22 ottobre – Ci vuole la spiaggia
Più guardo il mare, più guardo la spiaggia, gli scogli, il molo, e più mi dico che per calmare il mare, non serve un muro. Il mare, soprattutto quando è arrabbiato, quando lo senti che fa un rumore che è proprio un rumore, non lo fermi con la forza, non lo fermi con il muro. Addosso al molo, sugli scogli, il mare, se è arrabbiato, si infuria e torna indietro più grosso di prima. Ci vuole la sabbia. Ci vuole la spiaggia. Tanta sabbia. Di fronte al liscio, il mare si stende, si allunga. Si calma. Il mare sembra tanto forte (lo è), il mare sembra tanto rumoroso (lo è), il mare sembra tanto (è tantissimo). E invece la sabbia è solo una striscia, eppure il mare non ce la fa a cancellarla. Il molo ogni anno lo devono rifare invece la spiaggia il mare la modella solo un po’. C’è molta potenza in quei granelli di sabbia. Anche tu Gesù, quando ti vengo a trovare al tabernacolo, tu sei sabbia. Aspetti. Fai argine. E ti arriviamo addosso con forza. Sempre tanto. Sempre tanti. Sempre. E tu ti lasci coprire. Con calma. E noi povera gente ci allunghiamo e ci ritiriamo e poi torniamo.
Paci è sposata con René, un uomo che la trascura. Ha una bimba che si chiama Marta e un’amica che si chiama Stella. Si mantiene facendo pulizie
Tratto da Avvenire
“In tre mesi” è il nome della rubrica di prima pagina che Avvenire mi ha affidato per i mesi di ottobre, novembre e dicembre del 2017. I brani che verranno pubblicati ogni giorno, per appunto “In tre mesi”, sono tratti da Il diario di Paci, l’esercizio poetico dal quale poi è nato il romanzo Una giornata di Susanna, Cooper. Il brano originario del pezzo pubblicato oggi si può trovare qui.