Palabra – El Papa vive Laudato si’
Ho collaborato con la rivista spagnola Palabra in altre occasioni, l’ultima volta il 7 febbraio scorso. Questo è un articolo pubblicato per il numero di settembre
Ha fatto il giro del mondo la notizia per cui Papa Francesco, a causa della siccità, ha chiuso le 100 fontane del Vaticano. I turisti ne hanno sofferto ma i romani ne hanno gioito. Hanno scoperto ancora una volta che il Papa vive la realtà della loro città, vive le loro cose e sta dentro la loro vita.
Quando i dotti si interrogano su cosa significhi che il Papa è il vescovo di Roma spesso ne fanno solo una questione ecclesiologica che riguarda il primato petrino. Ma il gesto di chiudere le fontane ha inviato ancora una volta ai romani il messaggio semplicissimo che il Papa non è il primo cittadino del Vaticano ma uno che vive a Roma ed è “uno di noi”. Uno che non vuole alcun privilegio e che soffrirebbe troppo se vedesse zampillare giochi d’acqua mentre i vicini di casa rischiano di doverla razionare.
Io che abito a Roma ho saputo della scelta vaticana non da internet, come sarebbe normale oggi, ma grazie a una telefonata, come ai vecchi tempi. Non si conoscono i meccanismi della decisione papale ma non è difficile immaginare che sia avvenuta come nelle case della povera gente: “Hai chiuso il rubinetto? Non sprecare l’acqua, guarda che ce n’è poca”: se le frasi non saranno state proprio queste, di sicuro non saranno state molto diverse.
Le cose importanti della vita non avvengono attorno ai tavoli delle riunioni ma nei corridoi. Il Papa non scrive la Laudato Si: la vive. Se la Regione Lazio provvede a razionalizzare i rifornimenti d’acqua per la drammatica situazione idrica del lago di Bracciano, il Papa si dimostra Vescovo di Roma e dà lezione ai potenti del G20: loro parlano di teorie, il Papa guarda alla città dove vive saltandosi la separazione legale tra Vaticano e Stato italiano e spegne le proprie fontane. Intervento pratico immediato, significativo. Intervento “ troppo laico” si dirà. Che c’entra Dio con chiudere le fontane? Borbotterà qualche clericale. È il bicchiere d’acqua che Gesù ci chiede di dare a chi ce lo chiede: la misura dell’amore su cui saremo giudicati.
Il testo pubblicato in spagnolo
El Papa Francisco, debido a la sequía, ha cerrado el centenar de fuentes del Vaticano. Los turistas han sufrido, pero los romanos lo han disfrutado. Han descubierto una vez más que el Papa vive la realidad de su ciudad, vive sus cosas y está en sus vidas. Cuando la gente culta se pregunta qué signifi ca que el Papa es el obispo de Roma no sólo se plantea una cuestión eclesial en torno al primado petrino. El gesto de cerrar las fuentes envía a los romanos el sencillo mensaje de que el Papa no es el primer ciudadano del Vaticano, sino que vive en Roma y es “uno de nosotros”. Uno que no quiere ningún privilegio y que sufriría demasiado al ver juegos con el agua mientras los vecinos de su casa podrían tener que racionarla. Yo que vivo en Roma he sabido que la decisión del Vaticano no se comunicó a través de internet, como sería normal hoy en día, sino mediante una llamada telefónica, como en los viejos tiempos. No conozco los entresijos de la decisión papal, pero no es difícil imaginar que se produjo como en las casas de los pobres: “¿Usted ha cerrado el grifo? No desperdicie el agua, que hay poca”: si las frases no han sido exactamente éstas, seguramente no han sido muy diferentes. Las cosas importantes en la vida no tienen lugar alrededor de las mesas de reunión, sino en los pasillos. El Papa no escribe la Laudato si’: la vive. Si la región de Lazio racionaliza el suministro de agua debido a la dramática situación del lago de Bracciano, el Papa se comporta como obispo de Roma y da lecciones al poderoso G20: mientras hablan de teorías, el Papa mira a la ciudad en la que vive saltándose la separación legal entre el Vaticano y el Estado italiano, y cierra sus fuentes. Intervención práctica inmediata y signifi cativa. Intervención “demasiado laica”, se dirá. ¿Qué tiene que ver Dios con cerrar las fuentes?, comentará alguien con mentalidad clerical. Es el vaso de agua que Jesús pide que demos a los que lo piden: es la medida del amor por la que seremos juzgados.
Un’immagine della pag. 23, che ospita l’articolo