ospitava il figlioletto Alfie, il prete scrittore Mauro Leonardi scriveva sul blog “Come Gesù”: «Mi chiedo se in questo cambiamento radicale di rotta – non più contrapposizioni ma costruzione di ponti – sia intervenuto il Papa. Magari direttamente o, più probabilmente, attraverso qualche membro della Conferenza Episcopale Inglese o forse attraverso don Gabriele Brusco».

E più avanti: «In queste ultime ore è accaduto che i genitori hanno potuto tenere Alfie tra le braccia senza limiti. È in quell’abbraccio c’è la vera relazione costitutiva dell’uomo. In quell’abbraccio nessuna battaglia trova più giustificazione. È il bambino che, nell’abbraccio, insegna tutto ciò che un genitore deve sapere e deve imparare per andare avanti: “amare, di fronte alla morte è l’amore più grande che un genitore può donare”. Come fece Maria di fronte a suo figlio».

Sicuramente deve avergli parlato qualche persona verso la quale Tom Evans aveva fiducia, e Tom deve aver capito. Forse un po’ tardi, dopo tanto chiasso, ma deve aver capito. Però io credo che ad aprire finalmente gli occhi ai genitori, a rivelare finalmente loro la realtà, sia stato proprio il fatto d’essere stati a contatto col bambino. Lui, il piccolo, senza parole, lo sguardo assente, lui, con la sua tremenda incurabile malattia, li avrà messi davanti alla verità. Lui gli  avrà fatto capire che il loro bambino era già come se non ci fosse più.

Speriamo che a capire, ad aprire gli occhi e magari a vergognarsi un po’, siano anche coloro che hanno fatto tanto chiasso, coloro che anziché parlare a voce bassa, hanno gridato a squarciagola, sguaiatamente, inveendo contro i medici inglesi con un linguaggio volgare e improprio. Saranno arrivate in qualche modo certe parole feroci all’innocente? Avrà sentito in qualche modo, paragonare le persone che si sono prese cura di lui, agli uccisori di cavalli, ai medici nazisti?

Tante preghiere per il piccolo Alfie. Preghiere che devono aver messo un po’ in imbarazzo il Creatore, giacché molti lo hanno pregato affinché salvasse il bambino, altri, pochi altri, lo hanno pregato di farlo morire al più presto per evitargli inutili sofferenze. Io non ho pregato. Io ho solo sperato che il piccolo Alfie fosse lasciato in pace. Soprattutto da chi alzava troppo la voce. Da chi strillava, sguaiatamente, anziché parlare a voce bassa.

Renato Pierri