Blog / Rassegna stampa | 27 Settembre 2017

Aleteia – Sei un fan sfegatato del Papa o un suo velenoso avversario? Lasciati aprire gli occhi da questo prete

Poiché spesso sono accusato di essere un prete satanista, sono costretto a pubblicare questo articolo di don Fabio Bartoli che smentisce questa triste affermazione

Amo la Chiesa, tutta intera.

Amo la Chiesa nella sua varietà ed infinita poliedricità, amo la Chiesa in ogni sua forma e manifestazione, perfino quando è peccatrice, forse anzi di più, se è vero che davvero ami la tua sposa solo e soltanto quando sei capace di amarne anche limiti e difetti. Nessuna società umana può tenere insieme nel suo seno posizioni così diverse, nessuna associazione umana potrebbe sopportare senza disgregarsi spinte centrifughe tanto forti, e forse proprio questo è il massimo motivo di dispetto e disdoro per i suoi oppositori che sempre vorrebbero dividerla.

Amo i cardinali dei dubia ed ancor di più amo il Papa, amo Carlo Caffarra (che fu mio professore) e amo Bruno Forte (che è stato tanto gentile da scrivere la prefazione di un mio libro), amo Giovanni Marcotullio (che è un amico fraterno) ed amo Mauro Leonardi (che è il mio confessore), amo i canti gregoriani e quelli carismatici, le liturgie neocatecumenali e quelle in latino, frequento volentieri Gesuiti e Francescani, Cistercensi e Salesiani.

La Caritas è mia e mio è il Centro Aletti, una parte di me è con le Missionarie della Carità ed una parte con i Legionari di Cristo. Chiamo fratelli l’Opus Dei e i Focolarini, CL e la Comunità di S. Egidio, RnS e Comunità Maria e prego con tutti loro. Sono di casa a Taizè e a Loreto, a Chiaravalle e a Romena, a Bose e alle Tre Fontane.

Perché? Perché in tutti questi volti della Chiesa non fatico a riconoscere la passione per l’unico e medesimo Cristo, la stessa passione che anima anche me e finché vedrò in lui questa passione non avrò alcun problema ad abbracciare e chiamare fratello chiunque.

Una cosa non amo: La pretesa di assolutizzare il proprio punto di vista (tradizionale o progressista non fa differenza) fino a pretendere di imporlo a tutta la Chiesa. Non amo la presunzione che porta a non riconoscere il Cristo presente nell’altro, a non dare credito alla sua ricerca di verità, a non riconoscere la sua passione e la sua fede nell’Unitrino Signore.

Questa è l’anima di tutte le eresie, di quelle piacione che cercano di affascinare il mondo e finiscono con il sottomettersi a lui (e che gratta gratta finiscono sempre con l’inclinare verso Ario e Pelagio) e di quelle elitarie e sdegnose, che vorrebbero buttare via il mondo (che Dio ha tanto amato) come irrimediabilmente corrotto e perverso (che alla fin fine si riducono sempre al rifiuto della carne e conseguentemente della realtà… in una parola alla gnosi… Catari, Donatisti etc. etc.)

L’anima dell’eresia cioè non è l’errore, perché la Chiesa nella sua cattolicità ha tutto ciò che le occorre per assorbirlo e correggerlo, dopo averne estratto il buono, l’anima dell’eresia è proprio il rifiuto della cattolicità, cioè la pretesa di imporre l’unità con la forza, di non riconoscere che unità e diversità non sono contraddittorie.

Questo mondo folle vive di polarizzazioni, è quanto di più anticattolico (cioè antiuniversale) ci sia. Il Signore ci protegga dalla lusinga di imporre l’unità con la forza, perché l’unità della Chiesa è come quella della Trinità, nasce dall’amore non dalla legge e quindi non può essere imposta con la forza.

Tratto da Aleteia.it