Le Lettere di Maddalena – Madda, dimmelo, dov’è Dio?
Madda, scusa ma…dov’è Dio?
Negli ultimi mesi , amici, amiche e conoscenti mi hanno rivolto questa domanda. Il motivo c’è: siamo stati spettatori di episodi dolorosissimi di vita, capaci di far tremare i polsi anche a una statua di ghiaccio. Il 2017 è stato un anno durissimo, e ancora non è finito. Una serie impressionante di lutti. Un’amica cara, malata di cancro da anni, con un bimbo piccolo, è volata in Cielo. Pochi giorni prima è mancato il marito, per la stessa malattia. Il loro bimbo ha perso entrambi i genitori nel giro di un mese. Questa storia ha toccato da vicino me e amiche comuni. Poi c’è stato un amico di mio padre, poi un altro ancora (cui sono legati ricordi della mia infanzia). Persino la cartolaia “di zona”, amica di mia madre (mi ha visto crescere) è morta improvvisamente.
Che dire degli attentati, della guerra in Siria, dei bimbi uccisi? Che dire di quello che è accaduto recentemente a Barcellona, in Finlandia, in Germania?
Madda, dov’è Dio?
Premessa: sono “la Madda”. Non una teologa fine, né una filosofa. Sì, ho fatto il liceo e l’Università, ma la vita mi ha portata da un’altra parte. Passo le giornate dimenticandomi degli appuntamenti dal pediatra, cercando di seguire i compiti dei miei figli, continuando a riempire il frigorifero che si svuota alla velocità della luce (forse dentro c’è un mostro che si alimenta di salame e prosciutto), chiacchierando con le amiche al telefono mentre cerco di stirare in modo quasi decente (chiaro che poi non possa lamentarmi dei dolori alla cervicale). Ci sono i bimbi da accompagnare a catechismo, alle lezioni di judo, agli incontri scout. Ci sono le riunioni a scuola, i tentativi di non bruciare l’arrosto…. Confesso, quasi mi stupisco quando mi viene fatta questa domanda. Perché mi chiedi questo, amica? Perché a me? Con quale autorità posso risponderti? Nessuna, direi.
Poi penso. E ripenso.
Sono una convertita.
Ho passato più di vent’anni a pormi anche io, lo stesso, identico interrogativo; ho passato anni ed anni con tanta amarezza dentro, davanti agli episodi di dolore cui ho assistito. Dove sei, Signore?
Non siamo ipocriti. Ci si commuove, alle notizie dei bimbi che muoiono in Siria. Ma altrettanto vero è che, quando si tratta di persone nel nostro entourage, il discorso cambia. Sparisce la vaghezza determinata dalla distanza anche solo territoriale. Qui si parla dell’amico di famiglia, dell’amica, della cartolaia, persino.
Sono una convertita “neofita”.
Alle prime armi, dunque. “Una stagista”. Però…
Quello che penso ora è lontano mille anni luce rispetto a quello che pensavo anche solo qualche anno fa. Ai tempi ero la prima a pormi così, in tono quasi provocatorio: “Dimmelo, dimmelo, avanti, tu che credi di avere tutte le certezze della vita: dimmelo come fa Dio ad assistere impotente a questo dolore, senza far nulla, Lui che è buono! Avanti, sparamela la risposta, che tanto non me la sai dare!” Lo ammetto, e ammetterlo mi costa.
Madda, dov’è Dio?
Potrei risponderti in mille modi, amica.
In primis è nell’Eucarestia. E’ lì che mi aspetta, il mio Gesù. Con la sua carne e il suo sangue. Aspetta anche me, proprio me! “C’è da impazzire d’amore”, direbbe un Santo a me caro. E’ ciò che mi dà la gioia profonda, quella che non va mai via, anche quando piango e provo dolore. Tutto quell’Amore… Anche per me, capisci? Anche per me! Ne esco stordita, se ci penso. C’è da perderci la testa.
Ma tu forse non ci credi, lo so.
Beh, poi il Signore è fantasioso. Siccome sa di avere a che fare con una figlia un po’ confusionaria, mi viene incontro con modalità assolutamente inaspettate. Questo accade nel quotidiano. Nell’arco di una giornata, è capace di rispondermi anche attraverso una frase del mio figlio piccolo: “Mamma, sai cosa mi stupisce di più di Gesù? E’ che cambia i cuori”.
Poi c’è la mia amica bellissima, intelligentissima, molto bionda e molto saggia (un mio pilastro: a volte non ci fosse lei a consigliarmi non saprei che pesci pigliare) che mi ricorda spesso: “il Signore parla coi fatti”. E’ così. Mi cambia i piani, le carte in tavola. E’ come se avessi apparecchiato una tavola con il coltello a destra, e la forchetta a sinistra, e dopo poco ritrovassi le posate nel cassetto. Questa è la mia vita ordinaria di adesso.
