Le Lettere di Bruno Mardegan – Il problema demografico
Caro Gianfranco Fabi, il 24 Settembre 1975, circa quarantanni fa, questo giornale pubblicava una mia lettera titolata “il problema demografico”. In quella lettera dissentivo dalle tesi del Club di Roma sul controllo delle nascite con valide argomentazioni, che purtroppo si sono avverate. Il controllo delle nascite venne definito dal grande demografo Alfed Sauvy dannoso al progresso umano. I fenomeni del peggioramento della qualità della vita sono altri. Essi vanno dalle costruzioni abusive, alla prostituzione dilagante, alla diffusa corruzione, e altri ancora. Non però la crescita demografica. E commentavo nella mia lettera del 1975 che la crescita demografica zero purtroppo era già in atto a quei tempi. Quindi il Club di Roma con la riproposizione di quella teoria era fuori tempo, ma rafforzava una tendenza pericolosa. Aggiungevo perciò che presto ci si sarebbe dovuti decidere anche in Italia a premiare la nascita del terzo figlio, come avviene in Francia. In Italia, attualmente, sarebbe un grande passo avanti se ci decidessimo a premiare la nascita del secondo figlio, con assegni familiari adeguati e tasse ridotte. Mi permetto riproporre le considerazioni sulle conseguenze negative della denatalità, che evidenziai nel lontano 1975, perchè le trovo altamente attuali. Checchè ne dica il governo, ci troviamo ancora in piena crisi economica e antropologica causata in definitiva dalla forte denatalià, di cui poco si parla, come se non ci riguardasse in quanto società. Quindi si passa a minori consumi, e a una ridotta produzione conseguente alle minori vendite. Le esportazioni sono leggermente migliorate, ma ciò non basta.Il primo mercato di collocamento della nostra produzione è il mercato interno, che viene alimentato da famiglie con figli. Occorre che le istituzioni civili e religiose, sì anche loro, si impegnino a fondo a creare le condizioni morali ed economiche affinchè le nostre famiglie abbiano almeno due figli.
Ringrazio anticipatamente per il rilievo che spero venga dato a questa lettera, che rompe il pericoloso tabù del figlio unico, definito tra l’altro dalla saggezza popolare “figlio della paura”.
Con viva cordialità.
Bruno Mardegan – Milano
Inviata a Il Sole 24 ore
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