Lunedì 23 aprile – Mauro Leonardi

Commento al vangelo (Gv 10,1-10) del 23 aprile 2018, lunedì della IV settimana di Pasqua, di Mauro Leonardi. Chiunque può mandare i suoi brevi commenti al vangelo, audio o scritti, a [email protected]

In quel tempo, disse Gesù: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita a l’abbiano in abbondanza».

La vocazione non è il risultato di un atto volontaristico: è sentirsi chiamati per nome, riconosciuti da chi, più di ogni altro, sa chi sei perché ha dato la vita per te, cioè che vuole dire che ti ha dato la vita: Gesù. E per entrare nell’amore di Cristo non c’è altro che la porta principale: che è Cristo stesso. Infatti la nostra vocazione è la nostra vita e la nostra vita scorre nell’alveo della vita di Cristo che ci ha donato la salvezza.