Lui mi fa capire che c’è. La sua presenza la vedo nelle persone, spesso. Negli amici, fratelli nella fede , marito e moglie da anni che si guardano come fossero al primo appuntamento; nei genitori mai stanchi di accudire il bimbo malatissimo (anzi, mi correggo: in realtà stanchissimi, devastati dalla stanchezza, ma che non mollano, e sono sempre capaci di sorridere); nella coppia di anziani che viene a Messa in Parrocchia con il figlio sulla sedia a rotelle, che per spingere quella sedia ci vuole una bella forza, e loro sono anziani, ma sono sempre in prima fila per fare la Comunione; negli occhi limpidi dei sacerdoti, che vivono la loro vita per un Amore più grande… La loro devozione e il loro amore mi commuovono.
In realtà la sua Presenza l’ho vista anche negli occhi di mia madre che stava per morire, anche se avevo otto anni. L’ho vista pure in quelli di mio padre, aggrappato alla Croce fino alla fine. Quando è morto il babbo io l’ho capito che c’era il Signore, con lui. Ma non volevo accettarlo. E qui si entra in un campo minato, perché non sono felice quando racconto questo aspetto di me. Il mio orgoglio era una bestia feroce (non vorrei sprecare tempo a dire che anche adesso c’è, e mi dà il suo da fare), avevo messo il Signore in disparte, accantonato, ma allo stesso tempo mi arrabbiavo da morire con Lui e gli chiedevo dove fosse.
Ci sono delle risposte vere, ci sono. Amica mia, non ti aspettare da me quelle filosofiche, non tiriamo in ballo il motore immobile di Aristotele o le cinque prove (erano cinque?) di San Tommaso D’Aquino.
Noi, tutti noi, non ne vogliamo sapere di soffrire. Lasciamo stare poi quando si tratta dei bambini. Ovvio, che ci si accapponi la pelle. Il mistero del dolore.
E Dio che ha fatto?
Non è venuto a toglierlo. E’ venuto a viverlo, riempiendolo di senso. Non si scappa. E’ lì, la Croce.
Me lo immagino, mentre mi dice: “Maddalena, io ero a farmi torturare per un tempo che mi è sembrato eterno. Quando ero là in cima, inchiodato, e avevo male ovunque, in tutto quel sangue -un fiume di sangue- vedevo la mia Mamma piangere, e mi si spezzava il cuore.”
L’altro giorno ascoltavo una canzone (ultimamente non so che mi è preso, con questa storia delle canzoni: a volte penso che il Signore mi parli anche attraverso quelle) e pensavo che la Madonna e suo Figlio stessero dialogando tra di loro, sul Gòlgota. “Siamo nella stessa lacrima, come un sole e una stella, Luce che cade dagli occhi…In questo dolore, niente di sbagliato, niente…” Il dolore innocente. Eccolo.
Gesù non aveva fatto niente! La Madonna non aveva fatto niente! Solo Bene, infinito Bene! Eppure erano lì, a soffrire insieme, in un dolore così gigantesco! Anche la Madonna ha sofferto enormemente, tutte le volte che penso a quello che ha provato Lei, mi sento male. Da mamma.
Viene spontanea allora la domanda… Ma come: Dio ha fatto soffrire anche la sua Mamma? Dove era Dio, in quel momento?
Era là. Sulla Croce. Per Amore.
“Dio è morto”… Mi capita di scorgere questa frase, scritta un po’ ovunque.
“Ma è risorto, accidenti”, mi viene da aggiungere. E la sua Mamma è con Lui, ora.
Un’ immagine che mi dà conforto, tanto conforto, è pensare a Gesù, alle porte del Cielo, con le braccia spalancate ed un ginocchio a terra, che accoglie in un abbraccio tutti i bimbi innocenti, morti prematuramente, e le persone buone e sante, e anche quelle meno buone e meno sante, che però gli hanno chiesto perdono. Tutte.
La vita qui, sulla terra, non è eterna, facciamocene una ragione. E’ un soffio. Poi c’è l’altra.
Dio è qui, ora, a soffrire con noi. Ma è anche di là, ad aspettarci. Ed io ho pure un po’ di nostalgia, e spero che abbia misericordia di me.
Lo voglio anch’io, quell’abbraccio.
Maddalena Fabbri è nata a Milano, il 5 settembre 1971. È sposata e ha tre figli. Laureata in giurisprudenza, ha svolto la pratica professionale per poco tempo. Ha preferito iscriversi all’albo ” delle mamme”. Vive a Milano.